[...]
"Hai mai sentito parlare dell'uccello delle
tempeste?"
"No, SImon"
"è un uccellino grigio scuro chiamato anche procellaria,
non più grande del palmo della mia mano. Ogni anno questi minuscoli volatili
marini iniziano la loro migrazione dall'Artico, a nord delle isole giapponesi e
molto vicino alla tundra siberiana, in stormi di decine di migliaia di
esemplari, e sorvolano l'oceano fino alle isole del Pacifico meridionale e la
Tasmania, dove nidificano durante la stagione invernale. Coprono qualcosa come
quindicimila chilometri, guidati soltanto dall'istinto millenario della loro
specie. Per tutto il loro viaggio frazionato a tappe fino a quattrocento
chilometri , volano in formazione. Ogni membro dello stormo sa esattamente
quale posizione gli compete. Gli uccelli si fermanno a mangiare e riposarsi in
luoghi che sono stati visitati regolarmente dai loro antenati, ma non da loro.
Per lo più raggiungono quelle isole per la prima volta, eppure sanno come
arrivarvi! che cosa li guida così, a colpo sicuro, su una lingua di terra
talmente sottile che perfino un aereo non sarebbe in grado di individuarla
senza le più sofisticate apparecchiature radar?
L'istinto amico. Giungono alla loro destinazione perchè sanno
di poterlo fare, perchè sanno dove stanno andando."
Simon si interruppe per bere un sorso di porto , poi
continuò,
"E la straordinarietà dell'uccello delle tempeste non
finisce qui. Il bello viene quando lo stormo di migliaia di uccelli raggiunge
le calde isole tropicali del Pacifico meridionale, volando insieme ala contro
ala, alla velocità di oltre trenta nodi. All'improvviso, senza una ragione
apparente, in pieno volo, lo stormo si disperde nel giro di pochi secondi.
ALcuni terminano il loro viaggio alle isole Figi, altri in Nuova Caledonia,
altri ancora virano alla volta delle isole Cook e della Tasmania. Per qualche
motivo a noi incomprensibile, sanno di essere arrivati. E invece di fidarsi di
occhi che non riescono a scorgere terra in nessuna direzione, [b]si affidano al
loro istinto e ciascuno segue l'unica rotta che è giusta per quel singolo
uccello. L'individualità riemerge solo alla fine del viaggio. Riesci a
immaginare che cosa accadrebbe a quegli uccelli prodigiosi se uno dello stormo
cominciasse a dire: 'guardiamo le mappe per sapere dove ci troviamo, così ci
sarà molto più facile raggiungere la nostra meta?'
Non sarebbero più in grado di ascoltare la loro voce
interiore e si dovrebbero affidare a qualcosa di esterno. Comincerebbero a litigare fra loro, a scontrarsi in aria, a
perdere l'orientamento. Perchè sfidare la propria natura, quando essa ci sa
guidare così bene?
E lo stesso dovrebbe valere per gli esseri umani.
Proprio come uno stormo di uccelli delle tempeste, iniziamo a
volare insieme perchè dobbiamo svilupparci, ma poi viene un momento in cui
ciascuno di Noi dovrebbe ascoltare il proprio cuore, cercare il proprio
destino, e come quei magnifici uccelli dovremmo separarci e andare ognuno per
la sua strada. Purtroppo , nella maggioranza dei casi non ci è possibile farlo.
Veniamo educati a vivere in un certo modo, e questo imposta la nostra esistenza
per i successivi dieci o quindici anni. Quando poi finalmente ci rendiamo conto
della verità e scopriamo di essere differenti dalla persona che ci chiedono di
essere, pensiamo che ormai sia troppo tardi per riscoprire la nostra vera
identità. In alcuni casi, tragicamente, l'istinto e la verità che ognuno si
porta dentro taceranno per sempre.
Ma non è mai troppo tardi, amico. Solo, più si aspetta ad
andare alla ricerca di se stessi, più il percorso si riempie di ostacoli.
Thomas Edison venne espulso da scuola per cinque volte. Isaac
Newton non riusciva ad arrivare al termine di una lezione senza addormentarsi.
E Albert Einstein non badava minimamente al proprio aspetto fisico eppure
scoprì la teoria della relatività, la legge che governa il nostro mondo fisico.
Tutte queste persone si sono sempre comportate come sentivano che era giusto
per loro, e quindi hanno iniziato il loro percorso di riscoperta dell'io molto
prima di tanti altri. E' per questo che sono riusciti a fare tanti progressi
nell'arco di una vita."
"che cosa stai dicendo, Simon? Che dovremmo essere ciò
che sentiamo di essere, indipendentemente da quel che pensano gli altri?"
"Proprio così. E' della tua vita che si sta parlando, e
credimi, quando verrà il momento di rendere conto di ciò che ne hai fatto, tutti
quelli che ti hanno detto che dovevi comportarti in un certo modo non saranno
lì a difenderti, perchè è il tuo destino quello che stai costruendo, mai quello
di qualcun altro"
Mi guardò, e con quel sorriso che avevo imparato ad ammirare
tanto, concluse: "La felicità non va inseguita, ma è un fiore da cogliere
ogni giorno, perchè essa è sempre intorno a Te. Basta accorgersene"!
[...]
…Nessuno è in grado di dirti che cosa sia meglio per te,
come riguadagnare la tua felicità.
L’unica cosa che posso fare è suggerirti il modo migliore per
prendere la giusta decisione.
In che modo prendevi le tue decisioni quando eri bambino?
Quando si è giovani le decisioni si prendono con il cuore.
Le cose si fanno e basta, senza stare troppo a pensarci.
E’ quello che chiamiamo istinto, e purtroppo perdiamo questa
nostra preziosa dote innata
quando cominciamo a condizionare noi stessi e il nostro
pensiero.
Non c’è niente di sbagliato nell’avere regole da seguire.
Qualcuno ha detto che la ragione per cui gli esseri umani
sono superiori alle altre creature è che sono in grado di prendere decisioni per mezzo del
ragionamento,
mentre glia animali si basano esclusivamente sull’istinto.
Io credo che per essere veramente superiori dovremmo trovare
il giusto equilibrio
tra istinto e ragione.
[...]
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