da "Memorie di un pazzo", capitolo settimo.
"Questi sono i
miei ricordi più teneri e insieme più penosi....
Sono vivi nella mia memoria e
quasi ancora caldi nella mia anima, per come l'han fatta sanguinare".
[...]
Allora tornerà
certamente la gioia sulla terra, quando questo vampiro bugiardo e ipocrita che
si chiama civiltà sarà morto; si abbandoneranno il manto regale, lo scettro, i
diamanti, il palazzo che crolla, la città che va in rovina, per andare a
raggiungere la giumenta e la lupa.
Dopo aver trascorso la
sua vita nei palazzi e dopo essersi logorato i piedi sul selciato delle grandi
città, l’uomo andrà a morire nei boschi.
La terra sarà inaridita
dagli incendi che l’avranno arsa e, ricoperta interamente dalla polvere delle
battaglie, dopo che l’alito di desolazione passato sugli uomini sarà passato
anche sopra di essa, non darà più se non frutti amari e spini, e le razze si
estingueranno sul nascere, come le piante battute dai venti che muoiono prima
di aver fiorito.
Poiché tutto dovrà pur
finire, e la terra sarà certo consumata a furia di essere calpestata; poiché l’immensità
deve pur essere stanca infine di questo granello di polvere che fa tanto rumore
e turba la maestà del nulla. L’oro dovrà pur consumarsi a forza di passare di
mano in mano e di corrompere; questo
vapore di sangue dovrà placarsi, il palazzo crollare sotto il peso delle
ricchezze che nasconde, l’orgia finire e noi tutti ridestarci.
Allora scoppierà un’immensa
risata di disperazione, quando gli uomini vedranno questo vuoto, quando
bisognerà lasciare la vita per la morte, per la morte che mangia, che ha sempre
fame. E tutto si creperà per sprofondare nel nulla, e l’uomo virtuoso maledirà
la sua virtù e il vizio applaudirà.
Pochi uomini ancora
erranti in una terra arida si chiameranno reciprocamente; andranno gli uni
verso gli altri, ma indietreggeranno di orrore, spaventati da se stessi, e
finiranno per morire.
[…]
La pietra precipiterà
all’improvviso, schiacciata da se stessa, e l’erba vi crescerà sopra. E i
palazzi, i templi, le piramidi, le colonne, mausoleo del re, tumulo del povero,
carogna di cane, tutto alla medesima altezza, sotto i prati della terra.
Allora, il mare senza
dighe lambirà placidamente le sponde e andrà a bagnare coi suoi flutti la
cenere ancora fumante delle città; gli alberi cresceranno, inverdiranno, senza
una mano che possa abbatterli e frantumarli; i fiumi scorreranno in prati
fioriti, la natura sarà libera, senza uomo che possa coartarla…
Nessun commento:
Posta un commento