Da "Istituto Italiano per gli studi filosofici"
Petizione pubblica
Petizione In
favore dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
«[...] mi chiedevo se un giorno sarebbe nata un'istituzione che fosse in grado di risvegliare a nuova vita la nostra tradizione culturale ormai irrigidita dalle regole di una società burocraticamente organizzata e finalizzata all'ideale del profitto economico. Era mai possibile una tale istituzione? Oggi, come membro dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici posso affermare che ciò è possibile. [...] Spero, pertanto, che questa "nuova" istituzione non resti l'unica, ma sia modello per tutta l'Europa e per tutti quei paesi del mondo che si prefiggano lo scopo di realizzare una cultura libera da rigidi schemi precostituiti, all'insegna di una solidarietà che sia garanzia di pace [...]». Hans-Georg Gadamer
la Biblioteca dell'Istituto Italiano per
gli Studi Filosofici, messa insieme da Gerardo Marotta in mezzo secolo di
pazienti ricerche presso fondi librari e antiquari in tutta Europa, costituisce
il nucleo fondamentale dell'Istituto fondato nel 1975 a Roma, nella sede
dell’Accademia dei Lincei, da Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani,
Giovanni Pugliese Carratelli e Gerardo Marotta, che ne è anche il presidente.
La Sovrintendenza ai beni librari della Regione Campania ha riconosciuto nel
2008 il valore di questa raccolta, che oggi conta circa trecentomila opere, dichiarando
che essa «presenta i segni di uno sforzo ragionato di gestione e sviluppo,
frutto, non di casuale sedimentazione, ma delle attività di studio, ricerca e
formazione promosse dall'Istituto di appartenenza». La delibera, attestando «il
grande valore bibliografico e culturale» della biblioteca, decreta «la
necessità di salvaguardarne l'inscindibile legame con l'Istituto di emanazione»
e «l'opportunità e l'utilità sociale di predisporne le migliori condizioni di
fruizione pubblica».
Fu in questo spirito che la Regione, già
nel 2001 con delibera n. 6039, individuò come sede della biblioteca i locali
dell'ex-CONI in Piazza Santa Maria degli Angeli n. 1, a pochi passi da Palazzo
Serra di Cassano, sede dell'Istituto, al fine di garantire la necessaria vicinanza
tra la biblioteca e il luogo in cui quotidianamente si svolge un'intensa
attività di seminari, così da assicurare la fruibilità del patrimonio librario
al vasto pubblico di studiosi e ricercatori. Venne dunque formulato un progetto
che, tenendo conto dei locali disponibili e dello spazio occupato dai volumi,
consentisse, attraverso un sistema di scaffalature compatte, una sistemazione
adeguata, congrua e razionale della raccolta.
Tuttavia, inspiegabilmente, l’attuale
Giunta regionale emana nel 2011 un nuovo atto che opera una radicale inversione
di rotta rispetto al complesso processo iniziato dieci anni prima: con la
delibera n. 283 si inseriscono due elementi che minacciano di stravolgere
letteralmente il progetto originario per cui erano stati stanziati anche
specifici fondi europei. Viene difatti prospettata per i locali individuati
l'utilizzazione «come fondo iniziale dei volumi che obbligatoriamente vengono
trasmessi in copia alla Regione Campania da editori e aziende tipografiche
allorquando pubblicati» e l'attivazione di una «Biblioteca pubblica “a scaffale
aperto”». Ciò significherebbe non solo sfregiare l'armonica razionalità interna
della raccolta dell’Istituto, che la rende specchio di una dimensione culturale
internazionale, con l'inserimento di un fondo avente come unico criterio quello
dell'appartenenza geografica regionale, ma significherebbe soprattutto impedire
materialmente l'allocazione della biblioteca dell'Istituto, la cui dimensione è
tale da occupare per intero lo spazio dei locali e solamente qualora sia
rigorosamente seguito il progetto delle scaffalature compatte.
L'estenuante lentezza e l'infelice esito di
questo processo testimoniano la trascuratezza con cui è stato considerato negli
ultimi anni l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che secondo l'UNESCO
non ha termini di paragone nel mondo e che oggi, privato dei fondi necessari al
suo pieno funzionamento, rischia di dover chiudere. È inaccettabile assistere a
questo avvilimento dell'Istituto e alla sepoltura della sua biblioteca in un
triste deposito, un ex capannone industriale di Casoria, per opera della miopia
e dell'inerzia ostinata di alcuni dirigenti amministrativi.
Chiediamo, pertanto, che la Regione revochi
la delibera del 21 giugno 2011 e ripercorra con urgenza la strada tracciata
dalle delibere dell’amministrazione Bassolino e della Sovrintendenza
bibliografica regionale, aprendo finalmente al pubblico un grande patrimonio
librario, e che, su sollecitazione del Ministero dei Beni culturali, il Governo
presenti un disegno di legge al Parlamento diretto a garantire un finanziamento
stabile per l'Istituto che consenta di ripianare gli oneri finanziari derivati
dal ritardo, quando non dal venir meno per alcuni anni, degli stessi
contributi, e che permetta il pieno svolgimento delle sue attività di ricerca e
della sua funzione civile.
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Read and
sign the petition in English:
The Library
of the Italian Institute for Philosophical Studies was
assembled by
Gerardo Marotta during a half century of painstaking
research in
library and rare-book collections throughout Europe. It
constitutes
the essential core of the Institute, founded in Rome in
1975, at the
headquarters of the Accademia dei Lincei by Enrico Cerulli,
Elena Croce, Pietro Piovani, Giovanni
Pugliese Carratelli and Gerardo
Marotta, who is also its
president. The Regional board of Campania for
bibliographic heritage recognized the importance of this collection in
2008, which
presently holds about three hundred thousand works, stating
that it
"clearly manifests a critical endeavour in its management and
development;
it is not an accidental production, but the result of the
study,
research and formation promoted by the Institute to which it
belongs." It sanctions the project, acknowledging the library’s
"important bibliographic and cultural value", upholds
"the obligation to
safeguard
the inseparable link with the Institute that created it" and
"the
desirability and social benefit in establishing the best conditions
possible for
public use".
It was in
this spirit that the Regional government, back in 2001, by
means of
resolution no. 6039, selected the premises of the former CONI
in Piazza
Santa Maria degli Angeli n. 1 as the site of the library, only
a few steps
away from the Palazzo Serra di Cassano, seat of the
Institute.
The location was chosen in order to ensure the necessary
proximity
between the library and its Institute, where the sustained
activity of
daily seminars takes place, thus securing access to the
library
resources for the large community of scholars and researchers.
Therefore, a
project was formulated which, taking into account the
available
area and the space that the volumes would occupy, permitted,
through a
system of compact shelving, an apt disposition of the
collection,
meeting the requirements of its users and made in accordance
with a
suitable methodology.
Nevertheless, the current Regional government issued inexplicably a new
bill in
2011, which radically reverses the complex process started ten
years
earlier: through resolution no. 283, two factors literally
threaten to
overturn the original project for which specific European
funds were
also allocated. Indeed, it has been proposed to use the
aforementioned premises "as the initial holding for the copies of
books
that are
compulsorily sent to the Region of Campania by publishers and
printing
companies" and the launch of a "Public library with open access
to
shelves." This would entail not only defacing the internal harmonic
coherence of
the collection of the Institute, which makes the library an
exemplar of
an international cultural dimension, through the insertion
of a
collection of books whose sole standard is a shared publication in
a specific
geographical region, but it would above all else physically
prevent the
disposition of the holdings of the library of the Institute,
whose size
is such as to occupy the entire space of the premises, even
though the
use of compact shelving is strictly followed.
The
enervating inertia and the unfortunate outcome of this process
testify to
the negligent disregard for the Italian Institute for
Philosophical Studies in recent years, which, the UNESCO has noted, is
unrivalled
worldwide, yet, deprived of the money needed for its full
operation,
presently risks having to close its doors. It is unacceptable
to stand
aside and witness the debasement of the Institute and the
burial of
its library in a sorry deposit, a former warehouse in Casoria,
through the
short-sighted work and wilful inaction of a few
administrative overseers.
We ask,
therefore, that the Regional government should revoke the
decision of
June 21, 2011 and with all speed retrace the path outlined
by the
decisions of the Bassolino administration and the Regional board
of Campania
for bibliographic heritage, finally making accessible to the
public a
great bibliographic patrimony, and further ask, that, at the
request of
the Ministry of Cultural Heritage, the Government present a
bill in
Parliament intended to ensure stable funding for the Institute
which would
enable it to recover from the financial costs arising from
the delay,
not to mention the absence for several years, of said
funding, so
as to consent the full implementation of its research
activities,
thus fulfilling its civil function.
---
Lege
provocationem Latine conscriptam eamque subsigna:[collegamento]
Institutum
quoddam exstat, cuius opera Urbi Neapoli principatus in
philosophia
iure meritoque datus est, cuiusque auspicio ducentae
studiorum sedes sunt in Italia
meridiana conditae.
Id iam septem et triginta
annos praesidio fuit studiosae iuventuti,
cuius
munificentiae patrocinio longe plus quam tria milia iuvenum olim
usi sunt
hodieque testimonium praestant.
Id etiam
eorum qui nunc artes doctrinasque profitentur clarissimum
quemque in suis aedibus hospitem
habuit, cum circiter quadraginta milia
seminariorum usque adhuc sint ibi
celebrata.
Ex eo alia instituta in Germaniam, in Austriam,
in Galliam manavere
studiorum affinitate consociata.
Ex eius bibliotheca, in qua trecenta milia
voluminum continentur,
complures aliae sunt magnis
elargitionibus locupletatae.
Ibi tria milia operum et quadringenta
typis mandata; ibi duo et viginti
milia acroasium doctorum virorum, qui
saeculo proxime praeterito maxime
claruerunt, vocibus in taeniis
incisa; ibi denique, cum summis auspiciis
tum primorum
coetus Europaei, tum etiam Ordinis Nationum Unitarum atque
illius
consociationis vulgo UNESCO nuncupatae, Encyclopaedia
Philosophiae
Audivisifica iam triginta annos conficitur, opus quidem
insignis futuri providentiae, quae
nostrorum temporum novitatem cultui
humanitatique magna cum utilitate subiecit.
Praesules autem coetus, c.n. UNESCO de eo
instituto adeo bene senserunt,
ut “nullum ei par inveniri” faterentur,
“vel si in toto terrarum orbe
perquisiveris”. “Ope huius
instituti –inquiunt– fit ut Neapoli bonae
artes suum
habeant verum domicilium.”
In eo utique “quidquid eminentis
ingenia nostri aevi protulere, cum Urbi
Neapoli, tum cunctae Italiae colitur,
fovetur, exhibetur,” ut bene dixit
Paulus ille Ricoeur.
Ceterum eius conditor, Gerardus Marotta,
patronus causarum atque de
cultu cum primis bene meritus, ob innumera
quae contulit beneficia est
publicis praemiis honestatus,
quorum titulus a senatu Europaeo honoris
causa delatus, praemia a Goethe et a
Petro Magnifico nuncupata, et
receptio in Legionem honoris Rei Publicae
Francogallorum, quaedam tantum
sunt, quae de acervo desumpta memoramus.
Quae cum ita sint, Institutum Italicum
philosophiae studiis provehendis
suo merito honore decorandum esse
existimamus idque omnibus votis
petimus, ut, sumptibus
publicis ex consulto designatis, ea laude floreat
quae
eminentissimis institutis in Italia sitis contigit, sicut Academiae
Lynceorum et
Academiae a Furfure (vulgo della Crusca) nuncupatae.
Nos quidem,
fisi Magistratus et senatum nostris precibus haudquaquam
defuturos, una cum Iacobo Derrida ita
praedicare audemus: ‘fore olim
clarum ac manifestum quantum Gerardus
Marotta prospexerit, idque pro
temporibus nostris quam provide.’
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