"Il codice dell'anima" James Hillman
Se ambiente significa, letteralmente, ciò che c’è intorno,
allora si deve intendere tutto, ma proprio Tutto, ciò che c’è intorno. Infatti
la psiche inconscia sceglie in modo arbitrario tra le cose incontrate
quotidianamente nell'ambiente. Informazioni minuscole e banali possono avere
effetti psichici subliminali giganteschi, come mostrano i residui diurni nei
nostri sogni. Perché diamine siamo andati a sognare proprio quella cosa li?
Gran parte della nostra giornata passa inosservata e non sarà
mai più ricordata, ma ecco che la psiche pesca i rottami che galleggiano
nell'ambiente e li consegna al sogno.
Il sogno, l’impianto di riciclaggio dell'ambiente, trova
nella spazzatura i valori dell'anima.
Il sogno: un artista che si appropria di immagini presenti nell'ambiente
per richiamarle alla memoria più tardi, in pace. Poiché lo spazio in cui ci
aggiriamo è fatto di realtà psichiche che influiscono sulla nostra vita,
dovremmo ampliare la nozione di ambiente nel senso di una ecologia del
profondo, partendo dall’ipotesi che il nostro pianeta sia un organismo vivente
che respira e si autoregola. Poiché qualunque cosa abbiamo intorno può nutrire
la nostra anima in quanto alimenta immaginazione, là fuori è pieno di materia
animica. E allora perché non ammettere,
con l’ecologia del profondo, che l'ambiente stesso è intriso di anima, animato,
inestricabilmente fuso con noi e non già sostanzialmente separato da noi?
La visione ecologica restituisce all'ambiente anche l'Idea
classica di "Providentia": l'idea che il mondo provvede a noi, bada a
noi, ci accudisce perfino. E ci vuole vedere intorno. Predatori, tornado, tafani in giugno sono soltanto frammenti del quadro. Provate a pensare a
quante cose buone e profumate ci sono, invece. Credete che gli uccelli cantino
solo per gli altri uccelli? Questo pianeta respirabile, commestibile, bello e
piacevole, rifornito e tenuto in ordine invisibilmente, ci mantiene tutti
grazie al suo sistema di sostegno alla vita. Questa si che è cultura.
L’ambiente, allora, sarebbe immaginato ben aldilà delle
condizioni sociali ed economiche, al di la di tutto l’impianto culturale, come
comprendente ciascuna piccola cosa che si prende cura di noi ogni giorno: i
nostri pneumatici, e le tazze di caffè e le maniglie delle porte ed il libro
che ho in mano. Diventa impossibile escludere come irrilevante questo pezzetto
di ambiente a favore di quell’altro che invece avrebbe senso, come se si
potessero disporre in ordine d'importanza i fenomeni del mondo. Di importanza
per chi? Anzi, deve cambiare la nostra stessa nozione di importanza; invece di
importante per me, penseremo: “importante per altri aspetti dell’ambiente”. Ci
domanderemo: Questa cosa fornisce nutrimento ad altre cose che ci sono intorno?
Dà un contributo alle intenzioni del campo, di cui io sono soltanto una piccola
effimera parte?
Via via che si trasforma la nozione di ambiente anche il nostro modo di vedere l’ambiente cambia. Diventa sempre più difficile dividere con un taglio netto psiche e mondo, soggetto e oggetto, qui dentro e là fuori. Non so più con certezza se la psiche è dentro di me o se io sono nella psiche come nei miei sogni, nelle atmosfere del paesaggio e nelle strade della città, come sono nella “musica sentita così intimamente da non sentirla affatto, ma finché essa dura, tu sei la musica". Thomas Stearns Eliot
Via via che si trasforma la nozione di ambiente anche il nostro modo di vedere l’ambiente cambia. Diventa sempre più difficile dividere con un taglio netto psiche e mondo, soggetto e oggetto, qui dentro e là fuori. Non so più con certezza se la psiche è dentro di me o se io sono nella psiche come nei miei sogni, nelle atmosfere del paesaggio e nelle strade della città, come sono nella “musica sentita così intimamente da non sentirla affatto, ma finché essa dura, tu sei la musica". Thomas Stearns Eliot
Dove finisce l’ambiente e dove incomincio io, e anzi come posso cominciare, senza essere in qualche luogo, coinvolto intimamente e nutrito dalla natura del Mondo?
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