(DI Massimo Catalucci)
Quando parliamo di cambiamento di un qualsiasi nostro
comportamento che ci crea disagio nella nostra esistenza, di solito pensiamo
che sia sufficiente la sola volontà di fare o non fare una determinata cosa.
In un nostro qualsiasi comportamento che vorremmo cambiare,
come ad esempio smettere di fumare, oppure, avere un igiene alimentare conforme
alla nostra struttura fisica, oppure ancora smettere di fare eccessivo uso di
alcool o droghe, sappiamo che possono coesistere in noi sia la consapevolezza
di quello che stiamo facendo, che la nostra inconsapevolezza in merito al
perché lo facciamo e questo accade anche se siamo molto convinti di voler
evitare uno dei comportamenti su detti.
Lavorare quindi solo sull’aspetto emotivo (inconscio) della persona
rispetto a quello razionale (conscio) o viceversa, non fornisce, secondo il mio
punto di vista, la soluzione migliore.
Partendo dal concetto olistico e quindi ad una visione più
ampia delle conoscenze a cui faccio
riferimento in ambito dello sviluppo e potenziamento delle risorse umane, credo
che si debba sempre tenere conto l’intero di qualsiasi cosa, arrivare magari al
dettaglio per poi ricomporre il tutto in un intero.
In qualità di esseri umani, sappiamo di essere dotati di un
struttura superiore del cervello (neo-mammifero) rispetto agli altri esseri
viventi sulla terra, che ci ha reso intelligenti e capaci di strutturare
pensieri adeguati alle diverse situazioni e contesti in cui viviamo, con una
proiezione futura di miglioramento intellettuale illimitata.
Questa struttura del nostro cervello superiore si è
costituita nel corso di milioni di anni, sopra altri due cervelli più primitivi
che non costituiscono la nostra attuale intelligenza, ma essendo presenti nel
nostro sistema nervoso centrale creano comunque delle connessioni con la parte
superiore e più giovane.
Al di sotto del nostro cervello superiore definito
neo-mammifero (o neo-cortex) troviamo infatti il cervello paleo-mammario (o
sistema limbico) ed infine quello più primitivo, il cervello rettiliano (o
r-complex).
Secondo la teoria di Paul Mac Lean (si vedano indicazioni sul
Triune Brain “cervello trino”), ognuno
di questi tre cervelli ha specifiche funzioni di vitali importanza per l’essere
umano. Partendo dal cervello rettiliano, possiamo notare come le sue funzioni
siano istintive e reattive all’ambiente in cui l’uomo vive, permettendogli di
adattarsi ad esso, istintivamente appunto e come anche nell’istinto sessuale di
riproduzione della nostra specie!
In quello limbico invece, hanno sede le emozioni e i rituali.
Questo cervello ha necessità di una ripetizione costante e continua per poter
apprendere, ma poi mantiene saldamente ciò che ha appreso, qui hanno sede quei
rituali che difficilmente cambiamo.
Infine troviamo quello che abbiamo chiamato cervello
superiore (o neo-cortex) che aggiungo ha un’ulteriore caratteristica, quella di
divedersi in due emisferi cerebrali, destro e sinistro, con specifiche
funzioni. Intanto possiamo affermare che l’emisfero destro controlla e gestisce
la parte sinistra del corpo umano e l’emisfero sinistro controlla e gestisce la
parte destra del corpo umano.
Laddove quindi l’emisfero destro è emotivo, sognatore,
olistico, spaziale, intuitivo; quello sinistro è logico, temporale, analitico,
sequenziale, verbale.
Occorre quindi considerare quanto appena accennato nella
formulazione ed applicazione di un qualsiasi cambiamento di un nostro
comportamento, integrando le conoscenze e le specifiche caratteristiche di cui
il nostro sistema nervoso centrale è dotato, siano esse istintive, emotive che
intellettive.
Da qui se ne deduce che l’essere umano attraverso le proprie
esperienze, assorbe informazioni dalla sua realtà circostante, creando dei
vincoli con la stessa, siano essi neurologici che sociali ed individuali.
Facciamo ora un esempio di cambiamento di un comportamento
indesiderato. Poniamo che una persona sia in sovrappeso, non relativamente ad
una patologia in atto ma per effetto di un comportamento disordinato
alimentare, ed intenda ritrovare la “silhouette” conforme alla sua struttura
fisica di base. La sola dieta ben studiata da uno specialista nella nutrizione
umana, non sarà sufficiente a far ritrovare ciò che la persona vuole
riconquistare, se non limitatamente nel tempo e se non in aggiunta di altre
specifiche azioni. Né tanto meno la sola volontà di applicare la dieta con
regolarità.
Come abbiamo visto, in particolare nella sede del cervello
limbico (cervello emotivo), esistono meccanismi di registrazione lenti, ma che
poi rimangono impressi indelebilmente in questa sede. Se non consideriamo ed
integriamo nel processo di cambiamento di abitudine (alimentare), anche quanto
registrato emotivamente, sarà una partita persa sin dall’inizio.
Ma anche il nostro sistema neurologico primitivo (cervello
rettiliano) va considerato, permettendo ad esso di trovare quei ritmi
equilbrati a lui indispensabili, come la qualità e la quantità di sonno
necessari; qualità e quantità di alimentazione; qualità e quantità di attività
sessuale; conformi all’ordinarietà dell’essere umano.
In ultimo, bisogna poi considerare quello che viene chiamato
anche cervello parlante (neo-cortex) che presenta ulteriori ostacoli da
superare. Infatti con le sue caratteristiche bilaterali, che hanno funzioni
diverse e che sono sede una dell’inconscio (emisfero cerebrale destro) e del
conscio (emisfero cerebrale sinistro) della persona, la stessa dovrà attivare
un processo di “dialogo” tra le due parti, al fine di poter mandare ad effetto
le eventuali azioni che intende intraprendere per attivare un comportamento
alternativo e risolutivo al suo problema di peso.
Un “dialogo” adeguato tra i due emisferi, permette alla
persona di considerare le eventuali azioni inconsce che l’emisfero destro
attiva perché non soddisfatto emotivamente in alcuni suoi bisogni. In questo
caso la parte inconscia incalza appunto l’emisfero sinistro con una pressione
emotiva che quest’ultimo interpreta come messaggio semplice di ricerca, in
questo caso, di cibo (vincolo neurologico ed emotivo).
Laddove viene permesso all’inconscio di dialogare con la
parte cosciente della persona, diverrà più facile creare i presupposti per
trovare diverse soluzioni al suo problema, che potrà attivare con maggiore
facilità.
Se consideriamo tutto quanto suddetto e lo attiviamo nelle
successive tre quattro settimane con costanza, l’assunzione e la memorizzazione
di nuove informazioni avranno un effetto di radicamento nel sistema della
persona, per cui la stessa originerà un automatismo del nuovo comportamento.
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