di Aida Dattola
C’era una volta una stella che,
assieme a mille altre, trapuntava con il suo bagliore tremolante l’oscurità del
cielo. Era il 10 agosto, festa di San Lorenzo, e molte stelle, ubbidendo ad una
tradizione ormai consolidata nel tempo,si accingevano a cadere sulla terra.
Anche la nostra anonima stella desiderava vivere un’esperienza nuova,
nonostante conoscesse i rischi dell’ impresa.
Infatti, lasciare il cielo
avrebbe significato per lei non farne più ritorno e questo, francamente,la
turbava un po’.
Ma nella vita a volte il rischio
è necessario e il piccolo astro luminoso era ormai deciso. Quella notte, prima
di compiere il fatidico volo,osservò le sue compagne, immobili e felici del
loro stato, ma non si rammaricò affatto di aver voglia di nuove avventure:voleva
assaporare l’ebbrezza del volo, voleva cogliere nuove emozioni e viverle fino
in fondo…
Sapeva, inoltre, che, scivolando
leggera dal cielo, avrebbe permesso agli abitanti della terra di esprimere dei
desideri e di vivere perciò una speranza, anche se legata ad una piccola scia
luminosa. Chiese quindi al Signore la possibilità di conoscere gli eventuali
desideri degli uomini e attese con trepidazione che giungesse l’ora della
partenza.
Quando tutto intorno tacque, la
stella lasciò il cielo e in quel momento si sentì scuotere da un brivido strano
e, dapprima emozionata, raggiunse poi uno stato di torpore. Sentiva che la luce
che aveva sprigionato per tanto tempo cominciava piano piano a lasciarla e
capiva che stava diventando un corpo opaco e senza vita, ma prima di spegnersi
definitivamente le fu concesso di conoscere i desideri espressi dagli uomini
osservando la sua scia luminosa.

La caduta di una stella aveva
compiuto un piccolo miracolo d’amore… Anche gli uomini cadono, spesso, e dalle
loro cadute, talvolta, nascono miracoli migliori…
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