venerdì 17 gennaio 2014

Psicologia e ...dintorni.



Le resistenze e il transfert
Di ALBERTO GAMBARDELLA


“Le resistenze accompagnano il trattamento ad ogni passo, ogni singola associazione; ogni atto della persona in trattamento deve fare i conti con le resistenze che rappresentano un compromesso tra le forze tendenti alla guarigione e quelle che vi si oppongono" (Freud, 1911).


Cosa sono le resistenze

Per resistenza intendiamo riferirci all'intervento di una forza, che si sviluppa attraverso atteggiamenti (mancati e non), pensieri, discorsi, modi di essere, che impedisce e si oppone tenacemente alla presa di coscienza di dinamiche inconsce.
Le resistenze vennero individuate da Freud nell'esperienza della pratica terapeutica: "quando ci accingiamo a far guarire un ammalato, a liberarlo dai suoi sintomi morbosi, egli ci oppone una resistenza violenta e persistente per tutta la durata del trattamento … La resistenza è di moltissime specie, estremamente scaltra, spesso difficile da riconoscere, proteiforme nelle sue manifestazioni" (S. Freud, "Introduzione alla psicoanalisi").
Freud riscontrò che, nel corso delle sedute, ci si imbatte inevitabilmente in una serie di fenomeni che si oppongono al ricordare e che tendono a mantenere la rimozione ostacolando il cambiamento e dunque il trattamento stesso.
Più propriamente la resistenza è un insieme di fenomeni difensivi che si attivano principalmente all'interno della relazione tra allievo (paziente) e guida (terapeuta, analista etc.).
Come già sottolineato da Freud, tale relazione manifesta, attualizzandole, difese che fanno parte dell'organizzazione psichica del paziente. Si tratta di difese arcaiche che si riattivano proprio nel setting terapeutico, nel momento in cui una persona decide di farsi aiutare da qualcuno, di aprirsi, di andare verso qualcuno.

Cos'è il transfert
Freud, inoltre, osservò che le resistenze utilizzano, per attualizzarsi, il modello del transfert.
Il transfert (detto anche traslazione) indica una condizione emotiva che caratterizza la relazione dell'allievo (paziente) nei confronti della guida (terapeuta, analista etc.).
Il transfert invece della guida (terapeuta, analista) sull'allievo (paziente) è denominato controtransfert.
Il transfert rappresenta la ripetizione, la messa in scena, di una relazione più antica legata ad intense spinte libidiche. Pulsioni, sentimenti, quasi sempre di natura ambivalente (cioè che comprendono atteggiamenti di odio e amore) e conflittuale, vissute nel passato nei confronti di figure fortemente significative (madre, padre, fratelli), vengono riattivati e attualizzati.
Tali impulsi vengono trasferiti sulla guida (terapeuta, analista) direttamente dalle relazioni originarie, per questo Freud usò il termine transfert che sta per trasferire.
Esiste un transfert positivo e uno negativo in base alla qualità dei sentimenti che possono essere affettuosi od ostili. Come vedremo più avanti, Reich si rese conto (e noi lo condividiamo) che soprattutto all'inizio del trattamento nessuno può produrre un autentico transfert positivo e che dunque il transfert positivo va considerato anch'esso un transfert negativo latente.
Riassumendo: nel transfert cosiddetto positivo si nasconde inconsciamente l'aspettativa (pretesa) di essere amati in chiave infantile (bisogno d'amore) che genera successivamente atteggiamenti di forte delusione aperta o nascosta; nel transfert negativo l'atteggiamento ostile è manifesto.
In entrambi i casi si utilizzano le sedute non per capire, conoscere e sperimentare metodologie evolutive, ma per riempire fantasmaticamente i propri vuoti affettivi infantili.
Il tentativo fantasmatico di ottenere l'amore non ricevuto (soddisfazione degli impulsi libidici infantili) o di vendicarsi va incontro a inevitabili e profonde delusioni che alimentano e rinforzano tutte una serie di resistenze, alcune delle quali sono elencate qui sotto.
Le resistenze si strutturano e organizzano quando il desiderio di sciogliere il proprio orgoglio e odio infantile per evolvere e costruire un amore autentico, viene sostituito con l'attaccamento incestuoso al bisogno infantile (pretesa) di essere amati, accettati, capiti, consolati ecc: ottenere nel presente la madre che non si ha avuto oppure vendicarsi contro la madre avuta.

Reich e il trattamento delle resistenze

Vi ricordo che Reich nel 1920 diviene membro della Società di psicanalisi e comincia ad approfondire alcuni principi legati alla tecnica psicoanalitica.
Dal 1924 al 1930 dirige un seminario tecnico in cui tenta di sistematizzare la terapia psicoanalitica gettando le basi della vegetoterapia, metodo che lo porterà progressivamente a distaccarsi da Freud (nel 1934 viene espulso dalla Società di psicanalisi).
Sarà proprio nel corso di questi seminari che Reich svilupperà un particolare interesse per il trattamento delle resistenze. Tale interesse culminerà nel 1933 nella pubblicazione del testo "Analisi del carattere" poi ampliato in successive edizioni.
Già Freud aveva compreso come l'analisi delle resistenze e del transfert costituissero due punti fermi del trattamento psicoanalitico. Il punto di intersezione tra il transfert e le resistenze è costituito dal fatto che ogni bisogno libidico insoddisfatto tende ad attualizzarsi.
L'allievo (il paziente) tenta di ottenere a livello inconscio ciò che non ha ricevuto in passato: "il paziente nel transfert cerca di sostituire l'interpretazione analitica con il soddisfacimento dei vecchi desideri amorosi e dei vecchi impulsi di odio, rimasti insoddisfatti oppure si difende contro il riconoscimento di questi atteggiamenti. Il transfert, nella maggior parte dei casi, diventa esso stesso resistenza, cioè ostacola il progresso del trattamento." (W. Reich, "Analisi del carattere").
Come già accennato prima, Reich sostiene che nessun paziente può produrre all'inizio un autentico transfert positivo: "per autentico si intende una tendenza erotica oggettuale non ambivalente atta a costituire la base di un rapporto intenso con l'analista". (W. Reich, "Analisi del carattere").
Esiste inizialmente e inconsciamente solo un transfert negativo latente (nascosto, camuffato) e/o un transfert negativo manifesto: "Se per prima cosa vengono proiettati impulsi di odio, allora la resistenza è chiaramente negativa [transfert negativo manifesto].
Se questo accade insieme a tendenze di amore [transfert negativo latente], allora la resistenza da transfert viene preceduta per un certo periodo di tempo da un transfert positivo manifesto, ma non conscio.

Regolarmente questo transfert si trasforma in transfert negativo reattivo da una parte perché non manca mai la delusione, e dall'altra perché il paziente si difende contro esso non appena, sotto la pressione esercitata dalle tendenze sensuali, vuole divenire conscio e ogni difesa crea atteggiamenti negativi" (W. Reich, "Analisi del carattere").
Reich si rese conto che i tentativi terapeutici adottati fino ad allora per affrontare le resistenze erano insufficienti. Tali tentativi si basavano su persuasione, incoraggiamenti e/o rimproveri che spesso finivano per aggirare e/o occultare le resistenze.
Inoltre gli sforzi del paziente per rispettare la regola fondamentale (dire ciò che si pensa e prova senza censure) fallivano proprio a causa dei contro-investimenti operati dalle resistenze.
Era poco probabile che il paziente riuscisse ad esprimere con le parole le resistenze, dunque il problema rimaneva aperto.
Queste e altre critiche alla tecnica psicoanalitica di allora, portarono Reich a sviluppare nuovi principi tecnici.
L'intuizione di Reich riguardo al trattamento delle resistenze si basa su di un assunto: soprattutto nelle fasi iniziali del processo terapeutico e comunque in ogni fase in cui si presentano resistenze è più importante il "come", il "modo" in cui si esprime il paziente piuttosto di "che cosa" dice il paziente.
Tecnicamente ne deriva un principio terapeutico secondo il quale prima di affrontare i contenuti di una comunicazione terapeutica vanno smascherate le resistenze che si nascondono dietro i modi di essere attuali del paziente.
Per Reich oltre ai sogni, ai lapsus, alle dimenticanze costituiscono materiale analitico soprattutto quegli elementi relativi al mondo della cosiddetta comunicazione non verbale quali:
·        l'aspetto esteriore: modo di vestirsi molto ricercato o trasandato, provocante e seducente od occultante, l'uso di colori appariscenti e vistosi o spenti e cupi etc.
·         il comportamento: cortesia e formalità o atteggiamento sfidante e critico, timidezza o spavalderia, occhi che guardano o che evitano lo sguardo, occhi disprezzanti o vacui e velati, modo di salutare, di stringere la mano, di abbracciare, il contatto cercato o evitato, il modo di camminare (goffo, in punta di piedi, rigido ecc)
·        il linguaggio: con toni alti (squillanti) o bassi, lentamente o velocemente, con drammatizzazioni o tendente a sminuire, essere volgari o pudici, l'uso del "devo", del "niente" del "non lo so" etc.
·        la mimica: toccarsi parti del viso, toccarsi i capelli, coprirsi il viso o gli occhi con le mani, mordersi le labbra, le unghie o le dita, stare seduti sbracati o impettiti, accartocciati, con le gambe accavallate, strette o spalancate etc.

In definitiva per Reich è fondamentale che l'allievo (il paziente) comprenda:
    che si difende da qualcosa
    con quali mezzi (resistenze) si difende (i suoi modi di essere attuali)
    da che cosa si difende (associazione dei modi infantili con quelli attuali).
Noi dell'Arcano riteniamo che sia necessario per l'allievo imparare a conoscere le proprie resistenze e tagliare, attraverso un lavoro costante, tenace e paziente, le complicità con esse predisponendosi così ad accogliere e trasformare le offese e i dolori dai quali le resistenze lo proteggono.
L'elaborazione dei vari strati di resistenze rappresenta uno dei lavori più delicati e importanti del lavoro terapeutico: il cammino verso il coraggio della resa (cioè l'arrendersi, il contrario di resistere).
Mi fa piacere riportarvi alcune frasi di E. Tolle a riguardo: "Arrendersi vuol dire una profonda accettazione di ciò che accade. Aprirsi alla vita. La resistenza è una contrazione interiore, un indurirsi della corazza dell'ego. Siete chiusi. E qualunque azione intraprendiate in uno stato di resistenza interiore, che potremmo anche chiamare negatività, creerà ancora più resistenza all'esterno e l'universo non sarà dalla vostra parte. Una nuova dimensione di coscienza si apre quando non opponete resistenza interiormente, quando vi arrendete." (E. Tolle, "Un nuovo mondo").



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