Per quanto mi riguarda, visto che non ci posso far niente,
né la nascita né la morte mi interessano particolarmente; la gente nasce e
muore, io stesso sono nato e muoio, sono eventi che non hanno la minima
importanza, non sono nemmeno delle malattie. […] …Io posso dire che la sua
morte non mi interessa più di quanto mi interessi la sua nascita; ma quel
pezzettino piccolo tra nascita e morte, quello sì mi interessa. […] Ora,
guardando questo particolare paziente, viene detto che sta morendo. Di nuovo,
questo non m’impressiona, perché stiamo tutti morendo, visto che in effetti
siamo vivi. Ma mi interessa se la vita e lo spazio che rimangono sono tali che
valga la pena di vivere o no. […] …C’è qualche scintilla sulla quale si possa
soffiare fino a che diventerà una fiamma, così che la persona possa vivere
quella vita che ha, per così dire, nella banca?
[...]
Ci è permesso di sognare. Non è considerato altrettanto
rispettabile avere un’allucinazione. […] Così, quando vi dico “Penso che
qualcun altro dovrebbe parlare per un po’, per quanto selvaggio sia il suo
pensiero, per quanto esso sia irrazionale, non-accettato, non-accettabile per
il gruppo o per la persona”, mi sto aspettando, in realtà, che voi siate
coraggiosi.
[…]
Cerco di dire la verità ai miei pazienti e di osare di dire
quello che penso, anche se lo devo modificare leggermente perché voglio che
essi capiscano quanto ho detto.
[…]
Quanto tempo c’è per decidersi: Qui possiamo discutere il
problema per cinquanta minuti, o due ore, ma nella vita reale non c’è tempo per
discutere; bisogna decidere istantaneamente se tradurti in una azione apparente
e chiara o se preservarla per un altro giorno.
Questa è una scelta che nessuno può fare per l’individuo –
tranne l’individuo. Solo l’individuo può decidere se essere o non essere.