Principi di psicologia
topologica - Kurt Lewin
Il testo “Principi di psicologia topologica”, pubblicato nel ‘36
e dedicato a Kohler, costituisce un riferimento teorico significativo, per la
rappresentazione dei processi psicologici da un punto di vista spaziale.
Lewin propone infatti l’applicazione di un modello
rappresentativo di tipo matematico ai fenomeni psicologici. Tale modello
utilizza:
- la topologia, una modalità di rappresentazione spaziale, che
permette di considerare tutti gli elementi interagenti e che producono effetti
nella vita di una persona
- la dinamica, una modalità di rappresentazione vettoriale, che
permette di considerare tutti i movimenti possibili dal punto di vista delle
forze in gioco (direzione, equilibrio, tendenza, tensione, solidità).
Obiettivo di Lewin è la formulazione di un modello teorico
unitario applicabile ai diversi campi della psicologia. L’unitarietà è
ricercata nel punto di vista a partire dal quale siamo in grado di cogliere la
complessità di una situazione nel qui e ora senza volgersi a ricercare nel
passato le cause che l’hanno determinata, ma con uno sguardo rivolto a definire
gli eventi che a partire da quella situazione sono possibili o non possibili.
È un ottica che per Lewin consente di superare la tendenza alla
specializzazione e alla settorialità della psicologia e nel contempo di
rappresentare fenomeni molto diversi tra loro: dal comportamento, alle
emozioni, ai processi di pensiero, ai valori, ai rapporti sociali... perché
presenta i fatti nella “loro reciproca dipendenza”, come espressione di una
situazione concreta che riguarda una determinata persona in una determinata
situazione: la situazione è ciò che viene in figura, ma essa è profondamente
interrelata e determinata dallo sfondo, quello che Lewin pone al centro e
chiama lo “spazio di vita psicologico”.
Lo spazio di vita include tutto ciò che ha influenza nelle vita
di una persona: dove uno vive, il suo ambiente sociale, il suo status
giuridico, la sua professione, ma anche le aspirazioni, le convinzioni, gli
ideali, i sogni ad occhi aperti, gli avvenimenti che si verificano
indipendentemente e che hanno un riflesso sulla sua vita.
Una volta fatto questo, una volta preso in considerazione lo
spazio di vita psicologico come un “tutto” , lo sfondo (la totalità degli
eventi possibili per una persona in quella determinata situazione, situazione
che dipende dalla persona e dall’ambiente), si può considerare cosa entra in
figura in un determinato momento di vita; si possono avere gli strumenti per
comprendere quali eventi sono possibili e quali non sono possibili per quella
persona.
Prendere una decisione, di sposarsi o iniziare una causa legale,
nota Lewin, è qualcosa che una persona fa in armonia con l’intera situazione di
vita, ciò che è sullo sfondo, anche se il più delle volte l’individuo non ne è
cosciente.
La situazione di vita deve essere rappresentata nella maniera in
cui essa è reale per una persona, cioè il modo in cui la influenza, tenendo
presente che di essa fanno parte anche gli avvenimenti esterni che incidono
sull’intera situazione di vita, ampliandola o restringendola. La perdita del
lavoro, così come una promozione incidono sull’intera situazione di vita e non
si limitano a estrinsecare i loro effetti nell’area in cui si producono.
Ogni mutamento della situazione psicologica di una persona non
significa per Lewin altro che questo: sono attualmente possibili (o
impossibili) certi avvenimenti che prima erano impossibili ( o possibili).
Vi sono dei principi che definiscono lo spazio di vita:
1 la realtà: va considerato reale tutto ciò che produce effetti
2 la concretezza: solo “un fatto che costituisce una parte reale
nello spazio di vita e al quale può essere dato un posto nella rappresentazione
della situazione psicologica, può produrre effetti”
3 l’ interazione: un evento è sempre il risultato
dell’interazione di diversi fatti
4 la contemporaneità: solo gli eventi presenti, ciò che esiste
concretamente ora, può produrre effetti. Gli eventi passati possono avere una
posizione solamente nelle catene causali storiche nel suo intrecciarsi con la
presente situazione. Gli eventi futuri, come ad esempio un fine da raggiungere,
sono parte del presente spazio di vita, anche se il contenuto della meta
potrebbe non verificarsi affatto
5 la determinatezza: è fondamentale per la rappresentazione dei
fatti psicologici, che la meta, un’aspettativa, un pensiero siano determinati o
indeterminati: anche un fatto indeterminato è un processo psicologico reale
così come ogni cambiamento del grado di determinazione.
La topologia ci permette di delineare “visivamente” lo spazio di
vita e le regioni ad esso connesse, contigue staccate; consente una
rappresentazione visiva e schematica dello spazio di vita in termini di
separazione, connessione, appartenenza, movimenti possibili, frontiere da
attraversare.
Possiamo vedere come le varie regioni sono connesse e come e
dove sono separate. da qui si può partire per considerare le forze implicate
nei movimenti, nelle locomozioni, negli avvicinamenti, gli allontanamenti, il
superamento di frontiere, l’attraversamento di regioni inesplorate. Tutti i
movimenti richiedono l’azione di forze. La loro analisi mostra le possibili
direzioni, le tendenze, le resistenze, le tensioni, la solidità, l’equilibrio.
Sono questi elementi che a suo avviso ci permettono di prevedere quali dei
possibili eventi potranno realmente verificarsi.
Le frontiere
E’ estremamente importante riuscire a rappresentare cosa è
permesso nel nostro spazio di vita psicologico, dove abbiamo libero movimento,
dove e come sono le frontiere che spesso è pericoloso o proibito attraversare.
Le frontiere possono essere sociali (la proibizione ad un bambino) o fisiche (i
muri di una prigione) o dovute alle proprie limitazioni (ciò che siamo capaci o
no di fare).
La crescita è in generale un progressivo ampliamento dello
spazio di vita, ma la paura di un insuccesso ci può ostacolare nello spazio del
nostro libero movimento, ci confina, ci preclude di entrare in nuove regioni.
Un uomo ricco ad esempio, ha i mezzi per avere maggiori libertà di movimento e
quindi gli sono possibili maggiori libertà di movimento.
La libertà di movimento è sia fisica: mi posso muovere,
avvicinare o fuggire, timidamente o no. Lewin nota che anche avvicinarsi a una
persona nella conversazione è psicologicamente un fatto reale, una sorta di
movimento nello spazio. Oppure, nel caso di una meta, il movimento non è
fisico, ma è comunque movimento. Se Voglio diventare medico ci sono una serie
di tappe. All’inizio la rappresentazione può essere abbastanza indeterminata,
ma ogni tappa, superata o no, produce un cambiamento reale di posizione, anche
sociale. Cose che prima non erano possibili lo diventano. Superando
l’ammissione all’università, un ragazzo supera una barriere tra regioni
diverse. Il fallimento accresce la barriera tra lui e la meta, e può cambiare
le sue aspettative.
Nella locomozione psicologica vi sono anche interspazi, cioè
regioni che sono vuote o pervie, in cui si può spostare in modo differente.
Rappresentare così lo spazio psicologico permette di cogliere la
resistenza che certe regioni oppongono alla locomozione, che sono
psicologicamente importantissime.
Perché nello spazio psicologico ci sono altre cose: persone,
animali, cose. Intere regioni possono assumere uno spazio molto più importante.
Un insuccesso può causare un cedimento del terreno sotto i piedi, una persona
può essere allontanata dal suo fine contro i suoi obiettivi personali, da
qualcosa che accade al di fuori di lui.
Poi è molto importante capire se lo spazio di vita come un tutto
è relativamente stabile o labile.
In alcuni casi la locomozione psicologica trova ostacoli
insormontabili e allora può svilupparsi una forza chiara e determinata in
direzione del fine o si può avere un cambiamento di direzione.
Ma a volte vi è un conflitto interno che può spingere la persona
verso due o più differenti direzioni.
L’uso di concetti spaziali è utile anche per la rappresentazione
psicologica della persona, che appare come un sistema stratificato dove si
possono distinguere regioni centrali e periferiche. È importantissimo nei
problemi di decisione, intenzione, memoria, soddisfazione psicologica,
soddisfazioni sostitutive, emozioni, appurare se appartengono maggiormente a
regioni centrali o periferiche.
In un nuovo ambiente le sue regioni ci sono in un primo momento
poco chiare, ma il grado di chiarezza è determinante per la struttura cognitiva
dello spazio di vita e la sua differenziazione. È essenziale nelle situazioni
in ci si prefigga scopi pratici. Gioca un ruolo essenziale nelle decisioni ,
nella fermezza generale di un individuo, nella sua attitudine al comando.
L’indeterminatezza porta a speciali difficoltà nella
rappresentazione dello spazio di vita. Come ci rappresentiamo qualcosa che è
indefinito? Come ci dirigiamo verso una meta indefinita?
L’indeterminatezza riguarda il contenuto, mentre il fatto
psicologico, l’incertezza e la paura di fronte a una meta, un’immagine, un
pensiero non determinati, sono definiti, se ne possono definire le proprietà.
Rappresentazione spaziale delle decisioni
“L’importanza dell’atto di decidere nei riguardi del
comportamento sta principalmente nel fatto che per questo mezzo l’individuo
cambia la sua posizione”
Questo spiega perché è così importante stare all’interno o
all’esterno di una regione, quando comprendiamo quanto grande è il cambiamento
causato dal passaggio da una regione all’altra, dal cambiamento di direzione e
distanza da altre regioni dello spazio di vita e delle forze che la persona
subisce.
La condizione dinamica di una persona dipende infatti sotto
quasi tutti gli aspetti direttamente dalla sua posizione in una certa regione.
In tutti i problemi psicologici dovremmo chiederci in quale
regione la persona si trova in questo momento o quale cambiamento sta
avvenendo.
All’interno della sua regione la persona può effettuare una
serie di locomozioni liberamente senza dover infrangere la sua frontiera, ma
tutti i cambiamenti che portano a una ristrutturazione, richiedono
l’attraversamento di frontiere.
Le frontiere
Sono quei punti di una regione psicologica che non si possono
oltrepassare senza lasciare la regione. Sono strettamente delimitate, come, ad
esempio, la cerimonia particolare per essere accettati come soci in un circolo.
A volte il passaggio può essere fatto con gradualità, come in una
conversazione; si può non essere consapevoli di aver attraversato una
frontiera.
È importante riuscire a determinare la posizione e l’ampiezza
della zona di frontiera, se essa costituisca una barriera che impedisce la
locomozione.
Le difficoltà nel superare una zona di frontiera o lasciarla non
sono sempre le stesse. Né le zone di frontiera sono uguali in tutti i punti, ci
sono punti più facili da attraversare, zone dove le frontiere sono meno solide.
Anche la frontiera di una persona non è uguale in tutti i suoi punti. Nel
cercare di stabilire il contatto è importante trovare il giusto punto di
accesso.
A volte zone di frontiera possono essere superate solo con
difficoltà perché vi è una zona indeterminata da attraversare. Per attraversare
una zona non strutturata occorre un ponte.
Solo in alcuni casi la porta al fine sociale è conosciuta anticipatamente
e chiaramente perché non è strutturata o lo è solo vagamente dal punto di vista
conoscitivo.
Per questo sono molto comuni le difficoltà derivanti
dall’assenza di determinazione conoscitiva delle zone di frontiera.
L’impossibilità dipende non dalla solidità della barriera o
dell’attrito nell’ambito della zona di frontiera, ma specificatamente dalla
conoscenza che la persona ha. La conoscenza non elimina la barriera e
l’attrito, ma una ricognizione delle proprietà della zona, diminuisce la difficoltà
causate da un’indeterminazione conoscitiva.
Perciò vi è una stretta relazione tra la conoscenza e la
possibilità di attraversare una zona, la conoscenza della zona può mostrare
punti di essa dove è possibile attraversare più facilmente. Ma ancora, la conoscenza
delle zone di frontiera può permettere di trovare un differente tipo di
locomozione che permette di non incontrare resistenza.
Modificazione della struttura del campo
Così come ogni cambiamento nella regione, ogni cambiamento di
posizione porta a un cambiamento di struttura: questa ha solitamente grandi
conseguenze dinamiche. Ma con quale facilità la struttura del campo può essere
cambiata?
Ogni differenziazione o integrazione porta a una
ristrutturazione del campo. Viene qui introdotto il concetto di fluidità: una
situazione è tanto più fluida quanto più piccola è la forza necessaria per
produrre un cambiamento nella situazione, rimanendo stabili gli altri elementi
di essa.
Livelli di realtà irrealtà
Ricordiamo che all’inizio si era detto che, nello spazio di vita
psicologico è reale tutto ciò che produce effetti. Così come la comprensione
della natura intrinseca dei fattori estranei, non psicologici, è determinante
per ogni successo, anche oggetti “psicologicamente irreali” sono
epistemologicamente reali per la psicologia, essi esistono e producono effetti.
Tanto che per Lewin possiamo parlare di movimenti negli strati irreali che
nello strato della realtà
Fluidità, plasticità
Le regioni di maggiore irrealtà corrispondono generalmente a una
maggiore fluidità di quelle a un alto grado di realtà. Ma sono più fluide anche
le situazioni in statu nascendi. Accanto alla fluidità vi è l’elasticità che è
la tendenza di una regione che ha subito un cambiamento a tornare allo stato
originario. Invece la plasticità è la facilità con la quale un cambiamento può
diventare relativamente duraturo. Individui molto rigidi o molto fluidi, sono
difficili da modellare. È difficile la ristrutturazione.
Cristina Cattaneo
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