Disturbo paranoide della personalità
(Appunti)
La paranoia è il sospetto nei confronti di specifiche
situazioni o di certi individui, che sfocia nella convinzione che chiunque li
minacci.
I soggetti con disturbo di personalità paranoide pervengono
all’assunto che ogni situazione, ogni collega
di lavoro, ogni conoscenza costituiscono una potenziale trappola o una
minaccia. Chiusi in quest’ottica rigida e inflessibile, essi rispondono con
circospezione a ogni nuova piega delle circostanze, persino quando questo genere di reazione non è
appropriato.
Vi sono forme leggere e forme gravi di malattia.
Un modello
costante nell’esperienza intima e nel comportamento che devia significativamente
da quanto ci si attende dalla cultura dell’individuo, e che si verifica in
almeno due delle seguenti aree: conoscenza, affettività, funzionamento nei
rapporti interpersonali, controllo degli impulsi. E’ un modello inflessibile e
pervasivo, interessando un ampio raggio di situazioni personali e sociali; sofferenza
e compromissione significativa in ambito sociale, professionale o in altre
importanti aree di attività. Il modello è stabile e di lunga durata con un
inizio che può risalire almeno all’adolescenza o alla prima età adulta.
I soggetti in questione presentano un atteggiamento di grande
diffidenza e sono sempre all’erta, alla ricerca di segnali e accenni di
pericolo o di inganno. Sono sempre alla ricerca della prova che qualcuno ce l’ha
con loro. Sono incapaci di un significativo coinvolgimento emotivo ed è
possibile che vivano da isolati.
Differisce dal disturbo della schizofrenia paranoide e dal
disturbo paranoide delirante. E’ più comune tra i maschi e si sviluppa nei
primi anni dell’età adulta.
Tratti caratteristici su cui si basa la diagnosi di disturbo
di personalità paranoide secondo il DSM-IV: mancanza di fiducia e sospettosità
nei confronti degli altri (devono essere presenti almeno quattro dei seguenti
comportamenti:
- - Sospetto, privo di basi plausibili
- - Preoccupazione, sostenuta da dubbi ingiustificati che amici e colleghi non siano leali o affidabili
- - La riluttanza a confidarsi con gli altri
- - Vedere significati nascosti di negatività o di minaccia
- - Portare costantemente rancore, cioè non perdonare insulti e offese
- - Percezione di attacchi al proprio carattere o alla propria reputazione
- - Sospetti ricorrenti riguardo la fedeltà del coniuge o del partner sessuale.
La posizione schizoparanoide è una modalità fondamentale di
organizzazione dell’esperienza che permane nella psiche umana per tutta la
durata del ciclo vitale.
Il disturbo paranoide di personalità è una distinta entità
patologica che non si costituisce come una fase transitoria prodotta in
connessione con dinamiche gruppali. Ciò che lo caratterizza è uno stile
pervasivo di pensare, sentire e relazionarsi con gli altri particolarmente
rigido e invariabile.
Le caratteristiche chiave del disturbo di personalità
paranoide sono egosintoniche. I pazienti sono spesso costretti alla terapia dai
membri della famiglia o dai colleghi di lavoro che si confrontano con le
costanti accuse e rimostranze dei pazienti. La loro modalità di presentare i
problemi ruota attorno al fatto che gli altri li maltrattano e li tradiscono.
La scissione è un meccanismo di difesa centrale in questa
modalità di organizzazione dell’esperienza; i sentimenti di amore e di odio
devono essere separati l’uno dall’altro. La sopravvivenza emozionale del
paziente richiede di scindere tutta la “cattiveria” e proiettarla in figure
esterne.
Il normale mondo interno di vittima e carnefice viene trasformato in
un’esperienza esistenziale in cui l’individuo paranoide è costantemente nel
ruolo della vittima alle prese con aggressori o persecutori esterni. Un’altra
caratteristica della posizione schizoparanoide è che l’esperienza che il
paziente fa degli altri è discontinua: nessuna relazione è percepita duratura
nel tempo. Nella modalità di esistenza il paziente vive in uno stato di
angoscia costante correlate alla convinzione che il mondo è popolato da nemici
bugiardi e inaffidabili. Il sé nella modalità esperenziale è sviluppato in
maniera incompleta. La proiezione e la identificazione proiettiva sono due
meccanismi difensivi chiave del disturbo.
Il bisogno di controllare gli altri, nucleo basilare della
paranoia, è espressione di una stima di sé terribilmente deficitaria.
La grandiosità o il senso di “particolarità” spesso visto in
questi pazienti, può essere compreso come una difesa compensatoria che
risolleva dai sentimenti di inferiorità.
Il punto cardine è la preoccupazione del paziente riguardo a
tutte le rese passive a tutti gli impulsi e a tutte le persone. Assieme ad una
versione di sé speciale, valida, ne coesiste una di polarità opposta,
svalorizzata, debole, inferiore.
I pazienti paranoidi ottengono poco dalla psicoterapia di
gruppo. La maggior parte degli sforzi terapeutici deve essere concentrata nel
contesto della terapia individuale: il primo passo è costruire l’alleanza
terapeutica. Il terapeuta non dovrebbe mettere in discussione la ricostruzione
degli eventi forniti dal paziente. L’atteggiamento di apertura è di gran lunga
la politica migliore con tali pazienti.
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