venerdì 8 novembre 2013

Autori e dintorni...Fulvio Ervas



Se ti abbraccio non aver paura
 
Il verdetto di un medico ha ribaltato il mondo.
La malattia di Andrea è un uragano, sette tifoni.
L'autismo l'ha fatto prigioniero e Franco è diventato un cavaliere che combatte per suo figlio.
Un cavaliere che non si arrende e continua a sognare.
Per anni hanno viaggiato inseguendo terapie: tradizionali, sperimentali, spirituali.
Adesso partono per un viaggio diverso, senza bussola e senza meta. Insieme, padre e figlio, uniti nel tempo sospeso della strada. 
Tagliano l'America in moto, si perdono nelle foreste del Guatemala. Per tre mesi la normalità è abolita, e non si sa più chi è diverso. Per tre mesi è Andrea a insegnare a suo padre ad abbandonarsi alla vita.
Andrea che accarezza coccodrilli, abbraccia cameriere e sciamani.
E semina pezzetti di carta lungo il tragitto, tenero Pollicino che prepara il ritorno mentre suo padre vorrebbe rimanere in viaggio per sempre.

[…] Guardavo con stupore, come sempre, Andrea che batteva i tasti, quel portare il pugno al cuore prima di scrivere una lettera. Pugno al cuore, lettera, lettera, lettera, pugno al cuore, parola.
Il mondo intero entra dentro Andrea come un sasso in discesa, come una valanga. Andrea non ha difese, non ha barriere, assorbe tutto come una spugna e basta guardarlo per capire che ha un’intimità diversa, tutta sua, con la realtà. A volte si esprime in modo sconnesso, pronuncia parole secche: casa, in giro, quello verde... Le sue risposte suonano meccaniche, riprendono una parte della domanda. 
Quello che lascia trapelare è concentrato: è l’alchimista che distilla poche parole ma con una grande eco.
Bisogna solo imparare a sentire.
[…]

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