Da “Archivio
di Repubblica.it”
LEZIONI DI
VITALITÀ
STERN: 'COSÌ CONOSCIAMO ATTRAVERSO IL CORPO'
Pubblicato dalla Oxford
University Press (in Italia per Raffaello Cortina).
[...]
Ma che cos' è oggi la
vitalità, tenendo presente che il filosofo francese Bergson ne aveva parlato in
termini spiritualistici. Stern ha un linguaggio evocativo e dopo aver premesso
che è un concetto sfuggente e poco esplorato dalla psicologia e dalla
psicoanalisi, racconta le sue idee: «Noi abbiamo delle "impressioni di
vitalità", proprio come respiriamo l'aria. Naturalmente quando entriamo
in rapporto con le altre persone valutiamo in modo intuitivo le loro emozioni e
i loro stati d' animo, il loro stato di salute di malattia sulla base della
vitalità che viene espressa attraverso i movimenti. E' centrale nella vitalità
il movimento, che si realizza in un arco di tempo, anche molto corto». Per
rafforzare le sue argomentazioni Stern prende in mano il bicchiere dal tavolo e
lo avvicina a sé; la dinamica e il significato è diverso se la cinematica del
movimento è veloce o addirittura brusca, oppure se è armonica o rallentata. Qui
ci riporta alla fenomenologia dell' essere, un profilo temporale che si
caratterizza per un inizio del movimento, un suo fluire ed una sua fine. E non
solo il tempo si intreccia col movimento ma anche con la forza, la collocazione
nello spazio e la sua intenzionalità. Anche Freud parlava dell' Io corporeo
attorno a cui si organizza la vita psichica del bambino, ma tuttavia
riconosceva che il lavoro di esplorazione della psicoanalisi si fermava di
fronte allo "strato roccioso", ossia il limite invalicabile della
dimensione corporea. Ma Stern non ritiene che il corpo sia inesplorabile.
«Mentre la psicoanalisi ha tradizionalmente privilegiato la parola e la
narrazione, ossia l' ambito della conoscenza esplicita che può essere
comunicata verbalmente, la ricerca in campo infantile ha messo in luce che
esiste una conoscenza implicita, più automatica e non riflessiva che si esprime
attraverso il nostro corpo senza che ce ne rendiamo conto. Ad esempio quando
incontriamo una persona la guardiamo nel volto e negli occhi ed abbiamo un'
impressione immediata del suo stato d' animo e delle sue intenzioni e senza
rendercene conto ci disponiamo all' incontro, esprimendo a nostra volta nel
volto e nel corpo il nostro orientamento. E' un campo di cui si parla sempre
più spesso, quello della cognizione incarnata, ossia radicata all' interno del
corpo. Mentre si pensava in precedenza ad un m o d e l l o d e l l a mente
astratto, via via è stata considerata "embodied" ossia radicata nel
corpo, così come è stato teorizzato dall' epistemologo Varela». D' altra parte
le sensazioni corporee interagiscono con la mente umana. «Vi è un background
dei sentimenti che è influenzato dai cambiamenti e dalle perturbazioni dello
stato interno del corpo, che include anche i muscoli e addirittura il profilo
biochimico dell' ambiente interno, ossia "il tono generale fisico del
nostro essere" ». E qui Stern riprende la definizione che ne da il
neurobiologo Damasio. Molte sensazioni fisiche condizionano il nostro stato
mentale, come ad esempio la stanchezza oppure l' energia o anche la tensione e
l' eccitamento fino ad arrivare a sensazioni più difficili da descrivere, ma
ugualmente significative come la stabilità e l' instabilità. Naturalmente molte
sensazioni sono rilevanti per il nostro stato di vitalità, che potrebbe essere
definito come un termometro continuo del nostro stato corporeo. E' un
termometro, tuttavia, di cui non siamo consapevoli, e quando le sensazioni
corporee entrano nella coscienza diventano sentimenti che possono essere
espressi a parole. Le dinamiche del corpo sono sempre più al centro del nostro
dialogo e dal momento che Stern nel suo libro parla anche dei riflessi della
vitalità nell' arte, gli faccio vedere nel computer l' immagine del Satiro
Danzante, la statua di bronzo rinvenuta in mare che si trova a Mazara del
Vallo. E' un' immagine che esprime bene la tensione e la vitalità del corpo del
Satiro, nell' attimo in cui sta saltando sul piede destro e solleva la gamba
sinistra, estendendo le braccia e piegando dolcemente la testa. «Sarebbe una
buona illustrazione della vitalità», commenta Stern. Ma nell' arte ci sono
altri esempi per le dinamiche della vitalità. «Ce ne sono nella musica oppure
nel ballo. E anche nel cinema che possono creare forme di vitalità utilizzando
mezzi espressivi diversi e simultanei, dal suono, ai gesti e ai movimenti dei
protagonisti, agli effetti teatrali e scenici. Se si considera una sequenza cinematografica,
si può vedere come l' inquadratura avvicinandosi o allontanandosi dal
protagonista susciti risonanze diverse nello spettatore, proprio come il
crescendo nella musica. Una buona illustrazione si può vedere nel film di
Hitchcock Uccelli quando si incontrano i due protagonisti Melanie e Mitch, con
un' alternanza di inquadrature sul volto dell' uno e dell' altra con un campo
sempre più ravvicinato. Fino a che l' inquadratura sul volto di Melanie si
ferma e la progressione si è interrotta, suscitando un interrogativo nello
spettatore. Nelle immagini successive si scopre che un uccello era sceso in
picchiata su di lei e l' aveva colpita in testa e per questo l' attenzione di
Melanie non era più indirizzata all' incontro con Mitch ma al tema dell'
uccello. Questo è un buon esempio di come ogni forma di arte possa
rappresentare con linguaggi e tecniche diverse le forme dinamiche della
vitalità». Infine ci sono anche le applicazioni cliniche nella psicoanalisi.
«Nel contesto della psicoterapia la vitalità si esprime in modi diversi, non
solo nello scambio verbale fra psicoanalista e paziente, ma nel loro modo di
disporsi e di atteggiarsi con i loro corpi quando ad esempio il paziente entra
in seduta e guarda in faccia il proprio psicoanalista per scoprire di che umore
sia. Ma anche il modo di suonare alla porta, il darsi la mano rappresentano
espressioni importanti della vitalità di entrambi, a cui troppo spesso non si
dà abbastanza importanza»
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