lunedì 5 marzo 2012

Sento, dunque sono

Da quando, anni fa, iniziai a recuperare e coltivare il mio sentire, molte cose
sono cambiate in me e nella mia vita: oggi i sapori buoni sono più buoni che
mai, e quelli cattivi li avverto da lontano, mi basta "annusarli", e di
conseguenza li evito , quindi nutro il mio corpo di cibi più sani e più buoni, e la
mia mente di libri e programmi migliori - anche se va detto che, mentre per i
cibi e i libri non ho avuto problemi, per i programmi TV è così difficile trovarne
di buoni che ho finito per smettere quasi del tutto di usare il televisore: meglio
l'astinenza che l'intossicazione. (...)
Oggi posso dire di avere piena consapevolezza dell'effetto che produce in me un
cibo, un programma TV, una persona, un'idea: sono in grado di avvertire ciò
che essi stimolano o producono in me a prescindere da quelle che sono le mie
aspettative preesistenti. Di fronte ad ogni esperienza cerco di pormi il più vuoto
e aperto possibile, e se anche vi sono in me aspettative o pregiudizi in proposito,
li metto da parte, sospendo il giudizio, assaggio prima di giudicare, non dopo.
Questo è il vero giudizio, l'altro è un pre-giudizio, cioè un giudizio che precede
l'assaggio, l'esperienza diretta, effettiva. (Tratta da Armonia, n. 8/99).
(Sento, dunque sono - Enrico Cheli)

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