mercoledì 16 maggio 2012

Psicologia e dintorni



Apraisal e Reappraisal
Le strutture cerebrali considerate cruciali per l’elaborazione e la regolazione delle emozioni sono:
-   l’amigdala: centrale nell’evocazione e nel mantenimento delle emozioni legate alla paura, come di tutte le altre emozioni negative e per il riconoscimento delle espressioni facciali aggressive; l’amigdala può essere considerata la base neurologica per eccellenza degli stati emotivi;
      
- l’ipotalamo: è collegato all’amigdale e determina la risposta fisica emozionale (modifica del battito cardiaco, della pressione sanguigna, della salivazione, del ritmo del respiro, della sudorazione e del diametro pupillare);
-   l’insula: è fortemente coinvolta nell’emozione del disgusto e sembra determinare il senso di sé (quando diciamo <<mi sento …>>> è lei in primo piano);
-  l’ippocampo: è fondamentale per la formazione delle paure apprese.

Un ruolo importante hanno i neuroni-specchio che sono attivati sia quando un soggetto esegue un movimento, sia quando il soggetto vede lo stesso movimento eseguito da un altro.

I processi di regolazione emozionale, nelle società complesse, funziono secondo due canali intrecciati:
- le risposte emozionali agiscono automaticamente, secondo i meccanismi cerebrali connessi allo stile emozionale;
- le risposte emozionali possono essere modulate attraverso l’uso di strategie emozionali fondate su processi cognitivi (appraisal), grazie alla capacità delle regioni prefrontali di influenzare la reattività dell’amigdala e, dunque, di regolare le emozioni.
Un esempio di strategia emozionale? Reagire ad un’offesa con una risposta tagliente piuttosto che con un’aggressione fisica è, ad esempio, una maniera più efficace di manifestare la rabbia, quando la norma sociale vieta di gestire i conflitti malmenando l’antagonista.
Reprimere l’emozione negativa, anziché modularla, ha – invece - effetti negativi sullo stato di salute.
La rabbia e l’ostilità represse hanno, infatti, effetti devastanti sul sistema cardiovascolare.

Cos’è l’appraisal?

Da Magda Arnold (1960) è mutuato il concetto di appraisal, indicante la valutazione immediata ed automatica di un evento come positivo o negativo per il benessere e gli scopi individuali.
Nella concezione di Arnold, poi ripresa da un larghissimo numero di studiosi (Frijda, Oatley, Collins, Scherer e altri), l’appraisal è il processo di mediazione cognitiva fra lo stimolo e il suo significato soggettivo, da cui si generano le emozioni.
Si può, in sintesi, dire che esiste un appraisal primario, che è la valutazione immediata e automatica di una transazione con l’ambiente come rilevante o meno per gli scopi dell’individuo, ed un appraisal secondario, che è l’ulteriore valutazione di una transazione soggettivamente rilevante effettuata in base alle prospettive di coping (strategie di risoluzione) che l’individuo può mobilitare per gestirla (Lazarus).
Lazarus, Speisman e altri studiosi hanno rilevato che il potere stressante di uno stimolo varia in funzione della sua valutazione, cioè gli effetti dello stimolo emotigeno cambiano a seconda delle persone e di contesti.
A questo punto entra in campo il ruolo del reappraisal, che è la modificazione del significato attribuito ad un evento emotigeno alla luce di informazioni o di considerazioni acquisite o formulate prima, durante o dopo il suo accadere.

Lazarus, Speisman e altri studiosi hanno effettuato esperimenti per indagare sulle reazioni allo stress, in relazione alla valutazione dell’evento.
Essi hanno sottoposto un gruppo di persone alla visione di un film, preparandone la visione. Il film descrive un rito d’iniziazione maschile in uso presso una tribù primitiva australiana, consistente in una sequenza di subincisioni palesemente dolorose e la cui visione provoca negli spettatori marcate reazioni di stress.
Le strategie messe in atto per verificarne l’impatto emotivo sugli spettatori sono state:
-          intellettualizzazione: il film viene presentato come un <<interessante studio antropologico dei costumi degli aborigeni>> senza fare alcun riferimento a ciò che possono provare i ragazzi sottoposti al rito di iniziazione (atteggiamento distaccato e analitico);
-          diniego e formazione reattiva: vengono negati sia i rischi per la salute dei ragazzi sottoposti al rito, sia la loro sofferenza, anzi viene enfatizzata l’importanza del rito di passaggio e l’orgoglio degli iniziandi per il futuro ingresso nella società maschile adulta;
-          condizione di controllo: il film è presentato senza alcun commento sonoro;
-          condizione di accentuazione dello stress (traumatico): il commento sottolinea i pericoli e la dolorosità del rito.
I risultati mostrano che, rispetto alla condizione di controllo, le due condizioni di appraisal difensivo (intellettualizzazione e diniego / formazione reattiva) sono in grado di ridurre significativamente sia l’esperienza emotiva soggettiva negativa, sia le reazioni fisiologiche allo stress, che invece sono incrementate nella condizione di appraisal traumatico.

Altri studi hanno rilevato, inoltre, che anche l’inibizione dell’espressione dell’emozione negativa ha effetti deleteri sulla salute perché ne riduce l’espressione, non l’intensità del vissuto.

Gli studi correlazionali hanno, infatti, dimostrato che l’uso abituale della soppressione espressiva delle emozioni si associa ad un aumento delle emozioni negative, tra cui il senso di inautenticità, e a una diminuzione di quelle positive; a una minore condivisione delle proprie emozioni, a una minore richiesta di sostegno sociale e a relazioni di amicizia meno strette; a più bassi livelli di autostima e di ottimismo, a un maggior senso d’insoddisfazione della propria vita, a più elevati livelli di depressione e a un minor livello di benessere psicologico complessivo (Gross e John).

La letteratura indica perciò quanto la regolazione delle emozioni negative sia rilevante per la salute: come fattore che favorisce la malattia nel caso di una regolazione inadeguata, o viceversa come fattore preventivo in grado di modulare l’impatto sulla salute delle emozioni negative correlate allo stato di malattia.
Bibliografia:
O. Matarazzo, V.L. Zammuner (a cura di), La regolazione delle emozioni, Bologna, Il Mulino, 2009
N.H. Frijda, Emozioni, Bologna, Il Mulino, 1990

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