Definizione di Attaccamento
Disorganizzato.
Bowlby definisce attaccamento la tendenza innata a cercare la
vicinanza protettiva di un membro della propria specie quando si percepisce un
pericolo.
Quando la figura che dovrebbe fornire protezione in caso di
pericolo è essa stessa la fonte di pericolo e di minaccia, si sviluppa quello
che viene definito attaccamento disorganizzato.
Il bambino si trova nella situazione paradossale di dover
chiedere protezione proprio a chi lo sta minacciando, di doversi allontanare dalla fonte minacciosa e al contempo
avvicinarvisi alla ricerca di rassicurazione. Ciò non permette al bambino di
sviluppare una rappresentazione coerente di Sé, dell’Altro e della Relazione con
l’altro. Inoltre contribuisce allo sviluppo di un deficit nella capacità di
regolazione delle emozioni nonché di un deficit delle funzioni metacognitive,
cioè della capacità di attribuire agli altri intenzioni, pensieri, emozioni,
desideri in modo da attribuire un significato al loro comportamento.
L’ANALISI DEI CHILD-REPORTS E DEI PARENT-REPORTS DI BAMBINI
CLASSIFICATI COME DISORGANIZZATI HA CONFERMATO CHE L’ATTACCAMENTO
DISORGANIZZATO È ASSOCIATO A SINTOMI CLINICAMENTE SIGNIFICATIVI DI DEPRESSIONE,
DI FOBIA SOCIALE E DI PROBLEMI DI PENSIERO E DI ATTENZIONE.
Non c’è epoca nella vita che non sia segnata da relazioni di attaccamento
e da vicende di separazione, più o meno felicemente elaborate, che
contribuiscono a costruire nell’ individuo il senso di possedere fiducia in se
stesso e una base sicura (Gorrese, 2005).
Il termine attaccamento è stato introdotto in seguito a numerose
ricerche sullo sviluppo per riferirsi ad un legame specifico costruito tra
madre e bambino. Sin dalle prime teorizzazioni sull’ evoluzione sociale
dell’uomo, queste precocissime interazioni sono state oggetto di profonda
riflessione per la loro potenza sullo sviluppo e la regolazione di quelle
future.
Dal grado di armonica rispondenza tra i sistemi comportamentali
di madre e bambino, l’esperienza di attaccamento evolve in condotte che
rivelano differenti gradi di sicurezza, ansietà, resistenza, disorganizzazione
(Bucolo & Accursio, 2007).
Le connotazioni assai specifiche di questo sistema sono state
scoperte anche attraverso il ricorso al paradigma sperimentale della Strange
Situation, che ha reso possibile la distinzione di tre stili di attaccamento:
sicuro, insicuro-evitante e insicuro-resistente. L’adattamento alla vita futura
è stato definito da questo momento in poi segnato dall’ influenza predominante
dell’attaccamento insicuro.
È interessante notare come differente attenzione sia stata
riservata all’ attaccamento disorganizzato. Questa categoria identificata solo
in un secondo momento è affascinante per le sue peculiari tendenze
comportamentali. In essa disposizioni di avvicinamento si mescolano a quelle di
allontanamento in maniera bizzarra e conflittuale. Si ipotizza una loro
comparsa quando comportamenti attivati all’interno dell’infante competono per
l’espressione. Il rifiuto di avvicinarsi alla figura primaria si accompagna al
dondolio sulle ginocchia e può essere seguita dal pianto o dall’ improvvisa
immobilizzazione nel movimento di accostarsi al genitore. Tali tendenze non
possono che costituire la testimonianza di una relazione parentale
disorientante e contraddittoria.
Tra gli studi interessati ad esplorare un sistema tanto
conflittuale, emerge quello dei ricercatori M. J. Crowley, L. C. Mayes, D. H
Davis dell’Università di Yale e la ricercatrice Jessica Borrelli dell’Università
del Claremont. Questa ricerca ha il pregio di aver spostato il focus
attenzionale da altre fasi di sviluppo alla media infanzia, indagandone il
legame con i sintomi clinici, poiché proprio in questa fase e nell’ adolescenza
si riscontra un aumento ripido dell’incidenza di disturbi psichiatrici.
In precedenza, il pattern disorganizzato era stato associato a
problemi d’internalizzazione, di reticenza nelle situazioni sociali e a
difficoltà di pensiero e attenzione.
Sulla scorta di questi studi la ricerca ha preso in esame un
campione di novantasette bambini di 8-12 anni di ceto medio-basso dell’area
circostante New Heaven, ricorrendo a strumenti che hanno analizzato sia i
modelli del discorso narrativo delle relazioni di attaccamento, sia la
frequenza dei vari comportamenti indagati in più contesti.
Più precisamente, durante la prima sessione, è stata indagata
l’esperienza presente e passata dei bambini con i caregivers primari, mentre i
genitori hanno completato questionari per la valutazione dei problemi di
pensiero e di attenzione e del disturbo depressivo maggiore e della fobia
sociale.
Durante la seconda sessione di studio, sono state misurate le
caratteristiche comportamentali, cognitivo-emotive e fisiologiche della
depressione ed è stata valutata la timidezza, attraverso la compilazione di
questionari da parte dei bambini.
L’analisi dei child-reports e dei parent-reports di bambini
classificati come disorganizzati ha confermato che l’attaccamento
disorganizzato è associato a sintomi clinicamente significativi di depressione,
di fobia sociale e di problemi di pensiero e di attenzione.
Tali conclusioni sottolineano la necessità per la ricerca futura
di una esplorazione più profonda del legame tra l’attaccamento disorganizzato e
i sintomi di psicopatologia, attraverso il ricorso a batterie di valutazione più
ampie e estendendo l’indagine anche a svariate popolazioni.
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