A
volte percepiva, nella profondità dell’anima, una voce lieve, spirante, che
piano lo ammoniva, piano si lamentava, così piano ch’egli appena se ne
accorgeva.
Allora si rendeva conto per un momento che viveva una strana vita,
che faceva cose ch’erano un mero gioco, che certamente era lieto e talvolta
provava gioia, ma che tuttavia la vita vera e propria gli scorreva accanto
senza toccarlo.
Come un giocoliere con i suoi arnesi, così egli giocava coi
propri affari e con gli uomini che lo circondavano, li osservava, si pigliava
spasso di loro: ma col cuore, con la fonte dell’essere suo, egli non era
presente a queste cose.
E qualche volta rabbrividì a simili pensieri, e si
augurò che anche a lui fosse dato di partecipare con la passione di tutto il
suo cuore a questo puerile travaglio quotidiano, di vivere realmente, di agire
realmente e di godere e di esistere realmente, e non solo star lì come uno
spettatore.
(Hermann Hesse, Siddharta)
Nessun commento:
Posta un commento