Cenni di fisiologia : Il controllo della mobilità
volontaria
La via piramidale
è la via motrice primaria i quali neuroni fanno parte dell' area 4 della corteccia cerebrale. Di
qui partono le fibre che compongono la via piramidale ed il fascio genicolato. Quest'ultimo prende sinapsi
con i nuclei dei nervi encefalici a capo dei movimenti volontari di capo e
collo. La via piramidale scende fino al bulbo del tronco encefalico, a livello
delle piramidi bulbari, dove si divide in due fasci, il fascio piramidale diretto
e crociato che terminano entrambi nelle corna anteriori eterolaterali del grigio spinale.
La funzione della via piramidale è quella di presiedere ai
movimenti volontari di tutto il corpo. Questi movimenti tuttavia risultano
altamente imprecisi. A garantire
movimenti precisi sono le vie extrapiramidali.
Le vie extrapiramidali sono una serie di vie motorie non
dirette che originano dall' area 6
della corteccia cerebrale. Di qui le fibre possono prendere contatto con corpo
striato, globo pallido, nucleo rosso, sostanza nera del Sommering, nuclei della
base del ponte, cervelletto, talamo, nuclei tegmentali e formazione reticolare,
a formare una serie di vie di controllo dei movimenti volontari.
La funzione è quella di permettere di effettuare movimenti di
precisione quali afferrare un oggetto fragile, suonare uno strumento oppure
scrivere, o meglio centrare i tasti della tastiera.
Pertanto, una lesione della sostanza nera provoca una
patologia, la paralisi agitante, meglio conosciuta come morbo di Parkinson.
La via piramidale
Una delle principali vie discendenti è la via piramidale (detta
anche via corticospinale), così chiamata perché passa attraverso le piramidi, formazioni
situate a livello del bulbo. Tale via presenta due porzioni:
• Via cortico-nucleare
(che si ferma nel bulbo), destinata ai nuclei dei nervi
cranici;
• Via cortico-spinale
propriamente detta, che giunge fino agli ultimi mielomeri del
midollo spinale.
Ne consegue che le fibre di quest'ultima via sono molto
lunghe. A livello delle piramidi del bulbo, gran parte delle fibre della via
piramidale si incrocia e decorre nei cordoni laterali del midollo spinale, ma
vi è anche una piccola porzione di fibre (dal 5% al 15%) che rimane
omolaterale. Queste sono state scoperte relativamente di recente, osservando
che, in caso di lesioni della zona corticale (per esempio nella parte destra)
che provocano una paralisi, si ha un parziale recupero del movimento. Infatti,
le fibre non crociate mantengono la loro funzionalità e sostituiscono in parte
quelle danneggiate. Questo fenomeno ha un andamento soggettivo, in quanto il
numero di fibre che non si incrociano varia da individuo a individuo. Il
contingente di fibre destinato al cordone anteriore non si incrocia nel bulbo,
ma si incrocia appena arriva a destinazione; dunque, questo fascio è
funzionalmente crociato e si estingue a livello dei primi mielomeri toracici,
in quanto è deputato all'innervazione dei muscoli rotatori, estensori e
flessori del capo, estremamente importanti per la vita di relazione: ad
esempio, permettono di seguire lo sguardo e, inoltre, presentano collegamenti con
molti recettori coinvolti nella regolazione del movimento, in collaborazione
con altre vie discendenti.
Le fibre della via piramidale (circa un milione) hanno come bersaglio, non solo i motoneuroni, ma anche le cellule di Renshaw e tutti quegli
interneuroni che servono a regolare il movimento (a inibire il muscolo oppure a
eccitare il muscolo antagonista); ci sono anche delle fibre che provengono
dalle aree sensitive dell'encefalo (lobo parietale), che hanno l'importante
funzione, ad esempio, di far sì che, durante i movimenti lenti della mano, la
percezione sensitiva sia massima, mentre durante i movimenti più rapidi, sia
minore. Non solo, le vie piramidali servono anche a ridurre, fino a un certo
punto, il passaggio del dolore: quando si è in una situazione di assoluta
stanchezza, le vie provenienti dalle aree sensitive provocano un aumento della
soglia del dolore.
Nell'area motrice primaria sono presenti delle cellule piramidali
giganti, dette cellule di Betz, che
danno origine a delle fibre molto grosse e particolari, circa il 6% del totale,
destinate all'innervazione dei muscoli anti gravitari degli arti.
Le vie extrapiramidali
Un altro grosso contingente di vie discendenti, come abbiamo
visto, è rappresentato dalle fibre delle vie extrapiramidali. Queste hanno
diversi fasci, tra cui il più importante è quello "reticolo-spinale", che ha due contingenti:
• uno decorre nel cordone laterale e si chiama "fascio bulbo reticolare" perché
proviene dalla
sostanza reticolare del bulbo;
• l'altro decorre nel cordone anteriore e proviene dalla
sostanza reticolare del
mesencefalo e del
ponte.
Tali fasci sono estremamente importanti. Le vie reticolo-spinali
anteriori, infatti, sono quelle che eccitano
gli estensori regolando il tono estensorio; di conseguenza, in caso di danno
del midollo spinale, si può avere una lesione di tali vie che provoca lo
sviluppo di una paralisi spastica in flessione, impedendo così la
deambulazione.
Un altro fascio molto importante delle vie extrapiramidali è
quello "vestibolo-spinale".
Anche questi fasci sono duplicati nel cordone anteriore ed in quello
posteriore, sono dunque diversi contingenti di fibre, ma con la stessa
funzione. La grande importanza dei fasci vestibolo-spinali può essere
constatata, per esempio, osservando alcuni movimenti del gatto e dell'uomo.
Infatti, quando il gatto è intenzionato a mangiare un canarino, guarda la
gabbia del medesimo alzando la testa, ponendo le zampe posteriori in posizione
flessa e quelle anteriori in posizione estesa. Nel momento in cui il gatto intende
saltare addosso alla sua preda, abbassa la testa e conseguentemente si ha una flessione
delle zampe anteriori, nonché un'estensione di quelle posteriori. La stessa
cosa accade all'uomo nel momento in cui, sporgendosi, abbassa la testa: egli
non cade, perché la testa governa i muscoli estensori. Da questi due esempi,
possiamo evincere che i fasci vestibolo-spinali, importantissimi, rappresentano
il terzo sistema di regolazione del movimento.
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