domenica 9 febbraio 2014

Psicologia e dintorni...La Psicoterapia Espressiva




Cenni Storici e Metodologici

La Psicoterapia espressiva fa parte dell’area delle psicoterapie ad orientamento Psicodinamico.

Storicamente, le radici della Psicoterapia Espressiva si collocano nella prospettiva teorica di M. Klein; successivamente un contributo fondamentale è venuto dalla teoria delle relazioni oggettuali e dagli psicoanalisti indipendenti britannici: Milner, Bion e Winnicott.

Importanti sono anche i contributi teorici mutuati da autori quali Bollas e Ogden.

Grande rilievo viene dato al valore del setting, come ambiente facilitante/contenitore protetto in cui lasciar emergere i propri vissuti ed emozioni, e agli aspetti transferali e controtransferali della relazione terapeutica.

“Nella Psicoterapia Espressiva la produzione estetica, in termini di segno grafico o motorio, si colloca come terzo polo, vertice e mediatore di comunicazione tra psicoterapeuta e paziente, permettendo l’articolazione di nuove direttrici di interazione.

In tale prospettiva l’atto del creare un’immagine o una danza, non è allontanamento dal compito, attacco al processo conoscitivo e al setting che lo sostiene, ma è parte integrante del processo terapeutico. Nel corso del lavoro i vissuti profondi, pur rimanendo inizialmente lontani dall’essere consapevoli, si esprimono nell’atto creativo trovando, in alternativa al sintomo, un proprio campo di elaborazione e aprendo la via a inedite possibilità trasformative”           (R. Boccalon).

La Psicoterapia Espressiva, avvalendosi di modalità artistiche, attinge i suoi strumenti nel versante delle arti terapie.

L’Arte Terapia ha origine negli anni ‘40 dai contributi di Naumburg e Chase: essa si fondava sui concetti di Sublimazione (Freud) e Immaginazione attiva (Jung) ed inizialmente era impiegata come terapia di supporto in casi gravi, in cui non era possibile accedere all’area verbale.

E’ alla fine degli anni 70, grazie al contributo originale di Arthur Robbins (Institute for Expressive Analysis), che si è provveduto a consolidare un’efficace integrazione fra gli strumenti dell’arte terapia e quelli della psicoterapia psicodinamica.

Cos’è la Psicoterapia Espressiva

La Psicoterapia Espressiva è una specifica ed innovativa forma di psicoterapia psicodinamica fondata sull’integrazione fra il pensiero psicoanalitico e le tecniche dell’arte terapia. Tale originale orientamento si rifà all’Istituto di Psicoterapia Espressiva, nato da  Art Therapy Italiana di Bologna, un riferimento autorevole in Italia nell’ambito delle arti terapie, collegato ai più importati istituti del settore nel Regno Unito (Goldsmith Colledge di Londra) e negli U.S.A. (Institute for Expressive Analysis di New York).

L’idea centrale è che facilitando, lasciando fluire, la libera espressione dell’individuo (attraverso i colori ma anche i gesti, le parole…) si inneschi pian piano un processo di integrazione fra gli aspetti emotivi e razionali, fra gli aspetti corporei e mentali, fra le parole e le immagini.onda

Grande rilievo viene dato al valore della relazione terapeutica, contenitore per eccellenza di vissuti, emozioni e percezioni, e agli aspetti inconsci che all’interno di essa scaturiscono, favorendo un viaggio profondo e autentico di espressione, scoperta e intuizione.

L’intervento di Psicoterapia Espressiva prevede l’utilizzo sia delle consuete modalità verbali sia l’uso di modalità artistiche quali la pittura o la scultura: l’impiego combinato del canale verbale e non verbale/artistico è volto a favorire l’espressione autentica dell’individuo, nel contesto di un setting terapeutico che garantisce il rispetto, l’ascolto e la sospensione del giudizio. Per questo motivo è utile sottolineare che l’impiego di strumenti artistici non richiede in tale sede conoscenze pregresse, non essendo finalizzato alla realizzazione di un prodotto, quanto costituisce lo spunto per entrare in un processo di scoperta e trasformazione; sarà dunque sempre un atto di libertà dell’individuo accostarsi ai materiali artistici e mai un’imposizione esterna.

Un importante rilievo viene dato inoltre agli aspetti della corporeità e del movimento, ulteriori canali non verbali attraverso cui avvicinarsi ad aspetti in cerca di una voce.

Obiettivo della psicoterapia espressiva è offrire alla persona che ne fa richiesta uno spazio di ascolto ed elaborazione personale, in cui le emozioni, i pensieri, i bisogni, la corporeità  trovino modi, o nuovi modi, per essere pensati, raccontati e vissuti: grazie alla molteplicità di canali comunicativi impiegati si facilita il processo di integrazione psicofisica; è questa infatti, secondo chi scrive, la chiave per favorire e sviluppare un processo trasformativo terapeutico finalizzato al benessere psicologico dell’individuo.

Ambiti di applicazione e utenza
Gli ambiti di applicazione:

     Sedute individuali (bambini, adolescenti e adulti)
     Incontri di gruppo (bambini, adolescenti e adulti)
     Interventi laboratoriali scolastici e sportello di ascolto
     Interventi laboratoriali in istituzioni (ospedali, centri diurni, RSA, case famiglia,     comunità)

Tipologie di utenza:

Storicamente la psicoterapia espressiva e le arti terapie si sono  rivelate di peculiare efficacia in tutti quei casi in cui per motivi diversi può risultare difficile integrare l’esperienza verbale con quella pre-verbale (soggetti traumatizzati, vissuti di vergogna e inibizione, bambini etc.).

La specificità e allo stesso tempo la grande flessibilità e ricchezza che contraddistinguono l’intervento di psicoterapia espressiva, permettono oggi il suo impiego con tutte le tipologie di disturbi psicologici; si è apprezzato in particolare il suo impiego nei seguenti ambiti:

-       nel lavoro con i bambini, si è dimostrata capace di riattivare processi dello sviluppo psicosessuale normale attraverso un uso del corpo e del movimento funzionale ed adattivo o attraverso l’espressione motoria; integrata alla Danza Movimento Terapia, in particolare, è risultata efficace nel re-instaurare o nel pro-muovere il raggiungimento della capacità simbolica, là dove fenomeni di regressione o fissazione difensiva persistevano;

-       nel lavoro con gli adolescenti facilita, attraverso l’uso del processo creativo, la canalizzazione delle vicissitudini sessuali ed aggressive, con i relativi conflitti, propri di questa fase evolutiva;

-       nelle terapie delle psicosi, dove gli obbiettivi dell’intervento sono la remissione di alcuni stati confusionali o deliranti, favorisce una sensibile riduzione di comportamenti autolesivi gravi e, più in generale, il controllo degli impulsi, l’alfabetizzazione emotiva ed una maggiore capacità di orientamento e di relazione; nei casi meno gravi alimenta ed accompagna la (ri)nascita di un pensiero simbolico e, complessivamente, un’evoluzione maturativa del sistema difensivo, il rinforzo delle funzioni dell’io, in particolare delle capacità ideative, e ad una percezione di un’identità sufficientemente integra. Questi interventi, se sufficientemente strutturati e prolungati, riescono ad arginare la frequenza dei ricoveri ed a rendere possibili progetti di riabilitazione sociale;

-       nei disturbi di personalità, permette di accedere ad una dimensione primaria di esperienza e di elaborazione a cui un certo uso difensivo dell’intelletto, della razionalizzazione e delle parole non consentono mobilità; si verificano, in buona percentuale un migliore controllo degli “acting”, una maggiore capacità di elaborare e trasformare i propri vissuti; l’evoluzione di capacità di pensiero e simboliche; il passaggio ad un sistema difensivo più funzionale ed adattivo; una maggiore coscienza di sé ed una migliore capacità di stabilire relazioni significative.- con Pazienti affetti da patologie organiche (Morbo di Crohn, Parkinson, Alzhaimer, Sclerosi multipla, Diabete), utilizzata per brevi tempi e come supporto, trova applicazione sia in ambito ambulatoriale, sia di ricovero ospedaliero, sortendo risultati efficaci nel sostegno/recupero dell’identità e nella cura delle sindromi depressive secondarie all’insorgenza della malattia;

-       in ambito oncologico la prospettiva espressiva si è dimostrata particolarmente indicata per garantire interventi di prevenzione e di cura rivolti ai Pazienti, ai familiari e allo staff curante;

-       nelle sindromi post- traumatiche dove, in modo particolarmente emblematico, il disagio sembra emergere dall’impossibilità di pensare o di dar voce ad un vissuto dovuto alla natura traumatica di un’esperienza, risulta particolarmente valida ed efficace;

-       nelle situazioni di crisi e di disagio psicologico “sottosoglia”, legate anche alle vicissitudini dei cicli della vita (turbe dell’umore in adolescenza o in menopausa ecc.), rappresenta un’efficace modalità d’intervento in quanto facilita la neutralizzazione di impulsi distruttivi, favorisce una maggiore flessibilità delle difese e delle risorse creative del Paziente;

-       in contesti interetnici e interculturali in cui si intrecciano, in modo problematico, le difficoltà d’inserimento sociale, i traumi di esilio e di guerra con vissuti dell’immigrazione trasmessi da generazioni precedenti, la produzione estetica conferma la sua valenza di linguaggio universale.

Flaminia Morescalchi
Psicoterapia Espressiva e Arti Terapie nel Lazio e in Umbria

Nessun commento:

Posta un commento