"Qualcuno ha detto che le cose non esistono se non abbiamo
le parole per chiamarle. Tantissimi odori e tantissimi profumi non esistono
solo perché non sappiamo come chiamarli."
"Qualche anno fa ho letto un romanzo in cui si parlava
dell'odore della paura. Mi colpì molto, perché quello è un odore che conosco
bene, anche se non avevo mai pensato di dargli un nome."
(Gianrico Carofiglio, da Non
esiste saggezza)
Non esiste saggezza è un'antologia di dieci racconti, per il
quale Carofiglio ha ricevuto nel 2010 il premio letterario Piero Chiara. In
tutti i racconti emergono le capacità dell'autore di narrare e
contemporaneamente delineare le sfumature psicologiche e l'animo dei personaggi
così in profondità da coglierne emozioni e farli apparire persone di una realtà
vicina alla quotidianità piuttosto che personaggi.
[...]
«Non siamo capaci di descrivere
un odore come siamo capaci di descrivere un oggetto. Se vuoi
descrivere questo giaccone puoi dire che è blu, corto, un po' ruvido. Abbiamo
tantissime parole per le forme, per i colori, per le consistenze, per le
dimensioni. Per un oggetto diciamo che è tondo, squadrato, grande, piccolo,
rosso, verde, blu, duro, morbido, tagliente. Per i suoni e i rumori abbiamo
addirittura le parole onomatopeiche, e non c'è nulla di più specifico. Per gli
odori invece dobbiamo usare termini presi a prestito, dobbiamo procedere per
analogie. Un numero piccolo di concetti odorosi che non hanno un nome
autonomo ma che alludono - alludono soltanto - a entità odorose familiari.
Fiori, pulito, bucato, vaniglia. Libri nuovi...
[...]
«Avevo un nonno cui ero molto
affezionata. Lui diceva che il senso
dell'umorismo è la qualità più importante in una persona. E sosteneva una cosa simile a quella che hai detto tu. Che se hai il senso dell'umorismo - non l'ironia o il sarcasmo, che sono un'altra cosa
- non ti prendi sul serio. E allora non puoi essere
cattivo, non puoi essere stupido, non puoi essere volgare. Diceva che il senso
dell'umorismo è il modo migliore per conservare la dignità nei momenti
difficili. Il senso dell'umorismo è una qualità etica, diceva.»
W: (dopo una pausa e un
sospiro) Lei sa cosa sono gli spazi fra le vignette?
I: Be', sono... gli spazi fra una
vignetta e l'altra. Lo spazio bianco che...
W: Complimenti, veramente. Lei è
proprio acuto. Riformulo la domanda: sa cosa c'è negli spazi fra le
vignette?
I: (leggermente offeso) No,
me lo dica lei.
W: C'è
tutta la vita che non è mai stata raccontata. Ci sono le vicende che non
diventano storie - per scelta o più spesso per caso - e si perdono nei gorghi
del tempo che passa. Ci sono le occasioni non colte, le cose che non vogliamo
ricordare o non vogliamo sapere di noi stessi e degli altri. Gli spazi fra le
vignette sono il sottosuolo della nostra coscienza.
I: Ma questo...
W: Mi lasci finire, è una cosa
importante. Gli spazi fra le vignette sembrano piccoli, sembrano poco
più che fessure, ma nascondono un territorio e un tempo sterminati. Se avessimo
il coraggio di andare a vedere, a toccare, ad ascoltare, ad annusare tutto
quello che c'è in quel territorio, forse riusciremmo a capire qualcosa (abbassando
la voce, come preso da malinconia). Ci sono tante cose, precipitate negli
spazi fra le vignette...
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