lunedì 30 settembre 2013

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Daniel Stern: Le forme vitali


Da “Archivio di Repubblica.it”
LEZIONI DI VITALITÀ 

STERN: 'COSÌ CONOSCIAMO ATTRAVERSO IL CORPO'





"Forme di vitalità" di Daniel Stern
Pubblicato dalla Oxford University Press (in Italia per Raffaello Cortina). 
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Ma che cos' è oggi la vitalità, tenendo presente che il filosofo francese Bergson ne aveva parlato in termini spiritualistici. Stern ha un linguaggio evocativo e dopo aver premesso che è un concetto sfuggente e poco esplorato dalla psicologia e dalla psicoanalisi, racconta le sue idee: «Noi abbiamo delle "impressioni di vitalità", proprio come respiriamo l'aria. Naturalmente quando entriamo in rapporto con le altre persone valutiamo in modo intuitivo le loro emozioni e i loro stati d' animo, il loro stato di salute di malattia sulla base della vitalità che viene espressa attraverso i movimenti. E' centrale nella vitalità il movimento, che si realizza in un arco di tempo, anche molto corto». Per rafforzare le sue argomentazioni Stern prende in mano il bicchiere dal tavolo e lo avvicina a sé; la dinamica e il significato è diverso se la cinematica del movimento è veloce o addirittura brusca, oppure se è armonica o rallentata. Qui ci riporta alla fenomenologia dell' essere, un profilo temporale che si caratterizza per un inizio del movimento, un suo fluire ed una sua fine. E non solo il tempo si intreccia col movimento ma anche con la forza, la collocazione nello spazio e la sua intenzionalità. Anche Freud parlava dell' Io corporeo attorno a cui si organizza la vita psichica del bambino, ma tuttavia riconosceva che il lavoro di esplorazione della psicoanalisi si fermava di fronte allo "strato roccioso", ossia il limite invalicabile della dimensione corporea. Ma Stern non ritiene che il corpo sia inesplorabile. «Mentre la psicoanalisi ha tradizionalmente privilegiato la parola e la narrazione, ossia l' ambito della conoscenza esplicita che può essere comunicata verbalmente, la ricerca in campo infantile ha messo in luce che esiste una conoscenza implicita, più automatica e non riflessiva che si esprime attraverso il nostro corpo senza che ce ne rendiamo conto. Ad esempio quando incontriamo una persona la guardiamo nel volto e negli occhi ed abbiamo un' impressione immediata del suo stato d' animo e delle sue intenzioni e senza rendercene conto ci disponiamo all' incontro, esprimendo a nostra volta nel volto e nel corpo il nostro orientamento. E' un campo di cui si parla sempre più spesso, quello della cognizione incarnata, ossia radicata all' interno del corpo. Mentre si pensava in precedenza ad un m o d e l l o d e l l a mente astratto, via via è stata considerata "embodied" ossia radicata nel corpo, così come è stato teorizzato dall' epistemologo Varela». D' altra parte le sensazioni corporee interagiscono con la mente umana. «Vi è un background dei sentimenti che è influenzato dai cambiamenti e dalle perturbazioni dello stato interno del corpo, che include anche i muscoli e addirittura il profilo biochimico dell' ambiente interno, ossia "il tono generale fisico del nostro essere" ». E qui Stern riprende la definizione che ne da il neurobiologo Damasio. Molte sensazioni fisiche condizionano il nostro stato mentale, come ad esempio la stanchezza oppure l' energia o anche la tensione e l' eccitamento fino ad arrivare a sensazioni più difficili da descrivere, ma ugualmente significative come la stabilità e l' instabilità. Naturalmente molte sensazioni sono rilevanti per il nostro stato di vitalità, che potrebbe essere definito come un termometro continuo del nostro stato corporeo. E' un termometro, tuttavia, di cui non siamo consapevoli, e quando le sensazioni corporee entrano nella coscienza diventano sentimenti che possono essere espressi a parole. Le dinamiche del corpo sono sempre più al centro del nostro dialogo e dal momento che Stern nel suo libro parla anche dei riflessi della vitalità nell' arte, gli faccio vedere nel computer l' immagine del Satiro Danzante, la statua di bronzo rinvenuta in mare che si trova a Mazara del Vallo. E' un' immagine che esprime bene la tensione e la vitalità del corpo del Satiro, nell' attimo in cui sta saltando sul piede destro e solleva la gamba sinistra, estendendo le braccia e piegando dolcemente la testa. «Sarebbe una buona illustrazione della vitalità», commenta Stern. Ma nell' arte ci sono altri esempi per le dinamiche della vitalità. «Ce ne sono nella musica oppure nel ballo. E anche nel cinema che possono creare forme di vitalità utilizzando mezzi espressivi diversi e simultanei, dal suono, ai gesti e ai movimenti dei protagonisti, agli effetti teatrali e scenici. Se si considera una sequenza cinematografica, si può vedere come l' inquadratura avvicinandosi o allontanandosi dal protagonista susciti risonanze diverse nello spettatore, proprio come il crescendo nella musica. Una buona illustrazione si può vedere nel film di Hitchcock Uccelli quando si incontrano i due protagonisti Melanie e Mitch, con un' alternanza di inquadrature sul volto dell' uno e dell' altra con un campo sempre più ravvicinato. Fino a che l' inquadratura sul volto di Melanie si ferma e la progressione si è interrotta, suscitando un interrogativo nello spettatore. Nelle immagini successive si scopre che un uccello era sceso in picchiata su di lei e l' aveva colpita in testa e per questo l' attenzione di Melanie non era più indirizzata all' incontro con Mitch ma al tema dell' uccello. Questo è un buon esempio di come ogni forma di arte possa rappresentare con linguaggi e tecniche diverse le forme dinamiche della vitalità». Infine ci sono anche le applicazioni cliniche nella psicoanalisi. «Nel contesto della psicoterapia la vitalità si esprime in modi diversi, non solo nello scambio verbale fra psicoanalista e paziente, ma nel loro modo di disporsi e di atteggiarsi con i loro corpi quando ad esempio il paziente entra in seduta e guarda in faccia il proprio psicoanalista per scoprire di che umore sia. Ma anche il modo di suonare alla porta, il darsi la mano rappresentano espressioni importanti della vitalità di entrambi, a cui troppo spesso non si dà abbastanza importanza»

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