sabato 14 dicembre 2013

Autori e dintorni...Khaled Hosseini

E l'eco rispose

di

Khaled Hosseini  


Sulla strada che dal piccolo villaggio di Shadbagh porta a Kabul, viaggiano un padre e due bambini. Sono a piedi e il loro unico mezzo di trasporto è un carretto rosso, su cui Sabur, il padre, ha caricato la figlia di tre anni, Pari. Sabur ha cercato in molti modi di rimandare a casa il figlio, Abdullah, senza riuscirci. Il legame tra i due fratelli è troppo forte perché il ragazzino si lasci scoraggiare. Ha deciso che li accompagnerà a Kabul e niente potrà fargli cambiare idea, anche perché c'è qualcosa che lo turba in quel viaggio, qualcosa di non detto e di vagamente minaccioso di cui non sa darsi ragione. Ciò che avviene al loro arrivo è una lacerazione che segnerà le loro vite per sempre. Attraverso generazioni e continenti, in un percorso che ci porta da Kabul a Parigi, da San Francisco all'isola greca di Tinos, Khaled Hosseini esplora con grande profondità i molti modi in cui le persone amano, si feriscono, si tradiscono e si sacrificano l'una per l'altra.



«Quando avrai vissuto a lungo come me scoprirai che la crudeltà e la benevolenza non sono che sfumature del medesimo colore.»

*
Imparai che il mondo non vede la tua anima, che non gliene importa niente delle speranze, dei sogni e dei dolori che si nascondono oltre la pelle e le ossa. Era così: semplice, assurdo e crudele.
 
*
 […]
Per tutta la vita sono vissuta come un pesce in un acquario, dentro la frontiera rassicurante di una vasca di vetro, dietro una barriera tanto impenetrabile quanto trasparente. Sono libera di osservare il mondo che balugina all'esterno e di immaginare di farne parte, se mi fa piacere. Ma da sempre vivo come una reclusa, accerchiata dai rigidi, inflessibili confini dell’esistenza che mio padre ha costruito per me, dapprima coscientemente, quando ero una ragazza, e poi involontariamente ora che si va spegnendo di giorno in giorno. Penso di essermi abituata alla vasca di vetro e sono terrorizzata all'idea che, quando si romperà, quando sarò sola, precipiterò nell'ignoto che mi si spalancherà davanti, impotente, sperduta, annaspando nel tentativo di respirare.
[…]
 

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