Cenni di fisiologia del sistema
muscolare
Il muscolo è
un organo la cui funzione è quella di contrarsi e di rilasciarsi. I muscoli del
corpo umano sono circa 650.
Il muscolo si distingue in muscolo striato e liscio.
Del muscolo striato fanno parte i muscoli scheletrici e il muscolo cardiaco.
Il muscolo scheletrico a sua volta si distingue in slow
twitch (contrazione lenta) e fast twitch
(contrazione veloce)
Il muscolo liscio si distingue in muscolo tonico e muscolo fasico.
I muscoli scheletrici rappresentano il tessuto più abbondante
dell’organismo, rappresentando quasi la metà del peso corporeo. Per la massima
parte esso si inserisce allo scheletro attraverso i tendini, da cui determina contraendosi i movimenti.
Fisiologicamente è sotto lo stretto controllo del sistema nervoso e poiché può
essere attivato dalla volontà è indicato anche come muscolo volontario. Un terzo sinonimo è quello
di muscolo striato ( striature visibili al microscopio).
Il muscolo liscio manca di striature evidenti al microscopio.
E’ tipico degli organi vegetativi (vescica, vasi) e fa in genere un’attività
modulata ma non determinata dal sistema nervoso. Il muscolo liscio è spesso
indicato come muscolo involontario.
Il muscolo cardiaco o miocardio
è presente solo nel cuore ed ha caratteristiche intermedie tra il muscolo
scheletrico e quello liscio; è infatti striato ma dotato di attività spontanea,
modulabile dal sistema nervoso e da fattori chimico – umorali.
Un muscolo scheletrico è costituito da fasci di fibre
muscolari, avvolte da un tessuto connettivo: va ad inserirsi in una struttura
tendinea alla quale trasmette la sua tensione. Vi sono bande chiare I e bande
scure A. Le bande chiare hanno al centro una linea scura detta linea Z mentre
le bande scure hanno al centro una linea chiara la banda H che a sua volta ha
al centro una striscia più scura detta linea M.
Le miofibrille
sono esili filamenti di materiale contrattile presenti a centinaia nelle fibre
muscolari, disposte l’uno accanto all’altro, in maniera tale che le bande I e A
di ogni filamento sono esattamente allineate alle stesse bande degli altri
filamenti dando cosi l’apparenza delle striature trasversali di tutta la fibra.
La porzione di miofibrille comprese tra le due linee Z è chiamata sarcomero. Questo costituisce l’unità
contrattile ripetuta migliaia di volte in una stessa miofibrilla, a livello
della quale si ripetono gli eventi molecolari che sono alla base della
contrazione. In ciascun sarcomero sono presenti due ulteriori serie di
filamenti: i filamenti spessi e i filamenti sottili, costituite prevalentemente
da miosina e da actina. Queste sono le vere proteine contrattili e cioè le proteine
responsabili dello sviluppo di tensione e dell’accorciamento della fibra
muscolare della fibra muscolare.
Secondo la teoria degli “sliding
filaments”o scorrimento dei filamenti, questi si sovrappongono e le proiezioni formano
i cosiddetti “cross-bridges”. (Teoria di Thomas H. Huxley 1954)
La teoria modellizza la contrazione come dovuta al movimento
relativo tra i filamenti spessi e i filamenti sottili. L’osservazione è basata
sul fatto che le bande A rimangono invariate, durante una contrazione. Lo
scorrimento è dovuto alla formazione e alla rottura di ponti tra actina e
miosina.
I filamenti di miosina sono nella parte centrale del
sarcomero, in corrispondenza quindi della banda A, mentre nella banda I vi sono
filamenti di actina. Questi sono connessi da una parte con la linea Z mentre
dall’altra penetrano tra i filamenti di miosina, senza peraltro raggiungere, in
condizioni di riposo, il centro del sarcomero, pertanto nella regione centrale
corrispondente alla banda H non vi è sovrapposizione di filamenti spessi e
sottili. Un muscolo che si contrae sviluppa una forza o tensione che, applicata
ad un oggetto o carico, determina lo spostamento. Supponiamo che un muscolo
debba sollevare un peso: poiché tensione e peso si contrappongono è evidente
che il sollevamento può aver luogo solo se la tensione sviluppata dal muscolo
supera il carico del peso. Se il carico è pari o superiore a alla tensione
sviluppata si verifica un allungamento passivo del muscolo che si sta
contraendo. Una contrazione senza accorciamento a lunghezza costante viene
detta isometrica, mentre una
contrazione con accorciamento a carico costante viene detta isotonica. Il muscolo compie un lavoro
se è in grado di spostare il carico e quindi in condizione di contrazione
isotonica mentre in condizioni di contrazione isometrica il lavoro è nullo. Se
il carico determina un allungamento passivo del muscolo si parla di lavoro
negativo, in quanto è il carico che effettua un lavoro sul muscolo. Anche in
condizioni di riposo il muscolo libera calore derivante dai processi metabolici
di base. Se il muscolo si contrae, la produzione di calore aumenterà
bruscamente e fortemente e l’aumento si prolunga per un certo periodo dopo che
l’attività contrattile è finita. Il calore in eccesso che libera, in rapporto
con l’attività contrattile è chiamato calore iniziale mentre quello che si
libera dopo l’attività è chiamato calore di ristoro. Il calore iniziale si
divide ulteriormente in calore di attivazione, calore di accorciamento e calore
di rilasciamento. Il calore di attivazione è indipendente dal carattere
isometrico o isotonico della contrazione ed è presumibilmente dovuto ai
processi biochimici che danno l’avvio alla contrazione. Il calore di
accorciamento si ha quando il muscolo non sviluppa solo tensione ma compie un
lavoro ed è tanto maggiore quanto maggiore è il lavoro compiuto. Nella
contrazione isotonica quindi si libera più calore che nella contrazione
isometrica. Nel compiersi di un lavoro il rapporto tra forza-velocità è determinato
da:
- numero di “ponti” tra actina e miosina (sovrapposizione)
- quantità di Ca++ rilasciato dal reticolo sarcoplasmatico
- attività dell’ATPase
- numero di fibre reclutate.
Una fibra ipertrofizzata ha effettivamente più sarcomeri in
parallelo:
-
Aumenta
la forza generata, ma non cambia la velocità di accorciamento, né
l’accorciamento massimo.
Una fibra allungata (con lo
streching) ha più sarcomeri in serie:
-
-
non cambia la forza generata, ma aumenta la velocità e la capacità di contrarre
Il sarcolemma è la
membrana esterna che circonda ogni fibra; ha il ruolo di permettere la
propagazione dell’onda di potenziale su tutta la superficie della cellula.
Filamenti sottili contengono una molecola di ADP attaccata ad ogni catena. La miosina è composta da due catene
pesanti e due leggere. Ogni filamento spesso è composto da centinaia di
molecole di miosina.
La miosina leggera si aggrega per formare filamenti mentre la
miosina pesante , che è la parte attiva, forma due teste piegate. Le teste si
legano con l’actina e funzionano da ATPasi;
l’energia viene utilizzata nel meccanismo di contrazione. La contrazione
muscolare richiede tanta energia e il
muscolo scheletrico contiene tanto ATP
che viene prodotto dai mitocondri
durante i periodi di riposo. Senza ATP non c’è rilascio quindi l’ADP è
necessario affinchè si leghino e l’ATP perché si separino. Nel sarcoplasma vi sono anche abbondanti
riserve lipidiche e di glicogeno. Se le riserve di ATP finiscono durante i
periodi di contrazione prolungata, l’ADP generata dall’idrolisi dell’ATP viene
riconvertito in ATP attraverso glicolisi
anerobica che porta all’accumulo di acido lattico.
I muscoli sono a coppia: agonisti
e antagonisti cioè svolgono
funzioni opposte.
Vi sono due tipi di cellule SMC del muscolo liscio: il primo tipo si trova in unità singole nelle
viscere che muovono in sincronia:
l’attività è miogenica, cioè spontanea; esse sono innervate dall’ANS (sistema
nervoso vegetativo).
Le seconde sono unità multiple cioè non hanno attività
spontanea e sono attivate da impulsi nervosi (ANS.)
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