giovedì 23 gennaio 2014

Psicologia e dintorni...



Disturbo paranoide della personalità
(Appunti)

La paranoia è il sospetto nei confronti di specifiche situazioni o di certi individui, che sfocia nella convinzione che chiunque li minacci.
I soggetti con disturbo di personalità paranoide pervengono all’assunto che ogni situazione,  ogni collega di lavoro, ogni conoscenza costituiscono una potenziale trappola o una minaccia. Chiusi in quest’ottica rigida  e inflessibile, essi rispondono con circospezione a ogni nuova piega delle circostanze,  persino quando questo genere di reazione non è appropriato.
Vi sono forme leggere e forme gravi di malattia. 
Un modello costante nell’esperienza intima e nel comportamento che devia significativamente da quanto ci si attende dalla cultura dell’individuo, e che si verifica in almeno due delle seguenti aree: conoscenza, affettività, funzionamento nei rapporti interpersonali, controllo degli impulsi. E’ un modello inflessibile e pervasivo, interessando un ampio raggio di situazioni personali e sociali; sofferenza e compromissione significativa in ambito sociale, professionale o in altre importanti aree di attività. Il modello è stabile e di lunga durata con un inizio che può risalire almeno all’adolescenza o alla prima età adulta.
I soggetti in questione presentano un atteggiamento di grande diffidenza e sono sempre all’erta, alla ricerca di segnali e accenni di pericolo o di inganno. Sono sempre alla ricerca della prova che qualcuno ce l’ha con loro. Sono incapaci di un significativo coinvolgimento emotivo ed è possibile che vivano da isolati.
Differisce dal disturbo della schizofrenia paranoide e dal disturbo paranoide delirante. E’ più comune tra i maschi e si sviluppa nei primi anni dell’età adulta.
Tratti caratteristici su cui si basa la diagnosi di disturbo di personalità paranoide secondo il DSM-IV: mancanza di fiducia e sospettosità nei confronti degli altri (devono essere presenti almeno quattro dei seguenti comportamenti:
  • -          Sospetto, privo di basi plausibili
  • -          Preoccupazione, sostenuta da dubbi ingiustificati che amici e colleghi non siano leali o affidabili
  • -          La riluttanza a confidarsi con gli altri
  • -          Vedere significati nascosti di negatività o di minaccia
  • -          Portare costantemente rancore, cioè non perdonare insulti e offese
  • -          Percezione di attacchi al proprio carattere o alla propria reputazione
  • -          Sospetti ricorrenti riguardo la fedeltà del coniuge o del partner sessuale.
La posizione schizoparanoide è una modalità fondamentale di organizzazione dell’esperienza che permane nella psiche umana per tutta la durata del ciclo vitale.
Il disturbo paranoide di personalità è una distinta entità patologica che non si costituisce come una fase transitoria prodotta in connessione con dinamiche gruppali. Ciò che lo caratterizza è uno stile pervasivo di pensare, sentire e relazionarsi con gli altri particolarmente rigido e invariabile.
Le caratteristiche chiave del disturbo di personalità paranoide sono egosintoniche. I pazienti sono spesso costretti alla terapia dai membri della famiglia o dai colleghi di lavoro che si confrontano con le costanti accuse e rimostranze dei pazienti. La loro modalità di presentare i problemi ruota attorno al fatto che gli altri li maltrattano e li tradiscono.
La scissione è un meccanismo di difesa centrale in questa modalità di organizzazione dell’esperienza; i sentimenti di amore e di odio devono essere separati l’uno dall’altro. La sopravvivenza emozionale del paziente richiede di scindere tutta la “cattiveria” e proiettarla in figure esterne. 
Il normale mondo interno di vittima e carnefice viene trasformato in un’esperienza esistenziale in cui l’individuo paranoide è costantemente nel ruolo della vittima alle prese con aggressori o persecutori esterni. Un’altra caratteristica della posizione schizoparanoide è che l’esperienza che il paziente fa degli altri è discontinua: nessuna relazione è percepita duratura nel tempo. Nella modalità di esistenza il paziente vive in uno stato di angoscia costante correlate alla convinzione che il mondo è popolato da nemici bugiardi e inaffidabili. Il sé nella modalità esperenziale è sviluppato in maniera incompleta. La proiezione e la identificazione proiettiva sono due meccanismi difensivi chiave del disturbo.
Il bisogno di controllare gli altri, nucleo basilare della paranoia, è espressione di una stima di sé terribilmente deficitaria.
La grandiosità o il senso di “particolarità” spesso visto in questi pazienti, può essere compreso come una difesa compensatoria che risolleva dai sentimenti di inferiorità.
Il punto cardine è la preoccupazione del paziente riguardo a tutte le rese passive a tutti gli impulsi e a tutte le persone. Assieme ad una versione di sé speciale, valida, ne coesiste una di polarità opposta, svalorizzata, debole, inferiore.
I pazienti paranoidi ottengono poco dalla psicoterapia di gruppo. La maggior parte degli sforzi terapeutici deve essere concentrata nel contesto della terapia individuale: il primo passo è costruire l’alleanza terapeutica. Il terapeuta non dovrebbe mettere in discussione la ricostruzione degli eventi forniti dal paziente. L’atteggiamento di apertura è di gran lunga la politica migliore con tali pazienti. 



Nessun commento:

Posta un commento