L'analisi di Nancy e i 5 sistemi
motivazionali
Recensione a Lichtenberg-Lachman-Fosshage,
Recensione a Lichtenberg-Lachman-Fosshage,
Lo scambio clinico,
la teoria dei sistemi motivazionali e i nuovi principi della tecnica
psicoanalitica, 1996, Milano, Rsffaello Cortina, 2000
(di Antonio Dorella)
(di Antonio Dorella)
[…]
In ‘Lo scambio clinico’, Lichtenberg
sceglie una strada, inusuale e avvincente, per dimostrare l’applicabilità della
propria teoria dei 5 sistemi motivazionali, già precedentemente presentati in
Psicoanalisi e sistemi motivazionali, 1995. Lo scambio clinico è l’esposizione
e il commento di sequenze cronologiche dell’analisi di Nancy, una ragazza
trentenne tenuta in cura per 9 anni. Nancy ha un’infanzia difficile. Alla sua
nascita, a causa di una placenta previa, la madre si ritira dai propri genitori
e lascia che la figlia venga allevata dal padre e dal nonno. Le uniche figure
positive e benevole della famiglia. Al ritorno della madre, Nancy rievoca la
delusione e il distacco dei suoi rapporti attraverso quelle che Lichtenberg
definisce ‘scene modello’. Cioè scene ricorrenti, emotivamente dense,
all’interno delle narrazioni del setting, le quali definiscono lo status di una
relazione. In particolare Nancy ricorda l’irrigidimento della gamba della
madre, ogni volta che da piccola in uno slancio d’amore tentava di
abbracciarla. Salvo poi, la madre, effondersi in complimenti e affettuosità per
la vista o la vicinanza del fratello Matt, il prediletto della casa. Altra
scena modello che incardina i temi relazionali all’interno della famiglia di
Nancy è data dalla ‘scena del tavolo’. In cui Matt è posto sopra un tavolo
dalla madre per farlo cantare. Nancy a fatica si arrampica su di una sedia e
raggiunge il fratello, per imitarlo. Ma la madre, rimproverandola per il suo
gesto di impossibile emulazione delle doti di Matt, la ripone per terra. “Solo
Matt è il cantante di casa”. Matt è un sadico. Da piccolo si masturba sulla
schiena di Nancy. Talora si diverte a chiuderle la bocca, fino a farle mancare
il fiato. Quando Nancy riesce a liberarsi, al limite delle sue riserve di
ossigeno, e rimprovera Matt davanti alla madre, entrambi, fratello e madre, la
criticano per non aver capito, per mancanza di affetto, che si trattava solo di
un gioco. E’ lei, Nancy la bambina malevola e provocatrice. L’uso delle scene modello
è solo uno dei dieci principi tecnici suggeriti da Lichtenberg. Forse uno dei
più convincenti in fase applicativa. Gli altri, ugualmente importanti, sono la
costruzione di una cornice amichevole e attendibile. Definizione che non
coincide con la gratificazione ad oltranza delle aspettative idiosincratiche
del paziente, ma con la tendenza dell’analista o del terapeuta a comprendere i
bisogni e i desideri del paziente. Ad esempio, Nancy in analisi aveva
dimostrato di non gradire, perché pronunciato, a suo giudizio, con un falso
tono affettuoso, la frase di commiato: “Il nostro tempo è scaduto adesso”.
L’analista decide di accondiscendere alla richiesta, togliendo dalla usuale
formula di saluto la parola “adesso”. Il secondo principio è la percezione empatica,
cioè la capacità dell’analista di orientarsi dall’interno della prospettiva del
paziente. Il terzo principio è la ricerca dell’affetto specifico vissuto dal
paziente in quella situazione. E’ solo in base al rinvenimento dell’affetto
specifico che si può poi giungere all’identificazione di quale dei cinque
sistemi motivazionali, è in atto. Il
quarto principio recita “il messaggio contiene il messaggio”. A differenza
della psicoanalisi per la quale il vero messaggio del paziente è sempre celato
dietro ciò che è manifesto, Lichtenberg propone di considerare con positività
quanto riferito dal paziente. Senza sistematicamente svalutarne il reale
contenuto a favore di pregiudizi dietrologici. Solo così è possibile
minimizzare le resistenze iatrogene del paziente, in un clima di sicurezza e di
basso livello di intrusività. Il quinto principio invita a formulare le domande
per riempire l’involucro narrativo. Compito irrinunciabile del terapeuta è una
ricostruzione attendibile delle narrative del paziente, per dimostrare il
proprio personale interesse alla terapia e per conseguire l’effetto terapeutico
che ogni presentazione narrativa coerente ha sul trattamento. Il sesto
principio consiste in un lavoro di sartoria: indossare le attribuzioni del
paziente. L’analista è invitato a vedere se stesso così come lo vede il
paziente, impegnandosi in una attualizzazione del ruolo con cui viene
identificato. Le conseguenze positive di una corretta applicazione di questo
principio sono l’esplorazione degli aspetti intersoggettivi del transfert, la
possibilità di fornire continuità al corso della seduta e l’invito ad un senso
del gioco come forma di comunicazione. Ad esempio, all’inizio dell’analisi di
Nancy, su Lichtenberg viene proiettato il ruolo di possibile maniaco sessuale.
Nancy accusa l’analista di essere perversamente intento ad esporla a discorsi a
sfondo sessuale. L’analista accetta di discutere –per paradosso-
l’attribuzione, che grazie a questa disponibilità al dialogo verrà ampiamente
superata. Il settimo principio, sarebbe stato meglio dire consiglio
terapeutico, è come già discusso, la costruzione congiunta di scene modello.
Come ad esempio quella della gamba rigida della madre. L’ottavo principio
consiste nell’invito all’esplorazione dei motivi avversativi –resistenza,
rabbia- al pari di qualsiasi altro messaggio espresso all’interno del setting.
Il nono principio –siamo quasi al termine di questa estenuante elencazione-
consiste nel raggruppare le possibilità di intervento dell’analista nel
processo terapeutiche in tre forme. Un tipo di intervento per riecheggiare le
parole del paziente, permettendo l’ampliamento dell’esposizione dei contenuti
con formule interrogative quali: “E’ questo che mi stai dicendo?” oppure “Sta
dicendo che…?”. Una seconda modalità di intervento riguarda l’espressione del
punto di vista dell’analista, per prendere posizioni personali attraverso
valutazioni, sentimenti o impressioni. Ed infine l’ultimo gruppo di interventi:
che Lichtenberg definisce con un ossimoro, e cioè “coinvolgimenti spontanei
disciplinati”. Delle piccole, gioiose, impertinenti, provocazioni. Per
accrescere, con arguzia, la capacita all’interno del setting di giocare
empaticamente, dimostrando la capacità di un umorismo imprevisto e
coscienzioso. L’ultimo principio, ma il piacere della rubricazione di
Lichtenberg continua in seguito con il capitolo delle motivazioni, è
l’interpretazione della sequenza degli interventi dell’analista e delle
risposte del paziente. Scopo della presentazione dell’analisi di Nancy
attraverso i dieci principi operativi è dimostrare la possibilità di
individuare la presenza, alternante o simultanea, di uno o più dei cinque
sistemi motivazionali. Che Lichtenberg pone alla base di ogni condotta e ama
raggruppare in questo modo. Il primo è chiamato la regolazione psichica delle
esigenze fisiologiche. E’ un principio minimalista che ci piace. Lichtenberg lo
spiega con un esempio. Se un paziente che soffre di asma racconta, attraverso
le sue associazioni, la possibilità di identificare la bomboletta che stringe
in mano e il cui contenuto è spruzzato in bocca durante gli accessi acuti, con
la mano della madre, uno psicoanalista classico parlerà di complesso edipico. Lichtenber
preferisce fermarsi al dato fenomenologico e parlare di insufficiente
regolazione psichica delle esigenze fisiologiche, rimandando le interpretazioni
ad una analisi più approfondita e meno dogmatica delle resistenze infantile
allo sviluppo. Nel caso di Nancy la disorganizzazione di questo primo sistema
motivazionale era presente nella sua difficoltà a provare l’orgasmo, che si
risolverà solo al termine dei nove anni di analisi, e nell’enuresi e nella
stitichezza che l’ha accompagnata per tutta l’adolescenza. Il secondo principio
deriva direttamente dall’infant reserch a cui Lichtenberg si richiama spesso,
ed è il sistema motivazionale definito come attaccamento e affiliazione. I suoi
ambivalenti rapporti di amore e odio con la madre costituiscono per Nancy uno
degli oggetti di maggiore importanza nella discussione analitica. Il terzo
principio motivazionale è l’esigenza di esplorazione e assertività. Che Nancy
sviluppa come forma di competizione con il fratello Matt. Il quarto sistema
motivazionale è garantito dalla presenza dell’aggressività e il quinto –non
poteva mancare- è dato dal piacere sensuale e dall’eccitamento sessuale.
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