Brentano e la
psicologia empirica
Franz Brentano pubblicò nel 1874 a Vienna, il saggio La
psicologia dal punto di vista empirico, destinato ad avere una grande influenza
sul successivo sviluppo della scienza psicologica.
Nella Premessa Brentano dichiarava: «Il mio punto di vista è
quello empirico: per me soltanto l’esperienza ha valore di guida, ma questa
impostazione non è incompatibile con un grado di intuizione ideale».
La sua versione di empirismo comprendeva sia l’osservazione
interna che l’attività sperimentale, con preferenza per la prima, in una
commistione che è più vicina al concetto aristotelico di esperienza che a
quello galileiano.
Il mondo dei fenomeni, sostiene Brentano, è costituito da due
grandi classi: quella dei fenomeni fisici e quella dei fenomeni psichici. La
scienza naturale si occupa dei primi, la psicologia dei secondi. La psicologia
cessava così di essere definitivamente, di essere la scienza dell’anima; si tratterrà, come disse Albert Lange, di una “psicologia senz’anima”. L’oggetto
di studio della psicologia non è più costituito dall’anima, ma dalle “leggi
della coesistenza e della successione dei fenomeni psichici” che regolano il
susseguirsi delle rappresentazioni psichiche.
Brentano identifica i fenomeni fisici nei colori, nelle figure
e nei paesaggi visti, nei suoi uditi, negli stati di caldo e di freddo
percepiti; quelli psichici nelle rappresentazioni dei fenomeni fisici, “nonché
in tutti quei fenomeni la cui base è costituita da rappresentazioni”. Udire un
suono, vedere un oggetto colorato, sentire caldo o freddo, ma anche pensare un
concetto generale, dare un giudizio, ricordare qualcosa, sono fenomeni
psichici, come lo sono gioia, tristezza, paura, speranza, coraggio, vilta e
cosi via. Pertanto il colore è un fenomeno fisico, la rappresentazione del
colore un fenomeno psichico; un accordo sentito è un fenomeno fisico, sentire
l’accordo è un fenomeno psichico; caldo e freddo sono fisici, sentire caldo o
il sentire freddo psichici. Con il termine di “rappresentazione” egli non intendeva
“ciò che viene rappresentato quanto piuttosto l’atto stesso del rappresentare”.
Non è tanto la mancanza di estensione a caratterizzare i
fenomeni psichici nei confronti di quelli psichici, quanto il loro carattere di
“inesistenza intenzionale”, espressione che Brentano trasse dalla scolastica
medievale e che utilizzò con il significato di “oggettività immanente” e di
“rapporto con il contenuto”, intendendo con questo “il riferirsi di ogni atto
rappresentativo a un oggetto che rappresenta”.
Questa caratteristica, questa “intenzionalità” manca
totalmente ai fenomeni fisici, i quali non
significano mai ma sono. I fenomeno fisici si caratterizzano, dunque, per la
loro mancanza di finalità intenzionale, quelli psichici esistono solo in quanto
sono intenzionalmente dotati di significato.
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