giovedì 26 giugno 2014

Autori e dintorni...Kahlil Gibran

Il matto

Fu nel giardino di un manicomio che incontrai un giovane, con un volto pallido e piacevole e pieno di stupore.
E sedetti accanto a lui sulla panca, e dissi:
“Perché sei qui?”
E lui mi rivolse uno sguardo stupefatto, e disse:
“E’ una domanda indelicata, ma ti risponderò.
Mio padre voleva fare di me una riproduzione di se stesso; così voleva anche mio zio. (…)
Mia madre voleva che diventassi l’immagine del suo illustre padre. E anche i miei insegnanti, (…) erano anche loro determinati e ognuno voleva che io fossi il riflesso del proprio volto in uno specchio.
Per questo sono venuto in questo posto. Lo trovo più sano.
Almeno posso essere me stesso.”
Poi, all’improvviso si rivolse verso di me e chiese:
“Ma, dimmi, anche tu sei stato spinto in questo posto dall’educazione e dai buoni consigli?”
E io risposi: “No, io sono un visitatore.”
Allora egli disse: “Oh, tu sei uno di quelli che vivono nel manicomio, dall’altra parte del muro!”

(Kahlil Gibran)

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