sabato 17 marzo 2012

Da "Libera università dell'Autobiografia"



La felicità dello scrivere Stampa
di Giorgio Macario.

Forse è una malattia. O forse no.
Fatto sta che quando prende il sopravvento è difficile contenerla, confinarla e controllarla.
Se si facesse contenere, confinare o controllare, sarebbe un usuale sfoggio di stile, un consueto avvicendarsi di belle perifrasi, o potrebbe perfino ambire al livello eccellente di un sublime componimento metaforico.

Ma niente di tutto ciò appare all’orizzonte.
Solo una spinta a tradurre in parole ciò che è sempre apparso intraducibile.
Come se l’infanzia –letteralmente l’unica fase della vita che sopravvive senza parole– volesse sfidare le sue origini al di là e oltre le impronte che non lascia, le parole che non pronuncia ed i segni che non traccia.
Come se qualcosa premesse per uscire ma non spinto dal bisogno, né condizionato dall’urgenza o influenzato dalle mode passeggere.
Come se tutto accadesse semplicemente perché deve accadere, è ora che accada, ed infine accade davvero.
Ma allora, se si può piangere dalla gioia e si può ridere ‘a crepapelle’, fino a morirne, forse si può essere contaminati dalla ‘febbre dello scrittore’.
Bel paragone!
Ma se la febbre non c’è? Se il risultato è quello di sentirsi meglio con se stessi? Se si sfruttano tutte le occasioni per poter mettere nero su bianco ciò che altrimenti si arrenderebbe all’oblio?
In questo caso, forse, non di malattia si tratta, quanto di guarigione.
La malattia, spesso inconsapevole, è l’essere ancorati ad un pervicace silenzio interiore, perseguire una sorta di entropia esistenziale, barricarsi entro convinzioni di autosufficienza dure a morire.

Ed è proprio la felicità dello scrivere
che può scardinare questo universo solipsistico,
percepire il proprio esserci nella sua interezza
e farci entrare in contatto con il respiro del mondo.
La felicità dello scrivere non riguarda quindi i contenuti trattati, né gli stati d’animo rilevati.
La felicità dello scrivere è semplicemente
la vita che fluisce,
l’inchiostro che scorre,
il cuore che batte.

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