martedì 13 marzo 2012

Riflettere riavvia il cervello


Tutti i segreti per la pausa ideale

Isolarsi per dedicarsi ai propri pensieri ci salva dallo stress
di MICHELE BOCCI


Riflettere riavvia il cervello Tutti i segreti per la pausa ideale
ROMA - C'è voluto uno degli strumenti principe della comunicazione globale, per giunta puntato sul personaggio oggi maggiormente esposto nei media, per rilanciare il valore della solitudine, del quarto d'ora di pausa da dedicare tutti i giorni a se stessi per pensare e ricaricarsi. Il lungo microfono dell'emittente americana Abc che sabato scorso ha rubato una conversazione privata tra il candidato premier americano Barack Obama e il capo dei conservatori inglesi David Cameron ha rivelato al pianeta che anche gli uomini politici più impegnati ambiscono a tenere ogni giorno uno spazio bianco nell'agenda. Per smettere di lavorare e riflettere. 

Quella mezz'ora di solitudine assoluta può rivelarsi una risorsa straordinaria per chiunque, non solo per i leader politici, ma bisogna saperla vivere al meglio. Come? Intanto spegnendo tv, computer e telefonino e magari facendo una bella passeggiata. Per dedicarsi esclusivamente a pensare. "Io la chiamo ascetica metropolitana. Perché si può esercitare anche nei luoghi del nostro quotidiano, nelle nostre città", spiega Duccio Demetrio, professore di filosofia dell'educazione a Milano Bicocca, tra l'altro autore di due libri intitolati "La vita schiva" e "Filosofia del camminare". 

"Ritagliarsi spazi per pensare - prosegue Demetrio - fa anche bene da un punto di vista neurologico, perché aiuta la mente a non fare cortocircuito, a non ingolfarsi di vita affannata, quotidiana. E fa bene perché ci decentriamo dalle occupazioni più consuete per esplorare altre possibilità della mente e del pensiero, assicurandoci una ricarica di energia vitale". 

La Bbc, in un servizio, ha indicato cosa fare e cosa evitare per permettersi ogni giorno una pausa di riflessione. Il rapporto con il lavoro è la prima cosa su cui intervenire e il pranzo il momento clou dei comportamenti autolesionisti. La maggior parte delle persone saltano la pausa di mezzogiorno, qualcuno la comprime in dieci minuti piazzandosi con un panino in mano davanti al computer. "Dobbiamo fare in modo che i lavoratori escano all'ora di pranzo - dice David Hunter, della Lifelong learning Uk, un grande centro inglese di consulenza per operatori del settore dell'istruzione - Se lasci la tua scrivania per andare a farti un giro in strada, torni con la mente più fresca e meglio disposto al lavoro". 

Non è importante mangiare fuori, al ristorante, si può anche consumare il pranzo velocemente, ciò che conta è appunto farsi una passeggiata. "Va bene anche andare al parco a guardare i passeri - dice ancora Demetrio - Sedersi al tavolo di un bar, magari scrivere una pagina del proprio diario, su carta ovviamente. Non bisogna fare niente di eccezionale. L'importante è essere soli". Secondo Giorgio Maria Bressa, docente di psicobiologia del comportamento umano a Viterbo, non è tanto importante essere soli e nel silenzio quanto essere capaci di ritagliarsi spazi a propria dimensione. "Anche durante la riunione di un cda - dice - Sapersi isolare per pensare ha a che fare con il controllo dell'ansia. Chi ha un rapporto ansioso con il tempo non riesce a staccare. Già nel primo, agognato, giorno di ferie lo vedrete mettere mano al cellulare per controllare se è acceso". 

Riguardo ai luoghi e alle situazioni migliori per pensare, Tony Buzan, cognitivista che ha inventato le mappe mentali, forme di rappresentazione grafica del pensiero, spiega di aver chiesto a molte persone dove fossero quando hanno avuto grandi idee. "Al di là dell'età, della razza e dell'educazione hanno tutti indicato le stesse cose: nella doccia, sempre in bagno ma a farsi la barba, nella natura a passeggiare, a letto prima di addormentarsi o appena svegli, in viaggio, in un momento d'ascolto di musica classica". Tom Hodgkinson, fondatore della rivista inglese Idler, che da quindici anni esplora modi alternativi di vivere e lavorare, mette invece in guardia sui comportamenti da evitare. "La tendenza delle grandi aziende - spiega - è quella di tenerci sempre impegnati. E quando non abbiamo nulla da fare ci distraiamo con una quantità infinita di media, come la tv, le e-mail e internet in generale". E così si finisce per non staccare mai, per non riflettere. "È necessario invece capire - prosegue Hodgkinson - che pensare è importante. È ciò che ci rende umani". 

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