Apraisal e Reappraisal
Le strutture cerebrali considerate cruciali per
l’elaborazione e la regolazione delle emozioni sono:
- l’amigdala:
centrale nell’evocazione e nel mantenimento delle emozioni legate alla paura,
come di tutte le altre emozioni negative e per il riconoscimento delle
espressioni facciali aggressive; l’amigdala può essere considerata la base
neurologica per eccellenza degli stati emotivi;
- l’ipotalamo: è collegato all’amigdale e determina la risposta
fisica emozionale (modifica del battito cardiaco, della pressione sanguigna,
della salivazione, del ritmo del respiro, della sudorazione e del diametro
pupillare);
- l’insula: è
fortemente coinvolta nell’emozione del disgusto e sembra determinare il senso
di sé (quando diciamo <<mi sento …>>> è lei in primo piano);
- l’ippocampo: è
fondamentale per la formazione delle paure apprese.
Un ruolo importante hanno i neuroni-specchio che sono
attivati sia quando un soggetto esegue un movimento, sia quando il soggetto
vede lo stesso movimento eseguito da un altro.
I processi di regolazione emozionale, nelle società
complesse, funziono secondo due canali intrecciati:
- le risposte emozionali agiscono automaticamente, secondo i
meccanismi cerebrali connessi allo stile emozionale;
- le risposte emozionali possono essere modulate attraverso
l’uso di strategie emozionali fondate su processi cognitivi (appraisal), grazie
alla capacità delle regioni prefrontali di influenzare la reattività
dell’amigdala e, dunque, di regolare le emozioni.
Un esempio di strategia emozionale? Reagire ad un’offesa con
una risposta tagliente piuttosto che con un’aggressione fisica è, ad esempio,
una maniera più efficace di manifestare la rabbia, quando la norma sociale
vieta di gestire i conflitti malmenando l’antagonista.
Reprimere l’emozione negativa, anziché modularla, ha –
invece - effetti negativi sullo stato di salute.
La rabbia e l’ostilità represse hanno, infatti, effetti
devastanti sul sistema cardiovascolare.
Cos’è l’appraisal?
Da Magda Arnold (1960) è mutuato il concetto di appraisal,
indicante la valutazione immediata ed automatica di un evento come positivo o
negativo per il benessere e gli scopi individuali.
Nella concezione di Arnold, poi ripresa da un larghissimo numero
di studiosi (Frijda, Oatley, Collins, Scherer e altri), l’appraisal è il
processo di mediazione cognitiva fra lo stimolo e il suo significato
soggettivo, da cui si generano le emozioni.
Si può, in sintesi, dire che esiste un appraisal primario,
che è la valutazione immediata e automatica di una transazione con l’ambiente
come rilevante o meno per gli scopi dell’individuo, ed un appraisal secondario,
che è l’ulteriore valutazione di una transazione soggettivamente rilevante
effettuata in base alle prospettive di coping (strategie di risoluzione) che
l’individuo può mobilitare per gestirla (Lazarus).
Lazarus, Speisman e altri studiosi hanno rilevato che il
potere stressante di uno stimolo varia in funzione della sua valutazione, cioè
gli effetti dello stimolo emotigeno cambiano a seconda delle persone e di
contesti.
A questo punto entra in campo il ruolo del reappraisal, che
è la modificazione del significato attribuito ad un evento emotigeno alla luce
di informazioni o di considerazioni acquisite o formulate prima, durante o dopo
il suo accadere.
Lazarus, Speisman e altri studiosi hanno effettuato esperimenti
per indagare sulle reazioni allo stress, in relazione alla valutazione
dell’evento.
Essi hanno sottoposto un gruppo di persone alla visione di
un film, preparandone la visione. Il film descrive un rito d’iniziazione
maschile in uso presso una tribù primitiva australiana, consistente in una
sequenza di subincisioni palesemente dolorose e la cui visione provoca negli
spettatori marcate reazioni di stress.
Le strategie messe in atto per verificarne l’impatto emotivo
sugli spettatori sono state:
- intellettualizzazione: il film viene
presentato come un <<interessante studio antropologico dei costumi degli
aborigeni>> senza fare alcun riferimento a ciò che possono provare i
ragazzi sottoposti al rito di iniziazione (atteggiamento distaccato e analitico);
- diniego e
formazione reattiva: vengono negati sia i rischi per la salute dei ragazzi
sottoposti al rito, sia la loro sofferenza, anzi viene enfatizzata l’importanza
del rito di passaggio e l’orgoglio degli iniziandi per il futuro ingresso nella
società maschile adulta;
- condizione
di controllo: il film è presentato senza alcun commento sonoro;
- condizione
di accentuazione dello stress (traumatico): il commento sottolinea i pericoli e
la dolorosità del rito.
I risultati mostrano che, rispetto alla condizione di
controllo, le due condizioni di appraisal difensivo (intellettualizzazione e
diniego / formazione reattiva) sono in grado di ridurre significativamente sia
l’esperienza emotiva soggettiva negativa, sia le reazioni fisiologiche allo
stress, che invece sono incrementate nella condizione di appraisal traumatico.
Altri studi hanno rilevato, inoltre, che anche l’inibizione
dell’espressione dell’emozione negativa ha effetti deleteri sulla salute perché
ne riduce l’espressione, non l’intensità del vissuto.
Gli studi correlazionali hanno, infatti, dimostrato che
l’uso abituale della soppressione espressiva delle emozioni si associa ad un
aumento delle emozioni negative, tra cui il senso di inautenticità, e a una diminuzione
di quelle positive; a una minore condivisione delle proprie emozioni, a una
minore richiesta di sostegno sociale e a relazioni di amicizia meno strette; a
più bassi livelli di autostima e di ottimismo, a un maggior senso
d’insoddisfazione della propria vita, a più elevati livelli di depressione e a
un minor livello di benessere psicologico complessivo (Gross e John).
La letteratura indica perciò quanto la regolazione delle
emozioni negative sia rilevante per la salute: come fattore che favorisce la
malattia nel caso di una regolazione inadeguata, o viceversa come fattore
preventivo in grado di modulare l’impatto sulla salute delle emozioni negative
correlate allo stato di malattia.
Bibliografia:
O. Matarazzo, V.L. Zammuner (a cura di), La regolazione
delle emozioni, Bologna, Il Mulino, 2009
N.H. Frijda, Emozioni, Bologna, Il Mulino, 1990
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