“Il nevrotico vive in un mondo
di finzioni che è organizzato attorno a coppie di concetti contrapposti. La
principale di queste è rappresentata dalla contrapposizione tra un senso d’inferiorità
profondamente radicato e un senso esaltato della propria personalità. A questa
contrapposizione vengono equiparati i concetti di “alto” e “basso»”, “virile” e
“femminile”, “trionfo” e “sconfitta”.
La contrapposizione
“alto/basso” ha una notevole funzione nelle fantasie, nei sogni, nelle figure
retoriche del linguaggio delle persone normali e acquista ancora maggiore
importanza per i nevrotici, che equiparano all’idea di superiorità l’“alto” e a
quella d’inferiorità il “basso”.
Ciò vale anche per il “trionfo” e la “sconfitta”, e per l’individuo nevrotico il più piccolo insuccesso o la più piccola contrarietà acquistano una tremenda importanza.”
Ciò vale anche per il “trionfo” e la “sconfitta”, e per l’individuo nevrotico il più piccolo insuccesso o la più piccola contrarietà acquistano una tremenda importanza.”
“ La via della nevrosi non
porta sulla linea dell’attività sociale, non tende alla soluzione dei problemi
che sono stati posti, ma sbocca invece nella stretta cerchia familiare e
costringe il paziente a finire in una posizione d’isolamento. La grande cerchia
sociale viene eliminata, del tutto o in parte, con un 'arrangement' d’ipersensibilità e d’intolleranza.”
A. ADLER, Psicologia individuale e conoscenza dell’uomo
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