Metodo Feuerstein: teoria e applicabilità.
Il Metodo Feuerstein è stato ideato dal Prof. Reuven Feuerstein, psicologo e pedagogista, ed è stato applicato inizialmente ad alcuni giovani, figli di ebrei che avevano subito gravi traumi, in seguito alla deportazione nei campi di sterminio tedeschi. Gli stessi vennero considerati dagli studiosi pedagogisti del tempo “soggetti ineducabili” e con loro Reuven Feuerstein iniziò a rendere applicabile la sua teoria basata sulla “modificabilità cognitivo- strutturale.
Secondo R. Feuerstein l’intelligenza non è data una volta per tutte; le cellule neuronali sono plastiche, ossia plasmabili e, quindi, il comportamento cognitivo dei soggetti e la loro capacità di adattamento all’ambiente sono modificabili. La sua teoria è oggi suffragata anche dalle ricerche scientifiche, basti ricordare il Prof. Eric Kendel, Nobel per la medicina e la psicologia, il quale ha dimostrato con esperimenti scientifici che il cervello umano è plastico e non solo può arricchirsi ogni giorno di nuove conoscenze, ma è in grado di creare nuove strutture neuronali e, se sottoposto ad adeguati stimoli, a reinventarsi, attivando nuovi circuiti o nuovi percorsi. Tecniche di indagine attuali come la TAC o la Risonanza hanno evidenziato uno sviluppo notevole nella rete di sinapsi dei neuroni cerebrali in soggetti che sono stati sottoposti al programma in modo pregnante e duraturo. Come è ovvio e ben tutti sappiamo, ci sono dei periodi propizi per l’apprendimento o meglio periodi ottimali ma, secondo la teoria del prof. Feuerstein, anche gli adulti hanno questa possibilità perché il cervello essendo un organo plastico è modificabile; non ci sono pertanto individui “nati intelligenti” ed individui “nati non intelligenti”.
§ Ma, aldilà della teoria, concretamente, cos’è il Metodo Feuerstein?
È un programma di arricchimento strumentale detto anche PAS (Basic o Standard). Il PAS Basic è applicabile in età prescolare mentre il PAS Standard è applicabile dagli 8 anni in su. Il programma PAS Standard, messo a punto nel corso di decine di anni, comprende 14 strumenti, circa 500 schede carta-matita contenenti esercizi graduali da sottoporre agli allievi, mettendo in atto la cosiddetta “teoria della mediazione”. Non si insegnano contenuti disciplinari ma si ristruttura, attraverso l’applicazione del PAS, la modalità di pensiero degli allievi. La natura degli esercizi e la loro progressione consentono di intervenire sulle difficoltà cognitive individuate nei soggetti, correggendo i loro comportamenti carenti. La finalità del PAS è quella di modificare l’individuo in maniera durevole, aumentando la sua capacità di anticipare il pensiero all’azione (un momento…sto pensando è appunto lo slogan di tutti gli strumenti).
§ A chi può essere applicato?
A tutti, dagli 8 anni fino all’anzianità, per stimolare o ripristinare le funzioni cognitive che, per qualche ragione, non hanno un funzionamento efficiente: un cervello in declino numerico, secondo le nuove ricerche, non è minato necessariamente nella sua funzionalità, purché colleghi i neuroni che gli restano disponibili. Questa plasticità si apprezza particolarmente nel recupero da ictus o altre offese cerebrali e se alcuni neuroni muoiono, quelli vicini sono in grado di vicariarli bene e in modo naturale; in tutto ciò risultano determinanti gli stimoli esterni, infatti le formazioni di sinapsi avvengono quando vi sono informazioni ambientali da elaborare. Il PAS, inoltre, può essere applicato anche a persone analfabete o semianalfabete in quanto l’applicazione non richiede conoscenze pregresse. Inoltre la teoria della modificabilità cognitivo – strutturale supporta ipotesi di apprendimento che riguardano tutto l’arco della vita, valorizzando il ruolo dell’ambiente e delle relazioni umane, atte ad intensificare lo sviluppo dell’individuo. Da qui prende strada l’idea, divenuta certezza in seguito alle nuove scoperte delle neuroscienze, che i programmi cognitivi sono efficacissimi anche nella formazione degli adulti in genere. La vita lavorativa di ognuno diviene cosi un luogo in cui apprendere e migliorarsi è prassi comune e la formazione continua è oramai necessaria in ogni ambito, al fine di aggiornarsi e trovarsi al passo coi tempi. Ciò rappresenta uno dei motivi chiave per cui il Metodo Feuerstein, prima all’estero e oggi in Italia, entra nelle aziende per la formazione del personale dirigenziale e non. Progetti di educazione e formazione degli adulti trovano risposte adeguate nell’applicabilità del metodo, al fine di migliorare i processi di apprendimento dell’adulto, migliorarne la flessibilità, il pensiero strategico, ecc.
§ Chi può applicarlo?
Il mediatore, chiamato anche applicatore PAS, ovvero colui che si è formato presso i centri autorizzati dall’ICELP (Centro di potenziamento per l’apprendimento con sede a Gerusalemme e diretto dal Prof. Feuerstein). I centri autorizzati sono oggi distribuiti più o meno in tutta Italia e presso le sedi si attivano con frequenza i corsi per divenire mediatore Feuerstein. La particolarità di questa esperienza è rappresentata dal fatto che il mediatore stesso ne esce modificato. Sin dalle prime lezioni, pertanto, si sperimentano i benefici delle applicazioni su se stessi, divenendo credibili agli altri.
Il mediatore, in pratica, si fa carico “intenzionalmente” degli apprendimenti degli allievi, filtra gli stimoli e li seleziona, attivando i processi mentali. Il suo mediare è ispirato a dei criteri detti appunto “criteri della mediazione”. Pertanto, “modificare e modificarsi” è uno dei criteri fondanti, presente in ogni rapporto di mediazione (reciprocità).
§ In quali contesti può essere applicato?
In tutti i contesti: scolastici, riabilitativi, formativi, ecc.. Il metodo trova applicazione in contesti di normalità, per stimolare e migliorare le funzioni cognitive; in contesti di eccezionalità, per arricchire ulteriormente e puntare alle eccellenze; in contesti di difficoltà, handicap, deprivazione, disagio, dispersione scolastica, ecc.. Tutti possono sottoporsi alle applicazioni del PAS, trovando beneficio e riscontrando personalmente che la modificabilità è possibile in tutti i casi ed a tutte le età.
§ Perché, in contesti scolastici, oltre i già cospicui programmi didattici, può essere utile l’applicazione del metodo?
Il metodo, come già detto, può trovare applicazione nei contesti scolastici per singoli allievi o nel gruppo classe come potenziamento delle abilità cognitive; laddove, inoltre, riesce difficile o impossibile applicare i programmi scolastici, con l’utilizzo del PAS si possono somministrare lezioni diverse, che vanno aldilà dei contenuti didattici, atti a risvegliare la mente o meglio a riattivare i processi mentali, con ricadute inevitabili sulle discipline scolastiche, sul proprio vissuto e offrendo all’individuo nuove ed inaspettate possibilità. Le lezioni, somministrate attraverso schede strutturate ed a difficoltà graduale, offrono all’allievo materiali che non alimentano l’insuccesso scolastico ma motivano e accrescono l’autostima e, grazie alla costante presenza di un mediatore, conducono l’allievo all’acquisizione naturale di nuovi concetti, di strategie operative, con evidente scambio culturale, crescita e arricchimento individuale. A distanza di anni adesso, credendo fermamente nella Teoria del Prof. Reuven Feuerstein sulla Modificabilità Cognitiva Strutturale e seguendo i percorsi di formazione sul PAS "io stessa" in qualità di insegnante, posso affermare di esserne uscita modificata, aperta alla mediazione e al continuo confronto, naturalmente, senza particolari sforzi. Inoltre, applicando il metodo a giovani diversamente abili di età adulta e lontani o addirittura privi di esperienza scolastica posso dire di essermi trovata più volte incredula di fronte al loro interesse per il lavoro intrapreso, per le loro generalizzazioni, per il modo spontaneo di operare e per l’esecuzione naturale di alcune pagine, in taluni casi ritenute difficili, se non impossibili… Ho compreso che il nostro cervello ci offre possibilità infinite di “ripresa”, sempre e comunque, se opportunamente stimolato. Inoltre gli allievi modificano il loro modo di comunicare e di relazionarsi con il mediatore e/o con il gruppo, divenendo gradualmente essi stessi, per dirla come Feuerstein, “generatori attivi di informazioni”. Ricadute evidenti si riscontrano inoltre sul miglioramento delle capacità mnemoniche e sul divenire flessibili, imparando a trasferire altrove quanto appreso con il Metodo Feuerstein.
Riprendo una frase della Dott.ssa Paola Vanini, la quale nel suo libro “Potenziare la mente? Una scommessa possibile” ha dedicato il testo - a quanti, insegnanti ed educatori, si lasceranno muovere dalla curiosità e dal bisogno di “provare a cambiare”- con l’auspicio che la semplice conoscenza del metodo Feuerstein si traduca in coinvolgente passione ed impegno per la modificabilità di ciascuno.
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