domenica 3 giugno 2012

Lo scafandro e la farfalla







"Ero cieco e sordo, ma mi serviva necessariamente la luce dell'infermità
 per vedere la mia vera natura".






Ha voglia di dire qualcosa alle persone che si muovono?”
“Continuate. Ma fate attenzione a non essere divorati dalla vostra agitazione. Anche l’immobilità è fonte di gioia.” (da un’intervista rilasciata da Bauby per Elle)




Nel dicembre ‘95, all'età di 43 anni, Jean-Dominique Bauby.
dinamico e carismatico direttore d i ELLE Francia,
fu colpito da un ictus devastante che ne rese inattivo
il sistema cerebrale e ne cambiò la vita per sempre.
Superato un iniziale stato di coma, si svegliò
per scoprire di essere vittima di una sindrome locked-in,
mentalmente vigile ma prigioniero dentro il suo stesso corpo,
in grado di comunicare col mondo esterno solo attraverso
il battito della palpebra dell'occhio sinistro.
Costretto a confrontarsi con quest'unica prospettiva di vita,
Bauby riuscì a costruire un ricco universo interiore per trovare dentro di sé
le uniche due cose che non fossero paralizzate: l'immaginazione e la memoria.
All'Hospitale Maritime di Berck-Sur-Mer imparò
un alfabeto completamente nuovo,
che codifica le lettere più frequenti del vocabolario francese.
Queste parole, queste frasi, questi capitoli
dolorosamente espressi lettera per lettera,
raccontano la storia di una profonda avventura
all'interno della psiche umana e della battaglia
tra la vita e la morte.
Questo alfabeto riuscì a scardinare la prigione
del corpo di Jean-Dominique,
che lui chiamava il suo scafandro, ed aprì
gli sconfinati territori della libertà interiore,
da lui chiamati la farfalla.
Il film inizia come il libro. Una luce bianca, accecante,
una danza di colori un po' sfuocati.
Appaiono facce di sconosciuti, che ci parlano,
che gli parlano. Jean-Dominique Bauby capisce
di essere in ospedale,attaccato a delle macchine
che lo aiutano a respirare.
Un uomo vestito da dottore viene verso di lui.
Gli fa un franco aggiornamento sulla situazione.
Bauby ha avuto un ictus ed è stato in coma per diversi mesi.
Prova a parlare ma nessuno sembra sentirlo.
Il dottore gli spiega che soffre di una condizione
estremamente rara. Il paziente è interamente paralizzato,
come se fosse chiuso dentro se stesso,
tutto il suo corpo intrappolato da una specie di scafandro.
Nel caso di Bauby, l'unica cosa che funziona
è la sua palpebra sinistra. E' la sua ultima finestra sul mondo
e il suo unico metodo di comunicazione.
Un battito di ciglia per dire sì, due per dire no.
Il cervello, da parte sua, funziona alla perfezione.
Bauby può sentire, capire, ricordare, ma non può più parlare.
Oltre la palpebra sinistra, ci sono altre due cose
che funzionano ancora, l'immaginazione e la memoria, la farfalla.


Da questo punto di vista decide di raccontare la sua storia.
Non come un'intervista, ma come un libro.
Impara a memoria le frasi della sua storia
e poi, utilizzando il metodo sviluppato dalla sua logopedista,
le detta quello che vuole dire lettera per lettera,
sbattendo le ciglia quando viene pronunciata la lettera corretta.

Un anno e due mesi nella stanza 119 dell'Ospedale Marittimo
di Bercke il suo libro è finito.

Jean_Do è' morto dieci giorni dopo la pubblicazione.

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