Se ti abbraccio non aver paura
Il verdetto di un medico ha
ribaltato il mondo.
La malattia di Andrea è un
uragano, sette tifoni.
L'autismo l'ha fatto prigioniero
e Franco è diventato un cavaliere che combatte per suo figlio.
Per anni hanno viaggiato
inseguendo terapie: tradizionali, sperimentali, spirituali.
Adesso partono per un viaggio
diverso, senza bussola e senza meta. Insieme, padre e figlio, uniti nel tempo
sospeso della strada.
Tagliano l'America in moto, si perdono nelle foreste del
Guatemala. Per tre mesi la normalità è abolita, e non si sa più chi è diverso.
Per tre mesi è Andrea a insegnare a suo padre ad abbandonarsi alla vita.
Andrea che accarezza coccodrilli,
abbraccia cameriere e sciamani.
E semina pezzetti di carta lungo
il tragitto, tenero Pollicino che prepara il ritorno mentre suo padre vorrebbe
rimanere in viaggio per sempre.
[…] Guardavo con stupore, come sempre, Andrea che batteva i tasti, quel
portare il pugno al cuore prima di scrivere una lettera. Pugno al cuore,
lettera, lettera, lettera, pugno al cuore, parola.
Il mondo intero entra dentro Andrea come un sasso in discesa, come una
valanga. Andrea non ha difese, non ha barriere, assorbe tutto come una spugna e
basta guardarlo per capire che ha un’intimità diversa, tutta sua, con la
realtà. A volte si esprime in modo sconnesso, pronuncia parole secche: casa, in
giro, quello verde... Le sue risposte suonano meccaniche, riprendono una parte
della domanda.
Quello che lascia trapelare è concentrato: è l’alchimista che
distilla poche parole ma con una grande eco.
Bisogna solo imparare a sentire.
[…]
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