domenica 6 maggio 2012

La storia dei bambini senza sorriso

di Aida Dattola
C'era una volta, in un Paese lontano, un re molto cattivo e tanto avido di denaro da costringere anche i bambini a lavorare. Un giorno vietò loro di giocare e ordinò che fosse ucciso chiunque non avesse ubbidito. 
Fu un giorno molto triste per le famiglie di quel regno: i bambini spensero i loro sorrisi e si guardarono intorno con occhi malinconici. Il sole, che brillava alto nel cielo, si nascose dietro una nuvola per non assistere a quello strazio.
Il re sembrava non far caso a quanto succedeva e costringeva i bambini a lavorare nei campi, per potersi arricchire ancora di più.
Le strade erano diventate silenziose; non si sentivano più le risate argentine dei bambini che giocavano a nascondino, i giocattoli giacevano nei bauli coperti di polvere... Che tristezza la vita senza i giochi dei bambini! 
Il mago Diritto non sopportò a lungo quella situazione e si presentò a corte. Con il suo fare garbato, ma deciso, disse al re:
-Sua Maestà, io difendo i diritti dei bambini e le assicuro che ogni bambino ha diritto di giocare , perché per lui il gioco è vita e dal gioco impara tante cose.
Il re si mise a ridere.
-Ah, sì- gli disse- cosa può imparare un bambino giocando, se non a sbucciarsi le ginocchia?-
Il mago Diritto diventò serio:
-La invito a far giocare di nuovo i bambini per rendere felice il suo regno.-
Il re aveva già chiamato le sue guardie per farlo cacciare, quando arrivò il giardiniere di corte con le lacrime agli occhi.
-Sua Maestà, mi aiuti, mio figlio sta per morire!-
-Certo- rispose il re- quanto denaro ti serve?-
- No, Sua Maestà, non mi serve denaro... Lei deve soltanto far giocare il mio bambino. Senza il gioco è senza vita ed ha perso il suo sorriso-.
Il mago Diritto guardò il re negli occhi, come per dirgli:
-Avevo ragione?-
E il re, compreso il suo errore, ordinò che tutti i bambini tornassero a giocare.
Le strade del regno si animarono, il sole brillò felice nel cielo e sulle bocche dei bambini tornò il sorriso.
Tutto il mondo fu felice, perché ai bambini di quel regno era garantito il diritto al gioco.

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