1. La scuola, uno speciale ambiente di apprendimento
Un passaggio
significativo di uno dei primi documenti europei che ha affrontato il tema dei cosiddetti "nuovi apprendimenti", il
Libro Bianco di J. Delors, è quello che dice:
"per prepararsi alla società
di domani non bastano conoscenze e capacità di metterle in pratica acquisite
una volta per tutte. E' indispensabile
soprattutto l'attitudine ad apprendere e a comunicare". Parole queste che oggi si avviano rapidamente
a diventare fatti perché mai come oggi l'uomo, sconvolto fortemente il modello di
intelligenza sociale a cui era abituato, si trova pressato ad agire sempre più da solo con strategie formative
molto diverse da quelle adoperate nel passato. Oggi il modello di pensiero che si impone prevede una
formazione sempre più indipendente, critica, flessibile e soprattutto responsabile ed
autogenerativa. E' l'idea certamente non
nuova dell'auto-formazione su cui già Socrate ci faceva riflettere: l'autodirezione dell'apprendimento come valore
aggiunto acquisito e posseduto dal soggetto discente e l'autodirezionalità dell'educazione
come "pedagogia della responsabilità" che mette al centro dell'attenzione più le
esigenze-caratteristiche dell'allievo che non quelle del sistema educativo di appartenenza. Per l'istanza formativa della società
conoscitiva post-industriale non è più strategica la persona bene informata tanto quanto il suo contesto
lavorativo richiede, ma la persona capace di sapere come conoscere,
che sa come operano le proprie strategie cognitive ed emotive nel
momento in cui agiscono. Per promuovere
nella scuola e nella formazione di base un processo autoformativo è alta la qualità dell'azione richiesta. Non solo sul
piano del sistema "sociale-politico" o su quello "scolastico-pedagogico", necessari
entrambi come piattaforma di riferimento, ma soprattutto su quello "individuale-psicologico". E'
quest'ultimo senza dubbio il piano più importante perché la persona che si forma per se stessa assume
anche la responsabilità delle scelte che fa nella sua formazione: l'autodirezionalità prevede,
infatti, il controllo da parte del soggetto discente del proprio "progetto" di apprendimento.
Ma per progettare il proprio apprendimento bisogna prima conoscere il proprio
apprendimento ed oggi la ricerca mette
bene in evidenza come l’acquisizione di nuove conoscenze sia un processo nel quale
chi apprende svolge un ruolo attivo di rielaborazione e di riorganizzazione
delle informazioni: sono proprio le conoscenze e il loro peculiare modo di
riorganizzarsi a costituire quel sistema
di griglie che tutti adoperano per filtrare, sulla base
di criteri spesso inconsapevoli,
le nuove informazioni . Nessuno, oggi,
può continuare a pensare che il processo di insegnamento-apprendimento sia rappresentabile come semplice passaggio di
informazioni da un soggetto all’altro, come è stato in passato per gran parte della tradizione
didattica. Ormai si è consapevoli che, perché quanto proposto da un insegnante non si sovrapponga banalmente
e temporaneamente a quanto posseduto dall'allievo,
deve attivarsi un processo costruttivo capace di creare nuovi modi di
connessione e di organizzazione, sia dei
contenuti di insegnamento che di quelli di esperienza. Il processo di conoscenza di un
individuo (e di un individuo giovane in particolare) non è una strada dritta e comoda, non è una storia di cui si conosce
l'inizio e la fine. E' un'avventura scomoda ed esaltante dove l’inizio del cammino può essere ovunque,
la direzione qualsiasi, i passi diseguali, le tappe arbitrarie, l’arrivo imprevedibile, il senso
inesistente. L'esigenza di
approfondire la ricerca in questo campo di studio trova le sue ragioni nella convinzione che oggi sia possibile migliorare
l'intero processo educativo dei giovani e della formazione in generale, migliorando le
condizioni d'uso delle funzioni cognitive che presiedono alla costruzione della struttura di conoscenza e
degli strumenti che servono per gestirla. Non si tratta di impadronirsi dei risultati degli sviluppi
delle scienze che studiano la mente e il cervello, ma di tradurre le esigenze che si avvertono in campo
educativo e formativo in termini di maggiore conoscenza dei vincoli e delle possibilità
dell'apprendimento umano. Non esiste una
prassi educativa esplicita e trasferibile nella scuola a partire dallo studio dell’apprendimento, così come non esiste un
programma didattico capace di fare a
meno di conoscere il percorso evolutivo
che rimane originale, imprevedibile e peculiare per ciascuno di noi. Ecco per cui suonano illuminanti le parole di
Reuven Feuerstein, quando nel suo modo semplice e diretto affronta uno dei nodi cruciali della
psicologia contemporanea e della pedagogia sperimentale: "cos’è che rende il tè dolce? lo zucchero o il
cucchiaino?". In un bambino
impegnato nella propria organizzazione
cognitiva ed orientato alla costruzione della propria mappa di conoscenza del mondo, qual è l’elemento di
maggiore importanza che incide sulla sua “economia dell’apprendere”, il prodotto del suo
conoscere o lo stesso processo di conoscenza nel quale è immerso? E' più importante, per lui, l’insieme
dei contenuti formali delle strutture concettuali che assume o le operazioni e le dinamiche messe in
moto dall’atto del conoscere? Lette in chiave pedagogica queste parole dicono
molto sul ruolo strategico cui è chiamata una scuola che si proponga davvero di fare in modo che il bambino
straripante di potenzialità possa diventare l’adulto espressione di tutte queste
potenzialità. Secondo Reuven Feuerstein,
uno dei più insigni studiosi della psicologia dell'apprendimento e strenuo sostenitore dello sviluppo delle
potenzialità cognitive nell'uomo, l’azione da promuovere in tutti i giovani deve riguardare certamente la
qualità e la quantità di informazione ma deve soprattutto riguardare il processo che
sottende l’elaborazione dell’informazione assunta. Tradotto in scelte metodologiche e di pratiche educative,
significa saper privilegiare le dinamiche di processo più che quelle di prodotto, in modo che sia la
struttura dell’apprendimento, comunque e dovunque si svolga, a divenire elemento focale dello
sviluppo. Ci sono aspetti fortemente innovativi nel pensiero di Reuven Feuerstein sulle strutture
cognitive di cui l’uomo si serve per conoscere: il primo è quello che lo stesso Feuerstein
chiama il postulato scientifico della Modificabilità Cognitiva Strutturale (MCS), secondo cui
l’intelligenza umana non può essere considerata in termini di quantità fissa e
immutabile, ma come una vera e propria entità plastica e modellabile nel tempo; il secondo riguarda il modo di esperire
l'apprendere ed è costituito dal modello dell’Esperienza di Apprendimento Mediato (EAM), meglio noto
nella sua forma generale come modello della Pedagogia della Mediazione che attribuisce
alla presenza e all’azione di un mediatore (Human Mediator) la costruzione e l'affinamento di
quel delicato strumentario di cui ci si serve per costruire e gestire la propria struttura di
conoscenza. Certamente sono molte le teorie cognitiviste che nella storia della
psicologia scientifica si sono soffermate
sul concetto di modificabilità cognitiva umana, da Lewin a Piaget,
da Vygotsky a Bruner, da Gardner
a LeDoux a Maturana a Feuerstein. Ma mai come oggi appare chiaro nel contributo
del grande psicopedagogista israeliano il valore che può assumere l'interazione
umana (e quella educativa nello
specifico) nel modulare l'attività cognitiva di un individuo quando,
all'interno di un dato sistema culturale
di riferimento, si è in grado di creare condizioni in cui possono attivarsi specifici fattori di mediazione. 2. Una
nuova professionalità per saper educare l'intelligenza I sistemi formativi
di base più recenti si avviano sempre più decisamente a rivedere in profondità
i paradigmi che per tanto tempo hanno modellizzato l’azione della scuola nella
società. Così facendo tendono ad incrociare
sempre più direttamente il modo d'essere dei suoi principali attori, gli insegnanti. Con il risultato che è proprio la
tradizionale figura di insegnante a trovarsi in discussione e
profondamente rivisitata nei suoi tratti consueti. In classe, è meglio rappresentarsi un
insegnante che insegna o un formatore che forma? In classe è meglio interrogarsi su un insegnante che
insegna cosa, come e perché o su un
formatore che forma chi, come e perché? Di
fatto, ciò che distingue l'azione formativa da quella docente è lo spostamento
della focalizzazione primaria dal
processo di insegnamento a quello di apprendimento con tutto quello che tale
spostamento comporta: l’apprendimento
diviene il processo-obiettivo
mentre l’insegnamento assume valore di
processo-risorsa. E' tale inversione di ruolo ad essere nuova cifra di valore e a sottendere un profilo
professionale diverso, un profilo ad alto contenuto di competenza tecnica e
portatore di relazioni complesse. Come
avviene l’apprendimento per quel soggetto, su quel particolare contenuto, in
quello specifico ambiente, rispetto a
quella metodologia adottata? Come si sviluppa e come evolve il processo di ristrutturazione del suo ambiente cognitivo e
della sua specifica struttura di conoscenza? Difficilmente si insegna
costruendo ex novo. Al contrario si
risistema un pensiero esistente attraverso
un processo che sottende molti fattori attivi, un pensiero che continuamente si
interroga e che con insistenza esige risposte a domande cruciali
come, "che cosa so?",
“perché apprendo?”, “come mi motivo?”,
"che significa stare in relazione con me e con gli altri?”, “come cambierò
io stesso?”. Mai come oggi ciò che occorre al nuovo
insegnante è la capacità di riflettere
su se stesso, sulle competenze possedute
e su quelle inedite che gli vengono richieste. Si tratta di un problema che guarda all'immaturità di un ruolo che non
coglie il proprio specifico contesto di esistenza: quello di chi sa progettare e realizzare "ricerca" nel campo dei processi di
apprendimento, sperimentando quotidianamente l'oggettivo ordinario come
"nuovo" che si mostra senza certezze preconcette o ragioni
di utilità. L'esperienza dell'insegnante-formatore è un'esperienza in
situazione che non si ingabbia in nessuno schema precostituito. Il suo stare in situazione
si lega, non solo al fatto che si tratta sempre e comunque di un rapporto tra due soggetti che
interagiscono, ma anche alla constatazione che la situazione del rapporto
insegnamento-apprendimento ha carattere
di processo continuo, non necessariamente lineare, che senza rinnegare
il passato o trascurare il presente ha nel futuro la sua connotazione più appropriata. E' una
esperienza che non ha in sé la certezza di una visione del mondo da
imporre più o meno consapevolmente, ma
solo la forza dell'esperienza vissuta e rivissuta continuamente come nuova e nella quale ciascuno sta in relazione e in
relazione ricerca il senso della storia personale che via via va scrivendo. Purtroppo, ancora oggi, i sistemi educativi
non dispongono di "luoghi" appositamente strutturati per affrontare problemi di tale entità, né d'altra parte
appaiono adeguatamente preparati
i referenti istituzionali cui
compete il compito di dare risposte
concrete a bisogni tanto complessi quanto difficili da trattare. 3. Perché un Laboratorio di ricerca sui processi di apprendimento
mediato Per un insegnante, spesso non è facile andare oltre la situazione
educativa e le ordinarie dimensioni materiali
che la costituiscono, così come non è facile riuscire a penetrare la parte
sommersa delle componenti che
costituiscono la speciale relazione d'aiuto che ha con i suoi allievi. Di qui
l'esigenza, a partire dal 2002, di realizzare all'interno del Centro di
Eccellenza per la Ricerca didattica e la
Formazione dell'Università Ca' Foscari
(oggi Centro Interateneo del Veneto per la Ricerca didattica e la Formazione avanzata)
uno spazio fisico, ma soprattutto mentale, con cui far sperimentare nella scuola percorsi diversi e
innovativi dell'agire educativo. Nasce su queste basi il "Laboratorio sui processi
di apprendimento mediato” pensato per combinare insieme il
modello di ricerca proprio delle attività controllate come è tipico per un
laboratorio, con il modello di ricerca operativa svolta a scuola e in una situazione di realtà,
dove scuola e società, ciascuna con le proprie diverse ragioni si trovano continuamente ad interagire
Il Laboratorio, richiamandosi
principalmente alla scuola di pensiero di Reuven Feuerstein, ha avuto come scopo, da una parte, quello di realizzare
progetti finalizzati a verificare come sviluppare processi di potenziamento cognitivo, dall'altra, quello di contribuire ad un reale cambiamento di prospettiva da parte dell'insegnante, nella
lettura e nella gestione del processo educativo in classe. Le domande seguenti
sintetizzano il senso di quanto il Laboratorio, sin dal suo avvio, si è
proposto di studiare con l'intento di
migliorare il lavoro docente soprattutto in tutte le situazioni di difficoltà di apprendimento: - cosa pensiamo dell'intelligenza e della sua
misura? - come conosciamo e come
apprendiamo? - come progettare un'esperienza di apprendimento mediato? - come
agire per sviluppare un sentimento di auto-efficacia? - come valutare una prestazione
cognitiva? - come potenziare le capacità metacognitive e
metacomunicative? - come facilitare la
conoscenza e l’espressione della diversità? Per dare risposta a queste domande
il Laboratorio ha sviluppato diversi approcci di ricerca, come: o la ricerca di
campo con cui analizzare nei contesti reali dell'esperienza scolastica le
condizioni di insegnamento, gli
atteggiamenti individuali e collettivi, le pratiche ordinarie, i problemi ricorrenti, la valutazione degli
apprendimenti; o la ricerca sperimentale basata sull'utilizzazione della
Metodologia Feuerstein in contesti controllati e in una logica di
ricerca-azione; o la ricerca
simulata con cui sono stati esaminati i modelli applicativi del testing scolastico attraverso l'analisi critica dei test più
utilizzati in ambito educativo. All'interno del Laboratorio sono state realizzati anche percorsi di
aggiornamento professionale e attività di sensibilizzazione al Metodo
Feuerstein con lo scopo di facilitare lo
sviluppo di un contesto scolastico
attento ai risultati della ricerca scientifica nel campo della psicologia
cognitiva e della pedagogia sperimentale
e alle conseguenti applicazioni nei vari
contesti di riferimento. Un tratto caratteristico del Laboratorio è stato
quello che lo ha visto
anche come centro di informazione
e documentazione per la scuola e i suoi operatori. 4. Il Laboratorio diventa
Centro Studi Feuerstein. E’ in questa
esperienza che affonda le sue radici il Centro Studi Feuerstein, esperienza che
si traduce in una realtà concreta
nell’ottobre 2004, con la firma della Convenzione tra il Centro d’Eccellenza
dell'Università Ca' Foscari e
l’ICELP (International Center for the Enhancement Learning Potential) di Gerusalemme, l’Istituto
di ricerca fondato e diretto dal Prof. Reuven Feuerstein. Con la firma della convenzione il Centro Studi assume anche la
funzione di National Authorized Training
Center (NATC) per la sensibilizzazione in ambito educativo alla Metodologia Feuerstein e per la formazione al Programma di
Arricchimento Strumentale (PAS). La
collaborazione con l’ICELP seguita alla firma della convenzione ha contribuito
a sviluppare le attività di ricerca del
Laboratorio che in qualità di Centro Studi Feuerstein ha potuto estendere le proprie prerogative di struttura accademica,
divenendo sistema di accreditamento per gli operatori del settore
educativo scolastico interessati alle metodologie metacognitive nei
processi di apprendimento mediato. Allo
stesso tempo ha favorito il nascere di forme di cooperazione con altri centri autorizzati al Metodo Feuerstein,
sviluppando a partire dal 2005, con apposite convenzioni, una più stretta
collaborazione per il riconoscimento accademico delle attività di formazione
svolte. Come struttura di ricerca applicata all'interno della
sezione Formazione avanzata del Centro Interateneo, il Centro Studi Feuerstein ha
fornito varie forme di supporto alle scuole che applicano il Metodo Feuerstein,
sia per il potenziamento dei processi di
apprendimento in ambito disciplinare, sia per il sostegno di giovani con
disturbi o difficoltà di apprendimento. Nel contempo il Centro ha svolto
un'ampia attività di informazione e di sensibilizzazione sugli studi e le ricerche del Prof. Feuerstein, fornendo
con la realizzazione di corsi di alta formazione, di corsi di perfezionamento e di master
la possibilità a diverse figure professionali (insegnanti,
educatori professionali, psicologi,
formatori aziendali, etc.). di
sviluppare specifiche competenze nei
propri contesti di lavoro Nel contesto scolastico, lo sforzo che il
Centro Studi ha sostenuto con impegno e continuità è stato quello di facilitare un nuovo modello di
interazione pedagogica e didattica basato su
due fondamentali presupposti: una
condivisa ed omogenea pratica professionale
sorretta da una maggiore
attenzione al funzionamento cognitivo
dell'allievo e da un approccio metacognitivo alla relazione come strumento di promozione e di sviluppo
delle potenzialità intellettive del giovane; uno stile pedagogico-didattico attento al
valore della ricerca e orientato a considerare l'interazione insegnante-allievo come il
nucleo fondante del modo di vivere il ruolo di educatore e le sue dimensioni professionali rispetto ai
processi mediativi della comunicazione. Allo scopo sono state costruite e socializzate molte reti di
esperienze maturate nelle scuole con contatti tra insegnanti e realizzazione di
progetti per la sperimentazione di modelli applicativi di educazione cognitiva. A tutte le attività
svolte nelle scuole è stata garantita la vicinanza di un luogo accademico di rango universitario e una
continua offerta di spazi e momenti di aggiornamento e di formazione nel campo della ricerca di modelli
di valutazione dei fattori di insegnamento e di apprendimento. In tutti gli anni in cui il
Centro Studi ha svolto anche attività di
formazione al PAS ha potuto contare
sulla collaborazione di professionisti e
studiosi che operano all'interno di istituzioni pubbliche e/o private, non solo del settore
educativo scolastico, ma anche di quello clinico sanitario e
dell'associazionismo sociale e professionale. La continua attività di
aggiornamento e di formazione svolta negli anni ha permesso di raccogliere una rilevante
documentazione specializzata
costituita, tra l'altro, da ricerche di corsi di perfezionamento, tesi finali di master e
report di progetti educativi. 5. La vita
del Centro Studi : ambiti, attività, iniziative I corsi di perfezionamento e i
master Le attività di alta formazione
coordinate dal Centro Studi hanno riguardato la realizzazione di corsi di perfezionamento e di master universitari. I
corsi di perfezionamento si sono svolti negli anni accademici 2004-2005, 2005-2006 e 2006-2007 e
hanno avuto durate variabili tra le 400 e le 1500 ore.
L’ultimo corso, in
particolare, è stato di 1500 ore e ha previsto moduli di insegnamento in presenza e a distanza. Facendo riferimento agli studi sulla Cognitive Modifiability e
alla teoria della MLE (Mediated Learning Experience) di Reuven Feuerstein, l'obiettivo principale dei corsi è stato quello di specializzare
profili professionali, con background psico-pedagogico nel campo della
gestione di soggetti con bisogni speciali, in grado di
intervenire nei processi di recupero, di potenziamento e di sviluppo. Negli anni accademici 2007-2008 e
2008-2009 è stato svolto un master di
durata biennale sulla valutazione
dinamica e il potenziamento cognitivo.
Si è trattato di un master interateneo
di II livello in compartecipazione con la Facoltà di
Psicologia dell’Università di Padova. Il focus del master ha riguardato le dimensioni cognitive, motivazionali e sociali
dell’apprendimento, in un’ottica di
valutazione dinamica e di potenziamento delle diverse componenti
implicate nell’apprendimento scolastico
ed extra-scolastico. L’obiettivo è stato quello di fornire a psicologi clinici dell’apprendimento, del lavoro e di
comunità, ad educatori professionali, ad
insegnanti e psicopedagogisti e
ad operatori socio-sanitari conoscenze teoriche e strumenti operativi
innovativi per il l'aggiornamento della
propria attività professionale e di ricerca. I corsi di formazione per
applicatori PAS e valutatori LPAD Si è trattato di progetti educativi
scolastici realizzati a livello nazionale e regionale nella forma di momenti
di informazione e sensibilizzazione alla Pedagogia della mediazione
e di corsi di formazione
al Programma di arricchimento strumentale
di Feuerstein (FIEP - Feuerstein Instrumental Enrichment Program) e al suo sistema di valutazione dinamica (LPAD - Learning Propensity Assessment Device). A queste
iniziative si sono associate varie forme di applicazione degli strumenti all’interno di singole scuole
o reti di scuole. Avere associato al Centro Studi Feuerstein anche formatori
che operano nel settore clinico sanitario ha permesso di estendere il campo d'intervento
del Metodo Feuerstein a problematiche connesse con il recupero
di soggetti svantaggiati e/o diversamente abili grazie all’applicazione degli strumenti
diagnostici e di potenziamento. Dall'inizio
delle attività del Centro Studi sono stati più di cinquanta i corsi progettati
e realizzati e innumerevoli i progetti
sviluppati nella scuola e nell'extra-scuola. E' una chiara testimonianza dell'interesse manifestato dal mondo
dell'educazione, della sanità e dell'associazionismo sociale nei confronti dell''impegno profuso dal
Prof. Feuerstein a favore dell'uomo e delle sue potenzialità inespresse.
I poli territoriali e le convenzioni con gli ATC Per
rispondere alle richieste di assistenza
avanzate da singoli operatori, da scuole e
da enti e associazioni che
operano nel campo dell'educazione e del
recupero sono state stipulate in diverse regioni
apposite convezioni. Questo ha permesso di creare strutture locali nella forma di poli associati e di sviluppare iniziative di
collaborazione con il Centro Studi nel campo della ricerca e dell’aggiornamento
professionale. Le attività di collaborazione hanno riguardato in particolare: -
la progettazione e l’attuazione di seminari di aggiornamento professionale e di
corsi di formazione a supporto dei nuovi
profili docente e delle nuove competenze richieste dal mondo della scuola; - l’elaborazione di modelli
innovativi sui processi di apprendimento in presenza e a distanza e di sperimentazione degli stessi in contesti
lavorativi e formativi; - l'individuazione di modelli di intervento didattico
per facilitare lo sviluppo di competenze di base di competenze trasversali; - lo studio e la ricerca di metodologie
applicative con riferimento a problematiche di intervento in situazione di diversità e di bisogni speciali.
Sono stati sottoscritti accordi di collaborazione anche
con centri autorizzati alla
formazione PAS per favorire un lavoro
comune nell'intento di sostenere con maggior forza il pensiero di Feuerstein e la diffusione del suo sistema applicativo. Gli
obiettivi sottesi sono stati, in particolare, quelli di: - facilitare la standardizzazione dell’offerta
formativa attraverso la
condivisione dei protocolli specifici del sistema accademico
universitario; - creare condizioni
sempre più favorevoli alla crescita professionale degli applicatori del Metodo Feuerstein nei diversi contesti applicativi di
riferimento. Le iniziative nel settore clinico-sanitario Sono attività che
hanno interessato lo sviluppo di
modalità applicative del PAS e
dell'LPAD su target costituiti da soggetti giovani e adulti con
bisogni speciali certificati. In
tale contesto, interventi specifici sono
stati rivolti anche alla terza età con applicazione degli strumenti PAS sulla gestione
dei processi di controllo cognitivo e metacognitivo in condizione di
decadimento mentale. Dal punto di vista
procedurale sono stati attivati protocolli diagnostici ed applicativi basati
su strumenti LPAD e
PAS a complemento o in
sostituzione delle metodiche riabilitative adottate all'interno di strutture sanitarie locali. Con alcune strutture sanitarie locali la
collaborazione si è estesa anche alla
realizzazione di convegni e seminari
rivolti ad operatori socio-educativi e sanitari del territorio e mirati a
svolgere momenti di approfondimenti e
confronto sui processi e sulle strategie di empowerment cognitivo in soggetti con disturbi aspecifici di
apprendimento. Forme di collaborazione
sono state anche sviluppate a supporto
di iniziative editoriali curate da team
di specialisti del settore che hanno permesso di informare il territorio e di fornire proposte operative in diverse situazioni di bisogno
speciale. Le azioni a supporto dei workshop e
dell'attività di ricerca di ICELP Dalla firma della convenzione del 2004 e
fino all'ultima dell'inizio del 2010 sono stati molti
i contatti tra il Centro Studi e
l'ICELP e molte le iniziative sviluppate insieme a supporto degli studi e delle ricerche del Prof. Feuerstein e del suo
team . Tra le più significative quella che ha visto il Centro Studi, come dipartimento di ricerca
applicata del Centro Interateneo per la Ricerca didattica e la Formazione avanzata, e l’Università Ca’
Foscari di Venezia, impegnati nello sponsorizzare e supportare il 29° workshop internazionale
dell'ICELP svoltosi nel 2008 per la prima volta in Italia, nella città di Jesolo. Il Centro Studi ha
partecipato anche al 30° Workshop internazionale dell’ICELP svoltosi a Torino nel mese di Luglio 2009 con il patrocinio del
Centro Interateneo del Veneto e dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Numerose
sono state le iniziative di
pubblicizzazione del Metodo Feuerstein promosse
e curate direttamente o
indirettamente negli anni dal Centro
Studi. In particolare sono state
molte le occasioni di messa a fuoco degli aspetti di
conoscenza sui processi di pensiero e di apprendimento che la ricerca applicata di ICELP continua a
sviluppare. La realizzazione
dell'edizione italiana delle opere di Reuven Feuerstein Tra le altre iniziative, rilevante è stata
l'azione del Centro Studi a supporto
della traduzione e la stampa della
prima edizione italiana di una delle
opere fondamentali del pensiero del Prof. Feuerstein, "The Feuerstein Instrumental
Enrichment Program" per i tipi di Erickson. Allo stesso modo il Centro Studi sta fornendo la propria
collaborazione anche per l'edizione italiana della seconda opera fondamentale
dello studioso, "The Learning Propensity Assessment Device", attualmente
in corso di traduzione a cura della stessa casa editrice Erickson. L'accreditamento
accademico dei corsi di formazione ICELP.
(Tratto da relazione del Prof. Mario Di Mauro Direttore
Centro Studi Feuerstein) Centro Interateneo perla Ricerca didattica e la
Formazione avanzata
Nessun commento:
Posta un commento