Il cervelletto
Il cervelletto presiede al controllo dell’equilibrio, della
postura, del tono muscolare e alla coordinazione dei movimenti. Il cervelletto
ha un ruolo importante; è un formidabile agglomerato neuronale pur essendo il
suo volume solo un decimo di quello cerebrale. Contiene infatti circa la metà
dei neuroni presenti nel nostro SNC. Esso è dotato di un architettura
circuitale identica in tutte le parti dell’organo, quali che siano le
informazioni afferenti. Situazione questa che suggerisce un’identità di
funzione in tutto il cervelletto. Ultimo particolare è il rapporto tra
afferenze ed efferenze: al cervelletto giunge un volume di fibbre afferenti 40
volte superiore a quello delle fibre che ne escono. Il cervelletto ha un ruolo
importante nel controllo dei tempi e delle sequenze motorie e nel rendere
armoniosa la transizione da un movimento al successivo. Interviene inoltre
nella regolazione dell’intensità della contrazione al variare nel carico
imposto al muscolo oltre che nella
coordinazione tra gruppi muscolari agonisti e antagonisti.
Il cervelletto presenta un mantello grigio superficiale, la
corteccia cerebellare, organizzata in lamelle, e una massa interna di sostanza
bianca, il corpo midollare, costituita da fibre afferenti ed efferenti che
derivano dalla (o sono destinate alla) corteccia. Nella sostanza bianca sono
localizzate quattro coppie di nuclei cerebellari profondi, i nuclei intrinseci,
che sono connessi con la corteccia cerebellare e con alcuni nuclei del tronco
encefalico.
I nuclei della base intervengono nella pianificazione e nella
regolazione dei movimenti muscolari complessi. Il cervelletto è essenziale per
la corretta esecuzione dei movimenti rapidi come correre, scrivere a macchina,
suonare il piano, parlare. La perdita di questa porzione dell’encefalo provoca
incordinazione motoria ma non paralisi muscolare. Il cervelletto è diviso in
tre lobi: anteriore, posteriore e flocculomodulare. Nel verme si svolge la
maggior parte delle funzioni di controllo motorio. Vie afferenti dall’encefalo
sono: via cortico - ponto – cerebellare. Altre vie: fascio olivo – cerebellare,
fascio vestibolo cerebellare, fibre reticolo cerebellare. La corteccia del
cervelletto è costituita da una grande lamina, larga circa 17 cm e lunga 120 cm
le cui pieghe, ciascuna delle quali chiamata Folium, sono disposte
trasversalmente. Al di sotto della corteccia si trovano i nuclei cerebellari
profondi. Le vie afferenti del cervelletto, cioè fasci spino cerebellari,
dorsali informano, istante per istante, il cervelletto dello stato di
contrazione dei muscoli, della posizione e della velocità di movimento delle
diverse parti del corpo, e delle forze che agiscono sulla superficie corporea.
I nuclei profondi sono: il dentato, l'interposito e il fastigio.
I nuclei profondi sono: il dentato, l'interposito e il fastigio.
Vie efferenti del cervelletto: una via origina dal verme,
raggiunge le regioni pontine e bubari, controlla l’equilibrio e la postura. Una
via origina nella zona intermedia e raggiunge i nuclei del talamo e da qui la
corteccia cerebrale. Alcune vie hanno un ruolo importante nella coordinazione
delle attività motorie sequenziali. Il cervelletto contiene circa 30 milioni di
unità funzionali; al centro dell’unità si trovano una cellula di Purkinje e una
cellula dei nuclei profondi.
La corteccia cerebellare è divisa in tre strati:
1. Lo strato molecolare
2. Lo strato della cellula Purkinje
3. Lo strato delle cellule granulari.
Le funzioni del cervelletto sono:
Vestibulocere bellum, per il mantenimento dell’equilibrio.
Spinocerebellum, è una zona del verme posteriore e
anteriore e provvede alla coordinazione delle porzioni distali degli arti,
soprattutto mani e dita.
Cerebrocerebellum , implicato nelle esecuzioni dei movimenti
volontari sequenziali del corpo e degli arti.
Ipotalamo e ipofisi
L’ipotalamo e l’ipofisi sono due strutture anatomiche,
strettamente collegate fra loro, situate alla base del cranio. Si tratta di due
strutture che rappresentano la più importante area di interconnessione fra il
sistema nervoso e il sistema endocrino da cui partono gli impulsi e gli stimoli
ormonali che governano l’intero sistema endocrino.
L’ipotalamo è un centro che, nel nostro corpo, regola il
ritmo sonno/veglia, la fame, la sete e la temperatura corporea. Esso è costituito da più
raggruppamenti di cellule nervose, detti nuclei, con le loro varie connessioni.
L’ipotalamo, inoltre, produce delle sostanze (neuroormoni)
che stimolano la parte anteriore dell’ipofisi (adenoipofisi) a produrre degli
ormoni detti tropine ipofisarie i quali, a loro volta, stimolano altre
ghiandole endocrine a produrre altri ormoni. Questi ultimi, infine, agiscono a
livello dell’ipotalamo e dell’ipofisi regolando, a loro volta, la produzione
degli stessi neuroormoni e delle stesse tropine ipofisarie.
Altri ormoni prodotti da cellule dell’ipotalamo, infine,
possono essere liberati direttamente nella parte posteriore dell’ipofisi
(neuroipofisi).
Si tratta, pertanto, di una complessa rete di interazioni e
di scambio di informazioni che serve per controllare molte funzioni vitali per
il nostro organismo. L'ipotalamo
appartiene al sistema nervoso centrale ma, da un punto di vista funzionale, i
suoi neuroni sono capaci di ricevere segnali che arrivano sia dalle strutture
nervose superiori, sia dalle ghiandole del sistema endocrino (ipofisi e gonadi
per esempio), che non sono strutture nervose. Esso è quindi la sede in cui si
verificano le connessioni tra sistema nervoso centrale e sistema endocrino
(ormonale).
L'ipofisi è una struttura complessa alloggiata in una cavità
ossea alla base del cranio, denominata sella turcica.
Le sue dimensioni sono quelle di una nocciola e il peso è di
circa 0.5 grammi. Si possono distinguere tre parti di derivazione embriologica
diversa di cui la parte anteriore rappresenta la più importante dal punto di
vista riproduttivo:
1. una parte posteriore (neuroipofisi)
2. una parte intermedia
3. una parte anteriore (adenoipofisi)
Il sistema ipotalamo-ipofisi è in
grado di controllare in modo diretto l’accrescimento corporeo, l’allattamento
dopo la gravidanza e l’introduzione di liquidi e, in modo indiretto, il
metabolismo basale (agendo sulla tiroide), la risposta allo stress (agendo sui
surreni) e la funzione sessuale (agendo sui testicoli e sulle ovaie).
Epifisi
La ghiandola pineale o epifisi è una ghiandola endocrina
delle dimensioni di una nocciola, sporge all'estremità posteriore del 3°
ventricolo. Appartiene all'epitalamo ed è collegata mediante alcuni fasci
nervosi pari e simmetrici (peduncoli epifisari), alle circostanti parti
nervose. Le sue cellule, i "pinealociti" producono l'ormone
melatonina che regola il ritmo circadiano sonno-veglia, reagendo al buio o alla
poca luce. L'ormone melatonina è prodotto a partire dal neurotrasmettitore
serotonina (5-idrossi-triptamina) per N-acetilazione e ossi-metilazione, in virtù
del fatto che i pinealociti contengono l'enzima Idrossi-indolo-ossi metil
transferasi (HIOMT), enzima marker dell'epifisi.
La melatonina è inoltre l'ormone antagonista degli ormoni
gonadotropi ipofisari, infatti gli elevati quantitativi di melatonina
nell'individuo in età prepuberale, ne impediscono la maturazione sessuale.
All'inizio della pubertà i livelli di melatonina decrescono notevolmente e
nell'epifisi si accumula la sabbia pineale (anche se studi recenti hanno
dimostrato che l'attività di deposizione della sabbia è legata ad una crescente
attività secretiva).
La ghiandola pineale secerne melatonina solo di notte: poco
dopo la comparsa dell'oscurità le sue concentrazioni nel sangue aumentano
rapidamente e raggiungono il massimo tra le 2 e le 4 di notte per poi ridursi
gradualmente all’approssimarsi del mattino. L'esposizione alla luce inibisce la
produzione della melatonina in misura dose-dipendente. In questo senso
l'epifisi sembra rappresentare uno dei principali responsabili delle variazioni
ritmiche dell'attività sessuale, sia giornaliere che stagionali (soprattutto
negli animali).
Conosciuta fin dall'era antica, anche per la sua
frequentissima calcificazione in età matura, questa ghiandola di circa 150 mg,
grossomodo al centro del cervello, è uno dei centri dell'organizzazione
circadiana dell'organismo, comunque di ancora poco interesse in neurologia
moderna. Per Cartesio la ghiandola pineale è il punto privilegiato dove mente
(res cogitans) e corpo (res extensa) interagiscono, in quanto unica parte del
cervello a non essere doppia.
Tiroide
La tiroide è
un organo impari, situato nella regione anteriore del collo alla base della
gola. Questa ghiandola ricopre un ruolo fisiologico estremamente importante,
poiché influenza direttamente lo sviluppo scheletrico e cerebrale, partecipa
alla regolazione del metabolismo corporeo tiroide e allo sviluppo di pelle,
apparato pilifero ed organi genitali.
Situata
anteriormente rispetto alla laringe e alla trachea, la tiroide consta di due
lobi, uno destro ed uno sinistro, tra loro congiunti da una porzione
trasversale detta istmo; questa particolarità anatomica conferisce alla tiroide
un aspetto simile ad una H o, più artisticamente, ad una piccola farfalla. In
un adulto sano ciascun lobo misura circa cinque centimetri, mentre la tiroide
raggiunge, nel suo insieme, un peso di circa venti grammi. Peso e dimensioni
possono tuttavia variare, anche considerevolmente, in base all'età (calano con
l'invecchiamento), al sesso (sono superiori negli uomini) e alle modificazioni
ormonali (pubertà , gravidanza, allattamento, fase del ciclo mestruale,
menopausa
Nonostante le ridotte dimensioni, la tiroide influenza
l'attività di buona parte dell'organismo attraverso gli ormoni che produce e
secerne nel circolo sanguigno. La tiroide è quindi una ghiandola endocrina;
ghiandola perché sintetizza e libera ormoni, endocrina perché riversa il suo
secreto nei liquidi interni all'organismo, nello specifico nel sangue.
Riccamente vascolarizzata, produce due ormoni
importantissimi, la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4), che qualcuno ha
bonariamente paragonato a dei "divoratori di grassi". Prima di
spiegare il perché di questa similitudine, è opportuno spendere qualche parola
sul loro metabolismo. Per sintetizzare questi ormoni la tiroide ha bisogno,
innanzitutto, di un minerale - lo iodio - contenuto nel sale marino, in quello
iodato, nel pesce ed in molti frutti di mare. Non a caso, troviamo quattro
molecole di iodio in ciascuna molecola di tiroxina, da cui l'abbreviazione T4,
e tre atomi di iodio per ogni molecola di triodiotironina, da cui
l'abbreviazione T3.
In secondo luogo, la tiroide necessita di un amminoacido
ordinario, la tirosina, che l'organismo può sintetizzare a partire da un
aminoacido essenziale, la fenilalanina, contenuto negli alimenti proteici, come
la carne, il pesce, le uova ed i legumi. Mentre le carenze di tirosina sono
estremamente rare, esistono alcune regioni del pianeta in cui l'apporto
alimentare di iodio è del tutto insufficiente ad assicurare la normale attività
della tiroide. Nel tentativo di sopperire a queste carenze, la ghiandola
aumenta di dimensioni formando il cosiddetto gozzo: una massa voluminosa
visibile ad occhio nudo nella parte anteriore del collo. Una simile alterazione
può verificarsi anche nelle condizioni opposte, cioè quando l'organismo riceve
esagerate quantità di iodio - attraverso la dieta o farmaci specifici - che lo
inducono a sintetizzare un surplus di ormoni tiroidei.
Sistema nervoso autonomo
L'"interno" (i "visceri") del nostro
corpo, come il cuore, lo stomaco e l'intestino, è regolato da una parte del
Sistema Nervoso chiamato Sistema Nervoso Autonomo (SNA). Il SNA appartiene, in
parte, al Sistema Nervoso Periferico e controlla molti organi e muscoli del
nostro corpo. Non siamo quasi mai coscienti dell'attività del SNA, in quanto
esso funziona in modo involontario e riflesso. Ad sempio, non ci accogiamo
quando i nostri vasi ematici cambiano di diametro o quando il nostro cuore
batte più in fretta. Ciò nonostante, alcune persone possono allenarsi a
controllare alcune delle funzioni del SNA, come la frequenza cardiaca o la
pressione del sangue nelle arterie.
L'attività del SNA è particolarmente importante in almeno due
situazioni:
·
le
situazioni di emergenza che causano stress e che ci richiedono di attaccare o
fuggire;
·
le
situazioni di calma che ci consentono di riposare e digerire.
SNA regola:
I muscoli lisci
·
della
pelle (intorno ai bulbi piliferi)
·
dei
vasi ematici
·
dell'occhio
(pupilla)
·
dello
stomaco, dell'intestino e della vescica
·
Il
cuore
·
Le
ghiandole
Il SNA è suddiviso in tre parti:
1. Sistema Nervoso Simpatico
2. Sistema nervoso parasimpatico
3. Sistema Nervoso Enterico
Il Sistema Nervoso Simpatico
E' una bella giornata di sole e stai facendo una piacevole
passeggiata nel bosco. Improvvisamente un orso affamato ti compare davanti. Ti
fermi e lo attacchi OPPURE ti volti e scappi via? In entrambi i casi, si tratta
di una situazione di "attacco o fuga", in cui il Sistema Nervoso
Simpatico si mette in azione attivando le risorse energetiche, aumentando la
pressione sanguigna e la frequenza cardiaca e rallentando i processi digestivi.
Il Simpatico nasce nel midollo spinale. Qui, i corpi
cellulari del primo neurone (il neurone pregangliare) sono localizzati nei
tratti toracico e lombare. Gli assoni che originano da questi neuroni si
portano ad una catena di gangli situata ai due lati della colonna vertebrale
(la catena gangliare latero-vertebrale). Nella catena gangliare, la maggior
parte dei neuroni contrae sinapsi con un altro neurone (il neurone
post-gangliare). Alcune fibre pregangliari si portano ad altri gangli, al di
fuori della catena simpatica, e vi contraggono sinapsi. Il neurone
post-gangliare proietta quindi al "bersaglio": un muscolo (liscio o
cardiaco) o una ghiandola.
Ancora due informazioni sul Sistema Nevoso Simpatico: il
neurotrasmettitore della sinapsi gangliare è l'acetilcolina, mentre quello
della sinapsi post-gangliare è la noradrenalina. (Naturalmete, c'è anche
un'eccezione: il neurone simpatico post-gangliare che termina sulle ghiadole
sudoripare usa acetilcolina).
Sistema parasimpatico
(o craniosacrale)
E' una bella giornata di sole e stai facendo una piacevole
passeggiata nel bosco. Questa volta metti in atto una risposta di "riposo
e digestione". Adesso entra in azione il parasimpatico, che risparmia
energia, diminuisce la pressione del sangue e la frequenza cardiaca ed avvia i
processi digestivi.
I corpi cellulari del primo neurone parasimpatico sono
localizzati nel midollo spinale (regione sacrale) e nel bulbo. Nel bulbo, i
nervi cranici III, VII, IX e X contengono le fibre pregangliari. Le fibre
pregangliari del bulbo e del midollo spinale terminano in gangli che si trovano
molto vicini al bersaglio finale e vi contraggono sinapsi. Qui il
neurotrasmettitore è l'acetilcolina. Il neurone post-gangliare parte da questi
gangli e si porta all'organo bersaglio dove libera, nuovamente, acetilcolina.
Gli effetti della stimolazione simpatica e parasimpatica sono
generalmente opposti: quando un sistema è eccitatorio l'altro è inibitorio, e
viceversa.
Il parasimpatico è una delle due branche del sistema nervoso
autonomo o vegetativo (SNA), che interviene nel controllo di funzioni corporee
involontarie.
Il sistema parasimpatico stimola la quiete, il rilassamento,
il riposo, la digestione e l'immagazzinamento di energia; presiede ad un
sistema di adattamento definito - in termini anglosassoni - "rest and
digest" (riposo e digestione). In seguito agli stimoli del sistema parasimpatico,
aumentano le secrezioni digestive (salivari, gastriche, biliari, enteriche e
pancreatiche), l'attività peristaltica viene esaltata, la pupilla si restringe,
diminuisce la frequenza cardiaca, si costringono i bronchi e viene favorita la
minzione.
Il sistema parasimpatico si contrappone, in tal senso,
all'altra branca del sistema nervoso autonomo, denominata sistema simpatico,
che favorisce l'eccitazione e l'attività fisica. Il più delle volte l'azione
dei due sistemi è finemente bilanciata, senza una netta prevalenza dell'uno
rispetto all'altro .
Dal punto di vista anatomico, i nervi del sistema nervoso
parasimpatico si distribuiscono ai vasi sanguigni, alle ghiandole salivari, al
cuore, ai polmoni, all'intestino, agli organi genitali, agli occhi, alle
ghiandole lacrimali e salivari ed a numerosi altri organi e tessuti.
A differenza di quanto avviene nel sistema nervoso somatico
(volontario), gli impulsi del sistema vegetativo raggiungono i visceri
attraverso due neuroni, il primo dei quali è situato nel sistema nervoso
centrale, mentre il secondo si trova nel sistema nervoso periferico. In
particolare, per quanto riguarda il sistema parasimpatico, le fibre nervose del
primo neurone (detto NEURONE PREGANGLIARE) originano dal tronco dell'encefalo e
dal tratto sacrale del midollo spinale (S1-S4). A differenza di quanto avviene
per i neuroni del sistema nervoso simpatico, gli assoni si dirigono a gangli
posti in LONTANANZA dal midollo spinale, quindi in prossimità degli organi da
innervare. A questo livello contraggono sinapsi con il neurone postgangliare,
che essendo posto in vicinanza o addirittura sulla parete degli organi
bersaglio si caratterizza per un assone molto più corto rispetto a quello del
neurone pregangliare (l'esatto contrario di quanto visto per i neuroni
simpatici).
Di norma, sia il neurone pregangliare che quello
postgangliare utilizzano come neurotrasmettitore l'acetilcolina.
Il Sistema Nervoso Autonomo è SEMPRE in attività, e non
soltanto durante le reazioni di "attacco o fuga" o "riposo e
digestione". Il SNA agisce, infatti, per mantenere normale l'attività
degli organi.
Il Sistema Nervoso Enterico è la terza suddivisione del SNA
ed è costituito da plessi di fibre che innervano il tratto gastgrointestinale,
il pancreas e la cistifellea e lavora collaborando col Sistema Nervoso
Somatico.
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